Truffe online: false vendite e false offerte di lavoro. Nella rete del web vittime e molti impostori

di Antonietta Bruno |

Italia


Polizia

Falsa offerta di lavoro sventata dalla Polizia Postale di Pescara su segnalazione di un giovane disoccupato che, insospettito dai lauti guadagni offerti, prima di inviare denaro ha deciso di verificare la veridicità della proposta, passando le informazioni all’unico ente preposto per contrastare attività illecite compiute attraverso i più comuni mezzi di comunicazione.

 

Il caso, come riportato in una nota stampa diramata dalla stesa Polizia Postale che si è immediatamente operata per attivare i dovuti canali internazionali, riguarda un ragazzo che nel cercare un nuovo impiego, ha risposto ad alcune delle tante inserzioni pubblicate online. A rispondere dopo qualche tempo, la presunta British Airways che lo invitava dapprima ad effettuare una sorta di colloquio telematico e dopo qualche giorno a prendere servizio previa la firma di un contratto, sempre via internet, che prevedeva uno stipendio di 8.630 sterline mensili alle quali si dovevano aggiungere altre 2.500 sterline mensili, erogate quali assegni addizionali per le spese dell’auto, della casa, per svago e viaggi, oltre alla fornitura di un telefono cellulare e di un computer portatile.

Tutti elementi parsi strani all’attenta ‘vittima’ che in tutta risposta, piuttosto che prepararsi per il viaggio, ha optato per la verifica e la successiva denuncia.

 

Sempre in tema di truffa online, un altro caso si è consumato in terra Calabrese: un impiegato dell’ufficio postale di Gioia Tauro, Francesco Trunfio di 55 anni, è stato fermato dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Palmi. L’accusa è di falsa vendita su eBay e l’uomo, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare  emessa dal gip di Palmi, si trova ora agli arresti domiciliari. Una seconda persona coinvolta nel caso con l’incarico di fotocopiare i documenti di alcune delle vittime, è invece sfuggita alla cattura rendendosi irreperibile.

Secondo l’accusa, i due operavano ai danni di terze persone attraverso l’attivazione di carte post pay intestate ad arte ad ignari cittadini extracomunitari che sbarcavano nel porto di Gioia Tauro. Numerosi i beni messi in vendita e mai consegnati agli acquirenti, e decine le persone truffate.

 

A risalire agli autori della truffa, come reso noto dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, dal dirigente del Compartimento della polizia postale Sergio Iannello e dal responsabile della sezione investigativa del commissariato di Gioia Tauro, Fabio Amore, sono stati gli investigatori del commissariato della Polizia della Piana e degli specialisti del Compartimento della polizia postale e delle comunicazioni di Reggio Calabria che, a seguito delle denunce pervenute da più parti d’Italia, hanno avviato meticolose ricerche.

Da qui la scoperta che numerose truffe risultavano commesse da parte di soggetti titolari di carte rilasciate dall’ufficio postale centrale di Gioia Tauro dal gennaio al luglio del 2008, ad opera Francesco Trunfio.

 

Extracomunitari, greci ma anche marittimi, quasi tutti filippini e componenti gli equipaggi di navi mercantili gli intestatari delle 53 carte postali emesse. Marittimi che però, alla data del rilascio delle carte intestate a loro nome non risultavano presenti nel porto di Gioia Tauro, o non avevano chiesto lo shorepass, documento indispensabile per uscire dall’area portuale.

Sono stati questi gli elementi hanno indotto la polizia a ritenere che si fosse verificata un’appropriazione indebita dei documenti e dei dati personali dei marittimi per poter ottenere il rilascio delle carte postali con cui successivamente erano state consumate le truffe.