WikiLeaks: ‘Emerso il vero squallore della guerra’, ma cresce la polemica per la diffusione dei dossier segreti sul conflitto afghano

di Alessandra Talarico |

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Soldato americano in Afghanistan

“Il buon giornalismo non si appiattisce” ma, anzi, è suo compito preciso “puntare l’indice sugli abusi di potere”. Questo il commento del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, alle polemiche scatenate dalla pubblicazione sul sito di documenti sulla guerra in Afghanistan. Documenti sulla cui autenticità non ci sarebbe da dubitare e che, secondo Assange, “…fanno emergere il vero squallore della guerra e permettono alla gente di decidere se continuare a sostenerla oppure no”.

 

Quello comparso su WikiLeaks, è uno squarcio senza precedenti sul conflitto in Afghanistan, che si trascina ormai da oltre nove anni: 92 mila documenti e rapporti militari segreti utilizzati da ufficiali del Pentagono e dalle truppe sul terreno, datati dal 2004 al 2009, che descrivono stragi di civili in incidenti non dichiarati – sarebbero almeno 144 con quasi 200 vittime, alcuni dei quali frutto di sparatorie contro automobilisti o motociclisti disarmati per paura di potenziali attentatori suicidi –  morti per ‘fuoco amico’ e il doppiogioco dei servizi segreti pachistani, che sembra stiano aiutando e non poco la causa talebana.

 

Da quelli che sono dei veri e propri ‘diari di guerra‘ (o ‘war logs’), emergono quindi particolari inediti sui ‘lati oscuri’ dell’operato dell’unità delle forze speciali che ha il compito di dar la caccia ai leader talebani per ‘ucciderli o catturarli’ senza processo, fino all’insabbiamento delle prove del fatto che i talebani hanno usato missili portatili a ricerca di calore contro gli aerei della Nato, come gli Stinger che la Cia fornì ai mujaheedin di Osama Bin Laden “per combattere contro i sovietici negli anni ’80”.

 

Secondo il New York Times, che ieri – insieme al britannico The Guardian e al settimanale tedesco Der Spiegel – ha pubblicato alcuni dei dossier di intelligence riservati finiti sul sito, la documentazione lascia intendere che l’Iran parteciperebbe in segreto alla campagna contro le forze internazionali in Afghanistan, fornendo ai talebani denaro, armi e formazione. Il Pakistan, inoltre, ufficialmente alleato degli Stati Uniti, permetterebbe ai suoi 007 di trattare direttamente con Al-Quaeda per organizzare reti di gruppi militanti per combattere contro i soldati americani, e perfino per mettere a punto complotti per eliminare i leader afghani, nonostante gli aiuti militari da oltre un miliardo di dollari all’anno a Islamabad per combattere i Talebani.

Proprio questo mese il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha annunciato aiuti per altri 500 milioni di dollari in aiuti a Islamabad, definendo Usa e Pakistan “partner uniti da una causa comune”.

 

Per The Guardian, inoltre, i documenti, “…danno un’immagine devastante e fallimentare della guerra in Afghanistan, dove le forze alleate hanno ucciso centinaia di civili in incidenti non dichiarati”, tanto da spingere Assange a parlare di ‘possibili crimini di guerra’ in atto nell’ambito di un conflitto il cui corso “deve cambiare”.

Gli almeno 92 mila documenti, aggiunge il quotidiano britannico, dimostrano inoltre che “…gli attacchi dei talebani siano saliti alle stelle e come i comandanti della Nato temino che il Pakistan e l’Iran stiano alimentando l’insurrezione”.

 

E, mentre gli Usa condannano con forza la pubblicazione di documenti che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza nazionale e la vita dei cittadini americani e alleati e il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle sottolinea la necessità di “verificare se effettivamente ci sono nuove notizie nei documenti”, il capo della diplomazia britannica, William Hague auspica che la fuga di notizie sulla situazione in Afghanistan “non avveleni l’atmosfera” sul campo.

 

Lo squarcio, tuttavia, si è ormai aperto e ha sollevato nuovi forti dubbi sulla strategia americana in Afghanistan.

Se per il capo del consiglio per la Sicurezza Nazionale Jim Jones, la rivelazione di questi documenti non compromette “l’impegno in corso per approfondire la partnership con Afghanistan e Pakistan”, secondo John Kerry – presidente dell’influente Commissione per le Relazioni Estere del Senato e fra i maggiori sostenitori di Barack Obama – i documenti “pongono sei interrogativi circa la realtà delle politiche americana verso Pakistan e Afghanistan”.

“Queste politiche – ha aggiunto – sono in una fase critica e questi documenti possono dare rilievo alla posta in gioco e fornire le correzioni necessarie per sollecitare e ottenere le giuste strategie”.

 

I documenti contestati, tra l’altro, confermano quanto sostenuto da un recente rapporto della London School of Economics sui ‘duraturi’ rapporti tra l’agenzia pakistana Inter-Services Intelligence (nota come ISI) e i talebani afghani.

Il rapporto afferma che l’Agenzia non solo finanzia e prepara i combattenti talebani in Afghanistan, ma è ufficialmente rappresentata nel Consiglio di Direzione del movimento, posizione che le conferisce un’influenza notevole sulle operazioni.

Interrogato sulla questione, il generale David Petraeus, che di recente ha assunto il comando delle forze USA e NATO in Afghanistan, ha affermato che il Pakistan ha mantenuto “una varietà di rapporti”, in alcuni casi risalenti a decenni fa, con gruppi che, con il sostegno degli Stati Uniti, hanno combattuto i sovietici durante la loro occupazione dell’Afghanistan.

“Alcuni di questi legami continuano in varie forme, tra cui la raccolta di informazioni riservate…bisogna avere contatti con cattivi soggetti se si vogliono avere informazioni sui cattivi soggetti”. Ecco la formula di Petraeus.

 

Il Pakistan, intanto, ha respinto fermamente le accuse: secondo Hussain Haqqani, ambasciatore pachistano a Washington, si tratta di informazioni “senza alcuna sostanza”, che riflettono “nient’altro che i commenti e le voci diffuse da una sola fonte”.

“Aver fatto trapelare un rapporto non ancora elaborato – ha aggiunto – è un’azione da irresponsabili”.

“Gli Stati Uniti, l’Afghanistan e il Pakistan – ha concluso – sono partner strategici e stanno lavorando insieme per sconfiggere al-Qaeda e i suo alleati talebani, militarmente e politicamente”.