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Continua la saga argentina di Telecom Italia, con una vittoria, stavolta, per il gruppo italiano: nel corso del fine settimana, la Camera di appello penale economica ha accolto i ricorsi presentati dal gruppo italiano contro tre provvedimenti presi tempo fa dall’antitrust di Buenos Aires, che inibivano il gruppo italiano dall’esercizio dei “diritti politici” nel Gruppo Telecom Argentina e sospendevano l’esercizio e la cessione della Call Option sulla partecipazione detenuta dal consocio in Sofora, Los Werthein.
La Corte ha quindi annullato, in parte, la risoluzione 4/09 della CNDC, nella parte in cui analizzava la sussistenza di una presunta concentrazione sul mercato argentino derivante dall’Operazione Telco. La risoluzione permane invece efficace laddove impone alle parti dell’Operazione Telco la notifica della stessa all’antitrust locale.
Telecom Italia ha confermato di aver ricevuto notifica dell’annullamento da parte della competente Corte d’Appello argentina delle risoluzioni e ha sottolineato che “…l’annullamento suddetto non determina la revoca delle decisioni giudiziali che, sugli stessi temi, hanno posto analoghi vincoli a Telecom Italia, e che restano ad oggi ancora efficaci”.
Una vittoria per Telecom Italia che si è sempre dichiarata estranea alle vicende che hanno innescato la battaglia legale con le autorità argentine, che si trascina ormai dal 2007, da quando cioè l’operatore spagnolo Telefonica è entrato in Telco, la holding che controlla il maggiore gruppo telefonico italiano: dal momento che il gruppo iberico controlla anche l’altro grande operatore telefonico del Paese, Telefonica Argentina, l’antitrust argentino (CNDC) ha imposto a Telecom Italia di cedere la propria quota nella holding Sofora, che controlla Telecom Argentina, nei tempi e nei modi stabiliti dalle autorità locali e il governo Kirchner ha minacciato di nazionalizzare la compagnia se il gruppo italiano non li avesse rispettati. A febbraio, quindi, la Corte della camera penale di Buenos Aires ha annullato la decisione dell’antitrust, seguendo anche la decisione del Tribunale di Buenos Aires, che già a metà gennaio aveva annullato le scadenze imposte dal CNDC. Come ultimo passo di questa intricata vicenda, lo scorso 12 marzo, il Tribunale amministrativo ha notificato a Telecom Argentina un provvedimento che sospendeva l’esercizio delle funzioni da parte dei consiglieri Telecom Italia.
Decisioni annullate dalla Camera di appello penale economica.
Una vittoria, dunque, per Telecom Italia, che vede confermate le sue tesi e i suoi diritti di investitore internazionale, la cui difesa era stata invocata presso la Commissione europea anche da alcuni europarlamentari italiani.
Secondo un’analisi della Commissione europea, l’Argentina è – insieme alla Russia – uno dei paesi che, negli ultimi 18 mesi, ha applicato il maggior numero di restrizioni commerciali. Nonostante questi ostacoli, e la volontà del presidente Cristina Kirchner di chiudere al più presto la vendita della partecipazione di Telecom Italia in Telecom Argentina, il gruppo italiano non ha fretta di cedere la sua quota, avendo in suo favore anche i pronunciamenti della Corte della camera penale e del Tribunale di Buenos Aires.
“Con tali provvedimenti, la giustizia Argentina torna a riconoscere i diritti di Telecom Italia. Come abbiamo sempre sostenuto, Telecom Italia continuerà a difendere i propri diritti davanti tutte le sedi competenti”, ha commentato il portavoce a Buenos Aires del gruppo, Massimiliano Paolucci.
Secondo la stampa locale, quindi, il gruppo italiano è forte ora della vittoria presso 19 tribunali, ma rimane lo scoglio legato a “una decisione da parte di un giudice sui contenziosi amministrativi, che tempo fa ha emesso una sentenza oggetto a sua volta di un ricorso di Telecom Italia alla Corte Suprema”.