Telemarketing: ok del Governo al ‘Registro delle opposizioni’ per gli utenti che non vogliono ricevere telefonate promozionali

di Alessandra Talarico |

Italia


Call center Telemarketing

Il governo ha dato il via libera alle nuove disposizioni per regolare i rapporti tra i cittadini e le imprese che utilizzano telemarketing, approvando oggi il regolamento per l’istituzione di un registro pubblico ‘delle opposizioni’ al quale gli utenti dovranno iscriversi se non vorranno più ricevere telefonate contenenti messaggi promozionali, commerciali o informazioni per sondaggi e altre iniziative di telemarketing. L’iscrizione a tale registro potrà avvenire anche per via telematica e avrà durata indeterminata, a meno che l’utente non decida di modificare la propria posizione.

 

Vale invece il meccanismo del silenzio assenso per coloro che vorranno continuare a ricevere telefonate pubblicitarie.

 

Il registro vuole rappresentare un punto di equilibrio tra le esigenze degli abbonati telefonici che non vogliono essere contattati e quelle delle imprese, che così potranno utilizzare con maggiore efficacia gli strumenti del telemarketing, contattando esclusivamente gli abbonati consenzienti, ossia non iscritti nel registro che sarà istituito e gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Gli utenti, si legge in una nota del ministero dello Sviluppo economico – potranno “disporre senza alcuna limitazione dei propri dati” e, nel momento in cui faranno richiesta di inserimento nel Registro, “l’operatore sarà tenuto ad evadere tale richiesta nel più breve tempo possibile”.

 

Il ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (Cncu), avvierà una campagna di informazione per favorire la conoscenza delle nuove disposizioni, che tuttavia non trovavano d’accordo il Garante privacy, secondo cui il registro potrebbe finire per diventare solo una nuova incombenza per i consumatori.

 

La ‘piaga’ tutta italiana del telemarketing è costata al nostro Paese l’invio di una lettera di costituzione in mora (prima fase della una procedura d’infrazione) da parte della Commissione europea per il mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di privacy nelle comunicazioni elettroniche: i dubbi dell’esecutivo riguardano il mancato rispetto degli obblighi relativi alle informazioni da fornire agli abbonati che decidono di comparire negli elenchi telefonici pubblici, i quali devono esplicitamente dare il via libero all’uso dei propri dati a fini commerciali.