Ddl intercettazioni: oggi incontro Bongiorno-Alfano? Focus sulla legge bavaglio di prossima approvazione

di Antonietta Bruno |


Legge bavaglio

Ore ‘calde’ per la categoria dell’informazione che attende con un certo patema d’animo la decisione della Camera sul disegno di legge sulle intercettazioni, già passato con voto favorevole sia alla Camera che al Senato e che dovrebbe essere discusso già nella giornata di domani.

Ore cruciali in vista anche della definitiva risoluzione prevista per il 29 luglio prossimo dunque, anche in virtù della valutazione dei 6 emendamenti  della maggioranza e dei 5 della presidente della Commissione Giustizia alla Camera Giulia Bongiorno che proprio in questa giornata potrebbe ottenere un incontro con il guardasigilli Angelino Alfano.

 

Motivo dell’incontro, cercare di capire se gli emendamenti proposti potranno essere unificati ritoccando la parte che riguarda i giornalisti e i divieti di pubblicazione ma, in particolar modo, se i finiani riusciranno a ottenere la convergenza di tutto il Pdl per evitare che il provvedimento venga approvato con un ennesimo voto di fiducia prima della pausa estiva.

 

Nell’attesa, continuano i cori di coloro i quali disapprovano con forza un provvedimento che mina alla libertà di stampa e di pensiero. “Senza la libertà di informazione non siamo cittadini ma sudditi”. In questo modo, con poche ma significative parole, sì è espresso il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò che ha anche ricordato come l'”esigenza di tutelare la dignità e la riservatezza come diritto contrapposto a quello di informare e di essere informati, non deve mai consentire l’oscuramento della mente”.

 

Sull’argomento, già nei giorni scorsi si era pronunciato, tra gli altri, anche il presidente della Fieg Carlo Malinconico, sottolineando che “l’inammissibilità è uno strumento procedurale di disciplina dell’andamento dei lavori parlamentari, ma non esclude la possibilità che il Parlamento si riesprima nel merito. Ciò anche per evitare che le Camere siano costrette a reintervenire subito dopo, con una correzione del testo eventualmente appena approvato. Correzione che si renderebbe assolutamente necessaria – ha sottolineato in quella stessa occasione Malinconico – se lo sbarramento a emendamenti di correzione in senso costituzionale del ddl venisse da profili solo procedurali”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, il segretario della Fnsi Franco Siddi, che anche oggi sulla necessità di un cambiamento concreto al provvedimento poiché “non possono essere elementi procedurali a impedire la restituzione ai cittadini del diritto negato alla cronaca giudiziaria puntuale e corretta nel tempo debito” e questo sempre perché per il sindacato dei giornalisti “esistono già le norme di tutela di un altro diritto rilevante come quello della privacy”.Se si vuole rendere più efficaci gli strumenti di applicazione del codice deontologico approvato dall’Autorità di tutela della privacy – ha affermato Siddi – si tratta di affrontare seriamente la proposta di istituzione del Giurì per la lealtà dell’informazione“.