Cinema: al centro del Roma Fiction Fest 2010 un convegno su nuova narrazione cross mediale

di di Francesca Burichetti |

Italia


Francesca Burichetti

All’interno del Roma Fiction Fest 2010, l’Associazione 100 Autori ha organizzato presso il Cinema Adriano, un convegno dal titolo ‘Senza la tv – Per una nuova narrazione cross mediale’, per promuovere un confronto tra autori, produttori ed editori sul futuro del sistema audiovisivo, ormai sempre più fluido e presente su diverse piattaforme.

 

I lavori sono stati aperti da Stefano Rulli, presidente dell’Associazione, che ha spiegato l’importanza del tema in un periodo di profonda trasformazione come quello che il sistema sta vivendo in questi anni. Rulli ha precisato che è fondamentale “una riflessione sul mutamento in corso del sistema audiovisivo”. Infatti, ha aggiunto, “per uscire dalla crisi strutturale” che caratterizza da alcuni anni l’industria dei contenuti, “si deve puntare sull’innovazione e sulla molteplicità dei modelli produttivi”.

 

La tavola rotonda, strutturata in tre diversi panel, è stata moderata dal conduttore e critico televisivo Massimo Bernardini. Nella prima sessione del convegno Max Giovagnoli, docente universitario e direttore di cross media.it, ha presentato un rapido excursus su come stanno evolvendo le strategie cross mediali di produttori e broadcaster, che sempre più spesso integrano e rafforzano i loro contenuti lineari con offerte interattive veicolate attraverso il Web.

 

Partendo dal recente sperimento dell’HBO, Imagine, un’hyper-serie narrata contemporaneamente da due punti di vista con un format innovativo (www.haboimagine.it), Giovagnoli ha spiegato che in questo modo “si costruisce un progetto esclusivamente per il web, in cui, navigando sul sito, è possibile fare un’esperienza più forte di quella televisiva dal punto di vista dell’interattività”. Ma, oltre alle hyper-series, sono ormai molti i progetti cross mediali più o meno riusciti sul mercato e il modello di riferimento rimane ancora Lost, che ha fondato un vero e proprio “paradigma nell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione: creare un mondo ed esportarlo come modello produttivo”.

 

Andrea Materia, direttore dell’e-magazine ‘Oltre la siepe’, è intanto intervenuto sull’importanza del costante monito dei contenuti audiovisivi fuori dalla tv, perché costituiscono per tutti gli addetti ai lavori ‘una grande opportunità’. Infatti, ha spiegato, sebbene in Italia “soltanto un terzo dei navigatori abituali consumi costantemente video online, abbiamo dei forti margini di crescita, legati al rapporto tra consumo di contenuti in rete e risorse pubblicitarie”. Secondo Andrea Materia in futuro le risorse pubblicitarie per la televisione e per il Web diverranno “un unico grande insieme”. La conferma di questo trend arriva proprio dal mercato dei video online statunitense, dove il tempo di fruizione degli audiovisivi sul Web è in costante aumento: da una media di 3 minuti siamo passati a circa 15 minuti di fruizione giornaliera, che, come spiegato da Materia “è una durata sufficiente per mettere dentro della pubblicità”. La fruizione si sposta inoltre anche all’interno dell’arco temporale, sovrapponendosi sempre di più a quella televisiva nelle ore del prime time, dalle 20 alle 23.

 

Ma Internet e la tv non sono la stessa cosa e le abitudini degli spettatori cambiano da un medium all’altro. Se, infatti, il telefilm in tv siamo abituati a vederlo con cadenza settimanale, altrettanto non avviene sul Web, dove l’utente ricerca maggiore frequenza. L’esperienza del portale di video content della Sony, Crakle, ha dimostrato che il modello adottato dalla tv in rete è fallimentare. La fidelizzazione degli spettatori invece funziona meglio se si rende disponibile una nuova puntata ogni giorno, riducendo quindi la trasmissione dei contenuti ad archi temporali molto più ristretti rispetto a quelli adottati dai mezzi lineari.

 

Anche Roberto Triola, responsabile Ufficio Studi Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ha confermato che “in Italia ci sono margini di crescita e il sistema tv sta facendo un grosso sforzo innovativo per non lasciarsi scappare questa occasione. Questo – ha aggiunto – crea nuove opportunità a nuovi soggetti, come i produttori di tv e di contenuti editoriali, che stanno occupando i nuovi spazi che la tecnologia gli consente di occupare”.

 

Il secondo panel ha visto a confronto diretto editori di contenuti web native e di catch up tv. Laura Corbetta, CEO di YAM112003-Endemol, partendo dall’esperienza di Bonsai Tv, ha spiegato che Endemol Italia “cerca di capire come sviluppare e integrare lo scenario che è in continua trasformazione, con lo sviluppo delle nuove piattaforme”. Bonsai intende riprodurre l’approccio ai contenuti web native adottato negli Stati Uniti, ma bisogna essere consapevoli del fatto che “qui il mercato è più bloccato e, dove esiste il mercato delle aziende, è un mercato molto prudente”.

 

In ogni caso, la chiave fondamentale per la produzione web native risiede nell’editorialità, ha spiegato Laura Corbetta, precisando che “le esperienze delle web tv permettono di dare la possibilità a nuovi produttori, sceneggiatori di sperimentarsi”. Infatti, ha aggiunto, “è vero che i grandi autori fanno fatica a vedere il web, ma credo che ci sia un salto generazionale tanto che i giovani riescono a capire meglio il web e proporre idee innovative”.

 

Dello stesso avviso sembra essere anche Michele Ferrarese, direttore editoriale di Flop Tv, che ha spiegato che “dobbiamo tornare a semplificare il punto di vista autoriale: non si tratta tanto di produrre per il Web, quanto di produrre dei contenuti nuovi, in grado di attrarre le generazioni più giovani”. Anche Giampaolo Rossi, presidente di Rai Net, ha confermato l’importanza di una produzione web native per la sua azienda, che ha sviluppato un portale di catch up tv molto ricco e 15 canali ad hoc costruiti con il materiale di Rai Teche. Il prossimo passo, stando alle parole di Rossi, potrebbe davvero essere una produzione web native, dato che questo “è l’orizzonte finale anche per chi fino a oggi ha fatto televisione generalista”.

Il convegno si è chiuso con un panel finale sui principali lavori cross mediali italiani. Sono quindi intervenuti Alessandro Borrelli, produttore di La Sarraz Pictures, e il regista Sergio Basso per raccontare il progetto interattivo Giallo a Milano, sulla vita delle comunità cinesi, sviluppato sia cinematograficamente, sia con estratti ad hoc per il Web. Anche il regista Antonio Barbieri è intervenuto per mostrare come la rete possa essere impiegata con successo per veicolare documentari realistici. È il caso del suo progetto, Fromzero.it, un documentario web native che racconta la vita nel campo dei terremotati dell’Aquila. Gli apprezzamenti a questi progetti innovativi sono arrivati dallo sceneggiatore Michele Abantuono, che ha dichiarato che “viviamo in un paese senza coraggio”, e che è importante spingere nella direzione della sperimentazione, “ibridando i linguaggi tradizionali con quelli multimediali”.

 

 

Consulta il profilo di Who is who di Francesca Burichetti