Intel: trimestre ‘storico’ grazie a cloud computing e necessità delle aziende di risparmiare sui costi energetici

di Alessandra Talarico |

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Paul Otellini

Risultati record per Intel al secondo trimestre, grazie alla ripresa delle spese in Information Technology da parte delle aziende, che fanno sperare in un nuovo, atteso, ‘risveglio’ sia del segmento software che dell’hardware.

Il maggiore produttore mondiale di microchip ha battuto le attese degli analisti, segnando il ‘migliori trimestre’ dei suoi 42 anni di storia, come ha dichiarato entusiasta il Ceo Paul Otellini.

 

Il fatturato è cresciuto del 34% e si è attestato a 10,8 miliardi di dollari dai precedenti 8,02 miliardi. I profitti sono stati di 2,89 miliardi di dollari (51 centesimi per azione), contro un consensus di 43 centesimi per azione (gli analisti attendevano ricavi per 10,25 miliardi) e un rosso di quasi 400 milioni di dollari lo scorso anno. Cifra che però includeva la maxi multa da 1,45 miliardi di dollari comminata dall’Antitrust europeo.

Il margine lordo è cresciuto, quindi, del 67% (dal 50,8% di un anno fa), battendo le aspettative della stessa società.

 

Sulla scia di questi risultati, Intel scorge un terzo trimestre altrettanto positivo durante il quale, ha affermato ancora Otellini, “la domanda non smetterà di crescere”: i ricavi, nel periodo luglio-settembre, dovrebbero raggiungere quota 11,6 miliardi di dollari, mentre il margine lordo dovrebbe mantenersi sugli attuali livelli, mentre la percentuale sull’intero 2010 dovrebbe attestarsi al 66%.

 

I risultati della società di santa Clara hanno quindi spinto l’intero comparto, sostenendo gli acquisti del settore tecnologico da Tokio all’Europa.

A New York, il titolo Intel ha guadagnato l’8% a 22,74 dollari, portando nella sua scia anche le società europee, da STM – che a Piazza Affari ha fatto segnare un rialzo del 3,26% a 6,96 euro – a Infineon, che a Francoforte è cresciuto di oltre il 2%. Alla Borsa di Tokyo, Samsung Electronics e Hynix Semiconductor hanno segnato un +2,6%, e Advantest è balzata del 5,9%, spingendo l’indice Nikkei a una chiusura in crescita del 2,71%.

 

Le ragioni di questa crescita record, ha spiegato ancora Otellini, sono da ricercare nel passaggio fondamentale verso il cloud computing, che include l’hosting delle applicazioni e dei servizi aziendali nei data center remoti. Le vendite in questo comparto sono cresciute del 170% rispetto a un anno fa.

A spingere i risultati, anche le necessita dei clienti corporate di ridurre i consumi energetici, che ha quindi convinto le aziende a ridurre il numero di server e a sostituirli con macchine più potenti ed efficienti.

 

“il rendimento sugli investimenti offerto dai nostri nuovi server è estremamente avvincente ed è una delle principali ragioni per la forte domanda che abbiamo registrato”, ha aggiunto il Ceo, sottolineando anche le buone performance (+16%) dei chip Atom per i netbook.

Secondo le previsioni di Otellini, quest’anno saranno venduti 40 milioni di netbook e le vendite di Pc cresceranno del 20%, grazie alla spinta delle spese nel segmento corporate.