Vodafone. Vittorio Colao al FT: non venderemo le quote di minoranza ‘a tutti i costi’ e non esclude nuove acquisizioni

di Alessandra Talarico |

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Vittorio Colao

Vodafone non venderà “a tutti i costi” le quote possedute in Verizon Wireless, SFR, PolkomTel e Bharti. Lo ha ribadito al Financial times il Ceo Vittorio Colao, sottolineando che la vendita del 3,2% di China Mobile – da cui la società ha incassato 5,1 miliardi euro, il doppio di quanto aveva speso – era stata approvata in principio già lo scorso anno. La cessione, insomma, non è stata effettuata per rispondere alle pressioni degli investitori e gli azionisti devono avere pazienza: le altre quote di minoranza non saranno vendute subito e a qualsiasi costo, anche se la nuova strategia punta a concentrarsi sui mercati dell’Europa, Africa sub-sahariana e India.

 

La quota del 45% in Verizon Wireless è stata valutata dagli analisti circa 39 miliardi di euro, quella del 44% nel francese SFR vale circa 8,1 miliardi di euro. Già da tempo Vodafone sta cercando di trovare una soluzione per uscire dalla joint venture con Verizon Communications: l’azionista di maggioranza dell’operatore mobile Usa ha deciso di non distribuire dividendi agli azionisti per ripianare i debiti della società e si è più volte detto pronto ad acquisire la quota in mano a Vodafone.

Allo stesso modo, il gruppo media francese Vivendi, sembra essere l’unico possibile acquirente del 44% di Vodafone in SFR, il secondo operatore mobile francese.

 

Insistenti anche le voci sulla prossima cessione della quota in Bharti Airtel, detenuta indirettamente attraverso società telecom non quotate e che si attesta al 4,39%. La quota, secondo gli analisti, è uno degli asset più ovvi da mettere in vendita, ma la natura della partecipazione potrebbe rendere difficoltosa la cessione. L’unico acquirente disposto a mettere sul piatto i circa 240 milioni di euro sarebbe l’altro azionista, Bharti.

Il 24,4% in PolkomTel è stato valutato circa 1 miliardo di euro, ma la cessione appare anche qui difficoltosa poiché gli altri azionisti sono compagnie controllate dal governo polacco.

 

Allo stesso tempo, Vodafone potrebbe procedere con la vendita di asset interamente sotto il suo controllo, come Vodafone Egypt, secondo operatore mobile egiziano valutato circa 2,1 miliardi di euro e le attività possedute in Nuova Zelanda (1,4 miliardi di euro) e una quota del 50% in  Vodafone Australia, terzo operatore mobile australiano (950 milioni di euro circa).

 

Alcuni investitori, nel corso dell’ultimo meeting annuale, hanno fortemente contestato la rielezione del Presidente John Bond e del suo vice, accusati di aver gestito la società in maniera ‘disastrosa’.

Colao ha ammesso che alcune delle operazioni effettuate dalla precedente gestione sono state ‘costose’, ma ha anche sottolineato che questo non preclude nuove eventuali acquisizioni magari in India, se il governo allenterà le norme che vietano il consolidamento sul mercato.