eContent: mercato in crescita a 5,8 mld di euro nonostante crisi e contrazione della spesa pubblica. Presentato il Rapporto Csit

di Cinzia Guadagnuolo |

Andrea Ambrogetti: ‘Il digitale e i suoi contenuti stanno rapidamente unificando tutti i mezzi di comunicazione’.

Italia


Stefano Pileri

Quanto è cambiato il mercato dei contenuti digitali (sia quelli a pagamento che quelli pubblici) nel 2009, l’anno “nero” caratterizzato dalla più importante crisi economica degli ultimi 60 anni che ha penalizzato i consumi degli italiani?

 

Una risposta viene dal quarto Rapporto e-Content di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, presentato questa mattina a Roma, che ha analizzato il settore dei contenuti digitali, ovvero la produzione e fruizione online di news, cultura, video, film, musica, intrattenimento, pubblicità, una grande risorsa che il nostro Paese potrebbe sfruttare per diventare leader nel mondo.

 

Come ha spiegato Stefano Pileri, presidente di Csit, l’e-Content ha ampliato il mercato dell’8,8% rispetto al 2008,  raggiungendo un fatturato di 5.823 milioni di euro, a fronte di un Pil sceso del  5% e dell’entrata in recessione di tutti i principali settori dell’economia italiana.

Trainanti sono risultati i contenuti a pagamento (news, video, musica, giochi): +10%, con oltre 4,6 milioni di euro, trascinati principalmente dai comparti video e giochi online.

Interessanti i dati sul video: + 6,2%, ma con andamenti contrastanti tra i suoi segmenti emergenti (IPTV, Online TV e TV Digitale Terrestre, che hanno segnato rispettivamente +16,5%, +31,1% e +42,8%) e i segmenti più maturi (TV Satellitare, +1,3%) o mai decollati (Mobile TV, in calo del 15% circa); straordinari quelli sui giochi e intrattenimento online: +88,6% sull’onda del grande successo delle scommesse e dei giochi di abilità; mentre la musica segna un  +33% grazie al grande successo del principale canale di vendita di musica online (iTunes, rafforzatosi nel 2008-2009 in seguito al lancio dell’i-Phone).

Andamenti negativi sono segnalati dai comparti news (meno 2,7%, determinato sia dal calo degli abbonamenti) e contenuti mobili (meno15,2%, per effetto della contrazione dei ricavi legati a “Loghi e suonerie”, che tradizionalmente rappresentano la parte più consistente del comparto).

 

Sono crollati, invece, i  contenuti della pubblica amministrazione: meno 17,8%, per un valore di mercato di 49,3 milioni di euro, a causa della contrazione degli investimenti pubblici. Eppure si tratta di contenuti strategici per il Paese quali l’istruzione, il turismo, i beni culturali, la cui digitalizzazione porterebbe vantaggi innegabili per tutti e da tutti i punti i vista.

Tenendo conto delle ristrettezze di bilancio dello Stato, dal convegno è emersa la proposta di sostenere lo sviluppo dei contenuti digitali pubblici attraverso partnership pubblico-privato e modalità di project financing.

La pubblicità online ha avuto, al contrario, una crescita: + 5%, corrispondenti a 1,1 milioni di euro, a fronte di una flessione del mercato pubblicitario nel suo complesso del 12,5%.

 

Oltre a Pileri, all’incontro hanno partecipato anche il vice Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, e Andrea Ambrogetti, vicepresidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e delegato televisioni di nuova generazione.

 

Ambrogetti ha parlato del 2009 come dell’anno in cui anche la televisione, con i suoi contenuti a larga diffusione, è entrata definitivamente nel settore digitale con gli switch off del digitale terrestre. “Il digitale e i suoi contenuti stanno rapidamente unificando tutti i mezzi di comunicazione e la Tv digitale, ormai presente nel 70% delle famiglie italiane e alla vigilia dello storico sorpasso in termini di ascolto dell’analogico, ne divengono  fattore trainante introducendo in questo mondo milioni di cittadini che ne erano finora rimasti ai margini”.

 

Il Rapporto evidenzia come nel 2009, con 10 milioni di famiglie connesse a banda larga su rete fissa, oltre 9 milioni di navigatori usuali su banda larga mobile, 30 milioni di dispositivi per la navigazione da mobile, 18,7 milioni di famiglie dotate di un ricevitore Tv digitale, i contenuti digitali in Italia possano ormai contare su una base tecnologica di massa e un’audience che si sta rapidamente ampliando con il coinvolgimento di fasce di popolazione rimaste finora ai margini.

Ciononostante, il vice Ministro Romani ha aggiunto che il sistema Paese deva ancora compiere passi importanti per chiudere il digital divide nel 2012. Per questo ha parlato del progetto “Italia Digitale” nel quale “il Governo farà da cabina di regia, aprendo subito, il prossimo 24 giugno, un tavolo con i grossi gestori per realizzare una grande società per le infrastrutture di rete”. Si aprirà, così, uno “straordinario percorso di innovazione nel nostro Paese. Io sono fiducioso; certo ci saranno difficoltà e difesa di posizioni acquisite, ma stiamo interagendo con aziende dai fatturati miliardari per valutare uno dei più grossi investimenti in infrastrutture mai realizzati”.

 

Durante la tavola rotonda, alla quale hanno preso parte il commissario dell’Autorità Garante per le Comunicazioni, Stefano Mannoni ed esponenti del mondo imprenditoriale e istituzionale quali Andrea Ambrogetti, Patrizia Asproni, Diego Masi, Roberto Liscia, Paolo Nuti, Massimo Passamonti, Marco Pierani, Agostino Quadrino e Mario Luigi Torsello, si è discusso anche di questioni ancora aperte, come  il diritto di accesso ai cittadini e le azioni di contrasto al digital divide, la governance della rete, i diritti degli utenti, la libera circolazione dei contenuti sulla rete al di fuori dei confini nazionali, e di un efficace adeguamento delle normative sul diritto d’autore.