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Banda larga: Etno chiede alla Ue più garanzie per adempiere alla direttiva finlandese sul servizio universale

Finlandia


La decisione della Finlandia di considerare l’accesso a internet un diritto fondamentale e la banda larga un servizio universale – col conseguente obbligo in capo agli operatori di garantire accesso broadband a 1MB a tutti i cittadini, inclusi i residenti nelle aree rurali – ha destato una certa preoccupazione tra le società di settore, rappresentate dall’Etno.

 

L’associazione degli ex monopolisti europei si è rivolta al Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, chiedendole di rivolgere maggiore attenzione al mercato finlandese delle tlc.

 

A luglio, anticipando i dettami della Commissione europea, la Finlandia ha decretato che la connessione ad alta velocità ad internet “è un diritto civile che va garantito a tutti i cittadini”, annunciando un progetto che entro il 2015 dovrebbe portare la  fibra ottica da 100 Mbps al 99% del territorio nazionale.

Il governo finlandese ha varato una legge ad hoc, i cui obblighi, tuttavia, secondo Etno, vanno oltre il campo di applicazione del ‘pacchetto minimo di servizi’ per il servizio universale previsto dalla direttiva Ue. Tuttavia, la legge non prevede alcun risarcimento dallo Stato per le imprese costrette ad adempiere tale obbligo, come invece previsto dalla direttiva europea.

 

Etno si è detta quindi preoccupata per un altro annuncio del ministro dei trasporti e delle telecomunicazioni finlandese, che intende imporre un tetto massimo ai prezzi al dettaglio per la fornitura dei servizi a banda larga. Tale decisione, ha sottolineato l’associazione, “…non solo porta a una distorsione della concorrenza in un mercato altamente competitivo, ma impedisce anche agli operatori di avere un ritorno ragionevole sul loro investimento”.

“Come sottolineato dal commissario Kroes nel suo recente discorso al Broadband Nordic Forum, gli obblighi di servizio universale non dovrebbero imporre un onere eccessivo per l’industria”, ribadisce Etno, che ha quindi chiesto alla Commissione europea di garantire che la direttiva sul servizio universale “non sia implementata in un modo tale da rivelarsi dannosa per il mercato e da ostacolare la capacità di investimento degli operatori”.

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