Craigslist: non si placano le polemiche dopo la chiusura della sezione ‘per adulti’. Per AIM, mercato annunci sessuali vale 63 mln di dollari

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Craigslist

Quanto vale il mercato degli annunci online per adulti? Se lo chiedono in tanti dopo le polemiche legate al sito di annunci americano Craigslist che ha deciso di chiudere definitivamente la sezione del sito dedicata, appunto, agli annunci ‘per adulti’, dopo le accuse giunte dal mondo politico e dai gruppi che si battono contro lo sfruttamento sessuale di donne e minori.

Secondo i calcoli della società di ricerca Advanced Interactive Media Group, il mercato degli annunci sessuali dovrebbe raggiungere quest’anno il valore di 63 milioni di dollari, dei quali il 70% sarà intascato proprio da Craigslist.

La chiusura della sezione per adulti di quello che è il più popolare sito di annunci americano non risolve certo il problema: dal 3 settembre, infatti, altri siti come BackPage hanno cercato di recuperare gli annunci bloccati da Craigslist, a conferma della crescente competizione sul questo promettente mercato e delle difficoltà per le forze dell’ordine di bloccare il dilagare in rete di questa sorta di profferte.
 

“Mentre Craigslist si apparentemente tirato fuori dal business della prostituzione, si tratta ancora di un settore molto redditizio, costellato da centinaia di siti, molti dei quali non trarranno che vantaggi dalla marcia indietro di Craigslist”, ha affermato Peter M. Zollman di AIM.
 

Polaris Project, un’associazione che si batte contro lo sfruttamento ‘di ogni traffico umano’, sostiene, tuttavia, che la decisione di Craigslist rappresenta un messaggio importante per altri siti che offrono una piattaforma per le offerte sessuali e verso i quali non sarà ammessa alcuna tolleranza.

 

Il sito di san Francisco è stato oggetto per molti mesi di duri attacchi da parte delle autorità e associazioni contro i crimini sessuali. Il casus belli è stato l’omicidio di una massaggiatrice di 26 anni, Julissa Brisman, che offriva i suoi servizi su Craigslist. L’omicida, uno studente di medicina di 22 anni subito ribattezzato ‘the Craigslist Killer‘, si è suicidato in carcere.

 

La società si è difesa affermando di essere stata praticamente “la sola” a battersi contro lo sfruttamento sessuale online e di aver collaborato attivamente con le forze dell’ordine, riferendo subito le attività sospette legate, in particolare, allo sfruttamento sessuale di minorenni.

 

A luglio, la società ha incontrato alcuni funzionari governativi per discutere le best practice per la lotta ai crimini sessuali, che avrebbero dovuto consentire al sito di mantenere i suoi servizi per adulti e servire da modello per altri siti meno ‘moderati’.

 

La decisione di chiudere la sezione, tuttavia, per quanto plausibile, ha scatenato forti polemiche riguardo la libertà di espressione e la responsabilità dei siti che offrono questo tipo di piattaforme per piazzare annunci di tipo sessuale. Sono in molti i politici americani, infatti, che chiedono di rivedere le leggi attuali per introdurre pene severe nei confronti dei siti che incitano alla violenza contro le donne o i minori, ma le associazioni per la libertà di espressione sostengono che sarebbe un errore stravolgere il Telecom Act nella parte in cui questo protegge gli ‘intermediari’ – gli ISP e i siti come Craigslist – visto l’enorme sviluppo che la rete, proprio grazie a questo tipo di protezione, ha conosciuto negli ultimi 10 anni.