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Google: dai tedeschi il ‘no’ alle riprese di Street View. Oltre 244 mila cittadini non vogliono le immagini della loro casa sul web

Germania


Ai tedeschi non piace essere ‘spiati’ e in massa hanno espresso ai vertici di Google la loro contrarietà al fatto che le loro abitazioni vengano rese riconoscibili su Google Street View, l’innovativa tecnologia caratteristica di Google Maps e Google Earth che fornisce viste panoramiche a 360° lungo le strade di tutto il mondo.

A dire di no, in vista del lancio del servizio di Street View previsto per il prossimo mese di novembre nelle principali città del Paese, sono stati esattamente 244.237 tedeschi, che hanno risposto decisi all’annuncio fatto dalla società di Mountain View sul proprio blog. 244.237 persone, pari al 2,9% dei residenti titolari di immobili sui circa 8,5 milioni di abitanti calcolati dagli analisti.

Per Google, dunque, dopo le denunce dei furti di dati sensibili captati dalle Google cars in giro per il mondo, (allo stato attuale migliaia sono le foto in rete provenienti da Australia, Canada, Francia, Giappone, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svizzera e Taiwan), arrivano ora anche i divieti alle riprese giunti da una parte consistente dei cittadini di un Paese che, in ottemperanza alla normativa sulla privacy, ha anche chiesto alla società di consentire agli utenti di potersi avvalere dell’opzione di ‘opt-out’, attiva da aprile del 2009 e che consente appunto la possibilità di oscurare la propria abitazione prima che le immagini vengano messe online, e poi fatto valere propri diritti.

L’autorità tedesca per la privacy, insieme a quelle di Francia e Spagna, aveva inoltre chiesto e ottenuto da Google i dati impropriamente raccolti dalle ‘Google Cars’.

Anche il Garante italiano, per altro, ha imposto a Google di bloccare qualsiasi trattamento sui cosiddetti “payload data” captati dalle vetture di Street View, e ha inviato gli atti all’autorità giudiziaria perché valuti gli eventuali profili penali derivanti dalla raccolta di questo tipo di dati.

Spetterà ora ora a Google rispettare la volontà dei ‘dissidenti’ e oscurare tutte quelle parti delle foto che corrispondono alle abitazioni di coloro i quali non hanno acconsentito alle riprese. Un lavoro immane ma che toccherà fare per evitare che altri problemi complichino la vita al motore di ricerca.

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