Sicurezza: dal Pentagono la richiesta di istituire uno ‘scudo cibernetico’ per proteggere le reti informatiche Nato

di Alessandra Talarico |

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Cyber sicurezza

La Nato, così come dispone di uno ‘scudo nucleare’, deve dotarsi di uno scudo ‘cibernetico’ per proteggere le sue economie da ogni forma di destabilizzazione via internet. E’ il messaggio lanciato dal sottosegretario alla difesa Usa, William Lynn che, in visita a Bruxelles, si è detto ‘impressionato’ dall’unità di vedute della maggior parte dei Paesi Nato in favore di un rafforzamento della sicurezza delle reti informatiche, sempre più importanti per le economie mondiali.

L’alleanza atlantica,  “può svolgere un ruolo fondamentale nella realizzazione di un ulteriore livello di sicurezza delle nostre reti informatiche”, ha detto Lynn, sottolineando l’importanza di una forma di “difesa collettiva” attuata attraverso l’interconnessione dei sistemi di difesa informatica dei paesi alleati.

 

“La Nato – ha aggiunto – dispone di uno scudo nucleare, ha piani concreti per un piano di difesa antimissilistica e ha bisogno anche di uno scudo informatico”.
 

Secondo il numero due del pentagono “più di 100 servizi di intelligence e governi di tutto il mondo ogni giorno cercano di penetrare nei sistemi informatici americani”.Attacchi che provocano ogni giorno la perdita di una mole di dati che basterebbe a riempire la Biblioteca del Congresso e che, secondo gli esperti, hanno superato ampiamente la capacità degli Usa di difendersi.

 

Per farsi un’idea delle conseguenze, basti pensare che l’interruzione per un mese del funzionamento di queste reti in Europa o negli Usa, provocherebbe perdite economiche per almeno 150 miliardi di euro.

 

Molto più che una minaccia ‘virtuale, dunque, tanto più che quest’estate, Lynn ha rivelato che, nel 2008, in Medio Oriente, un’agenzia di spionaggio straniera è riuscita a penetrare in un computer portatile della Difesa attraverso un semplice flash drive con un codice in grado di aggirare i sistemi di sicurezza e accedere a informazioni riservate.

L’Estoinia, che fa parte della Nato è stata vittima nel 2007 di un attacco informatico che ha costretto il governo a sospendere il proprio servizio di posta elettronica per 12 ore e due delle maggiori banche del Paese a interrompere i servizi online. 

In risposta alla crescente ansia sulla vulnerabilità delle reti informatiche, gli Usa hanno creato a maggio una nuova divisione – battezzata Cyber Command – guidata Keith Alexander, un generale a 4 stelle (il grado più alto delle forze armate Usa), che avrà ai suoi ordini circa 90 mila uomini.

 

Anche la Ue ha lanciato lo scorso anno la sua strategia di contrasto alla criminalità informatica, chiedendo agli Stati membri di intervenire a loro volta per proteggere le infrastrutture critiche, al fine di rendere l’Europa pronta ad affrontare eventuali nuovi cyber-attacchi. In questo contesto, a giungo 2009, è stata istituita, con sede operativa a Roma, la “Eletronic crime task force“, una task force pan-europea per la prevenzione e repressione del furto d’identità, dell’hacking e di tutte le altre forme cybercrime il cui compito primario è quello di convogliare le attività contro il cybercrime dei paesi europei e degli Usa e di rafforzare i sistemi di difesa al fine di evitare, ed eventualmente contrastare, attacchi su vasta scala ai sistemi che contengono informazioni sensibili relative a settori strategici quali ad esempio il trasporto aereo.