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Unbundling: corretto il modello adottato, ma per Neelie Kroes ‘Necessaria coerenza per la definizione dei costi commerciali e di manutenzione’

Italia


Corrado Calabrò: ‘L’interlocuzione con la Commissione europea è stata ampia, approfondita e soddisfacente. La Commissione ha apprezzato il nostro modello e fornito utili indicazioni per il suo ulteriore affinamento’.

 

La Commissione europea ha approvato il modello generale con cui l’Agcom ha calcolato le tariffe di unbundling, ma ha chiesto una revisione delle tariffe nella parte relativa ai costi commerciali e di manutenzione.

 

In una lettera inviata all’Autorità italiana per le garanzie nelle comunicazioni, la Commissione europea ha formulato il proprio accordo in merito alla metodologia generale adottata dall’Agcom per calcolare i prezzi all’ingrosso per l’accesso alla rete di Telecom Italia sulla base di un modello di costo che riproduce i costi sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione in un mercato competitivo – ovvero l’approccio bottom-up per la valutazione dei costi incrementali di lungo periodo (BU-LRIC), che riflette i costi sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione in un mercato competitivo.

Tale modello, se correttamente applicato, fornisce, infatti, corrette indicazioni a tutti i potenziali investitori nell’infrastruttura di rete (operatori storici o alternativi) e contribuisce al conseguimento degli obiettivi dell’Agenda digitale per l’Europa, ovvero garantire a tutti gli europei l’accesso a connessioni internet in banda larga di base entro il 2013 e in banda larga veloce e ultraveloce entro il 2020.

La Commissione, dunque, non ha avuto da eccepire sul modo con cui l’Agcom ha applicato la metodologia di costo BU-LRIC per stabilire i costi di rete (che rappresentano circa il 70% dei costi complessivi di accesso), ma ha rilevato che l’approccio usato per stimare i costi commerciali e di manutenzione non appare coerente con tale metodologia, in quanto il regolatore non sembra aver utilizzato i dati di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione.

 

L’Agcom, ha spiegato la Commissione in una nota, “…progetta di aumentare determinati prezzi di accesso, soprattutto per quanto riguarda i servizi delle reti locali disaggregate (LLU)”. Secondo la Commissione, tuttavia, “i prezzi proposti dall’Agcom non tengono sufficientemente conto dei costi commerciali e di manutenzione sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione”.

Pertanto la Ue vuole evitare il possibile rischio che gli OLO “…si trovino a dover pagare prezzi più elevati di quelli generalmente esigibili per un accesso di alta qualità a una rete moderna”.

Da qui l’invito a rielaborare i dati utilizzati per stabilire i costi commerciali e di manutenzione prendendo come modello “i dati di una società efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione” e a “rivedere il proprio approccio regolamentare – in quanto non orientato ai costi – in relazione all’accesso in banda larga all’ingrosso (WBA) e all’affitto delle linee all’ingrosso (WLR)”.

Inoltre, per quanto riguarda i requisiti di qualità che Telecom Italia deve soddisfare prima di procedere a un aumento dei prezzi, la Commissione ha invitato l’Agcom a “illustrare con precisione le richieste presentate a Telecom Italia in modo da garantire la certezza regolamentare a tutti gli operatori di mercato”.

“I prezzi risultanti – continua la Commissione – dovranno fornire indicazioni di investimento chiare sia a chi richiede sia a chi fornisce l’accesso e garantire ai consumatori prezzi equi per l’accesso all’internet ad alta velocità”.

 

I servizi di accesso all’ingrosso permettono agli operatori concorrenti di offrire ai consumatori servizi in banda larga e di telefonia fissa in concorrenza con Telecom Italia, prendendo in affitto le reti locali dall’operatore storico (LLU) o utilizzando integralmente l’infrastruttura dello stesso operatore (WBA e WLR).

Secondo lo schema elaborato dall’Agcom, il canone attuale, pari a 8,49 euro/mese (aumentato nel 2009 dell’11% rispetto rispetto al prezzo 2008 di 7,64 euro mese) passerà nel 2010 a 8,70 euro/mese, mentre per gli anni successivi (2011 e 2012) si è deciso di applicare tariffe, rispettivamente di 9,14 e 9,48 euro/mese anziché 9,26 e 9,67 euro al mese. Il canone del servizio WLR al 2012 sarà di 13,16 euro/mese, anziché 13,43, registrando quindi un incremento più contenuto di quanto sottoposto a consultazione pubblica, mentre per i servizi bitstream è prevista una riduzione lungo il triennio superiore all’1% l’anno.

L’aumento previsto dall’Agcom è comunque subordinato al soddisfacimento, da parte di Telecom Italia, di determinati requisiti di qualità fissati dall’autorità di regolamentazione.

 

Per Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile dell’Agenda digitale, è infatti di fondamentale importanza che il prezzo praticato dagli operatori storici ai propri concorrenti per poter accedere alle loro reti in rame sia “equo”.

“Un accesso equo – ha osservato la Kroes – rafforza la concorrenza nei servizi ai consumatori e fornisce corrette indicazioni di investimento. Invito l’Agcom a riesaminare il calcolo dei prezzi di accesso di Telecom Italia, applicando in modo coerente il proprio modello per determinare i costi commerciali e di manutenzione.”

 

Come previsto dalla normativa UE in materia di telecomunicazioni l’Agcom è invitata a “tenere nella massima considerazione” le osservazioni della Commissione.

Il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, intanto, ha fatto sapere che l’Autorità “terrà in massimo conto le osservazioni della Commissione europea e prenderà una decisione finale nelle prossime settimane’.
Nel sottolineare che la Commissione ha approvato ‘‘il modello generale di costo relativo alle tariffe dell’unbundling’ e ha confermato “la validità  del passaggio al modello di costo BU-LIRC a costi correnti di un operatore efficiente’, Calabrò ha quindi precisato che “le osservazioni di dettaglio della Commissione riguardano la riconciliazione di alcuni elementi del modello e il meccanismo di controllo della qualità, al quale sono legati i futuri aumenti al rialzo per il 2011 – 2012′.

“L’interlocuzione con la Commissione europea è stata ampia, approfondita e soddisfacente. La Commissione – ha concluso – ha apprezzato il nostro modello e fornito utili indicazioni per il suo ulteriore affinamento. E’ importante che la Commissione abbia colto la novità di un meccanismo ad incentivi che condiziona i futuri aggiustamenti, meccanismo che, come anch’io ho illustrato al Senato, va meglio messo a punto’.

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