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Caro SMS: il Tar Lazio accoglie ricorso Codacons e impone all’Agcom intervento formale su ribasso tariffe

Italia


Accogliendo un  ricorso presentato dal Codacons, il Tar del Lazio ha riaperto l’istruttoria sui costi eccessivi degli sms in Italia e ha dato un mese di tempo all’Agcom per esprimersi formalmente sulla diffida con la quale l’associazione dei consumatori chiedeva l’imposizione, da parte dell’Autorità, di un ribasso delle tariffe degli sms, così da uniformarne i costi alla media europea.

Inviare un messaggino in Italia costa infatti quasi il doppio rispetto alla media europea: 13 centesimi contro una media Ue di 7 centesimi.

 

Gli sms, che possono tranquillamente definirsi il più popolare e rivoluzionario degli effetti collaterali di una tecnologia (lanciati come ‘servizio accessorio’ alla voce, non conoscono crisi nonostante l’arrivo di molte nuove alternative che sulla carta avrebbero dovuto oscurarne la popolarità) sono diventati in pochissimo tempo un metodo di comunicazione tra i più diffusi e, insieme ai servizi di trasmissione dati (internet mobile), rappresentano una delle voci più consistenti del bilancio degli operatori.

 

Per avere un’idea del valore del mercato degli sms, basti pensare che nel 2008 gli italiani ne hanno inviati circa 60 miliardi per un mercato da 2 miliardi di euro che salgono a 4 miliardi di euro l’anno se si aggiungono anche gli mms e internet mobile.

A giudizio delle stesse Agcom e Antitrust, tuttavia, gli italiani “sono sottoposti a regimi tariffari poco trasparenti e sfavorevoli”, in un mercato in cui predominano “scarsa trasparenza, condizioni sfavorevoli per i consumatori e tariffe all’ingrosso che disincentivano l’ingresso degli operatori virtuali”.

 

Secondo le valutazioni Agcom e Agcm, in sostanza, nel nostro Paese si registra uno squilibrio tale che per la maggior parte degli italiani, inviare un sms entro i confini nazionali, costa di più che inviarlo in un altro paese Ue, soprattutto in seguito alle sforbiciate alle tariffe del roaming apportate dalla Commissione europea.

 

A novembre dello scorso anno, quindi, il Garante ha deciso di stabilire un tetto massimo per i prezzi degli sms, fissandolo, appunto, a 13,2 centesimi dai precedenti 15 centesimi.

In risposta alle ‘pressioni’ del Garante, gli operatori hanno acconsentito anche di introdurre un meccanismo di tariffazione al secondo, che – insieme al tetto per il prezzo degli sms – rappresenta quel ‘requisito minimo di trasparenza’, che Agcom, aveva richiesto in applicazione “…di un principio che, prima di essere giuridico, è di buon senso, tale cioè da garantire che il cittadino italiano non sia posto in alcuni casi in una paradossale situazione di svantaggio rispetto a chi spedisce gli sms dall’estero”.

 

Queste misure, tuttavia, sono state ritenute insufficienti dal Codacons, che aveva diffidato l’Agcom a disporre una più sostanziosa diminuzione delle tariffe degli sms in favore degli utenti.

L’Autorità però, attraverso una nota che ora il Tar ha ritenuto illegittima “rappresentando una mera nota a firma del direttore generale dell’autorità”, rifiutò la richiesta dell’associazione, che ora ha però visto le sue ragioni riconosciute dal nuovo intervento del Tribunale amministrativo.

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