Rai: reintegro di Ruffini e giovedì audizione di Mauro Masi in Vigilanza per confronto ‘su problemi che affliggono la Tv pubblica’

di Raffaella Natale |

Italia


Mauro Masi

Sarebbero pieni di incognite i palinsesti Rai per la prossima stagione che oggi il vicedirettore generale Antonio Marano porta in Consiglio d’amministrazione in vista della presentazione ufficiale del 15 e 16 giugno.

Paolo Ruffini, intanto, è stato reintegrato alla direzione di Raitre secondo quanto disposto da una sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Roma. Il nuovo direttore Antonio Di Bella è stato assegnato alla diretta disponibilità del direttore generale. Lo ha deciso all’unanimità il Cda della Rai su proposta del direttore generale Mauro Masi.

La decisione del reintegro è stata presa, secondo il dispositivo adottato dal Cda, con ogni più ampia riserva all’esito della decisione del reclamo già proposto verso la medesima decisione del giudice al mero fine di ottemperare all’ordinanza del tribunale di Roma. L’appello opposto dai legali della Rai dovrebbe essere discusso il 19 luglio.

Svolta anche su Annozero: ‘Torniamo a settembre’, ha annunciato Michele Santoro dopo la presa di posizione del presidente Rai Paolo Garimberti, che difende la trasmissione.

 

Poco tempo per disegnare la futura stagione di Viale Mazzini che, già prima di approdare sul tavolo del settimo piano è stata al centro di numerose polemiche politiche. E il consigliere d’amministrazione Rodolfo De Laurentiis ha già detto: “Non sono disponibile a discutere quella che sembra solo un’ipotesi di palinsesto, aspetto quello definitivo”. Mentre per altri consiglieri l’incertezza potrebbe essere positiva se si trasforma in un modo per discutere insieme le alternative. In ogni caso l’appuntamento di oggi si annuncia movimentato.

 

In palinsesto ci saranno, come del resto aveva fatto sapere già il direttore di Raitre Antonio Di Bella, le quattro puntate di Roberto Saviano e Fabio Fazio di ‘Vieni via con me‘ spalmate tra ottobre e novembre. Ma c’è chi dice che in realtà la trasmissione era già prevista nella copia stampata accuratamente a colori mercoledì della settimana scorsa e consegnata al Cda. E quindi sarebbe ingiustificato l’allarme che si è scatenato in questi giorni. In ogni caso ora il programma ci sarebbe. Non si può dire lo stesso di quello sulla stessa rete di Serena Dandini, ‘Parla con me’, che per almeno due puntate a settimana vede indicata accanto l’alternativa di uno spazio dedicato ai programmi per Italia 150. Sempre a Italia 150 sarà dedicato il programma – di prima serata su Raitre – con Pippo Baudo e Bruno Vespa, che era sembrato incerto e invece sarebbe in palinsesto.

 

Rimangono tutte confermate le quattro puntate su Raiuno di Bruno Vespa e del suo ‘Porta a porta’ che qualche indiscrezione voleva vittima di qualche sforbiciata, mentre ci sarebbero spazi bianchi tutti da definire quindi per altri due programmi d’informazione come quello di Gianluigi Paragone e di Monica Setta su Raidue.

 

La votazione degli emendamenti al Contratto di servizio tra la Rai e il Governo è invece sul tavolo della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, che si riunisce oggi e domani.

Sergio Zavoli, presidente della commissione bicamerale, aprendo la seduta ha fatto sapere che Masi potrebbe essere convocato domani.

 

Zavoli ha sottolineato il fatto che parallelamente ai lavori “le agenzie battono una sequenza di notizie” che determinano la necessità di un approfondimento di “una conoscenza fondata dei problemi che affliggono la Rai”.

Il presidente della commissione ha segnalato quindi “la necessità di ascoltare il direttore generale della Rai”, esigenza sulla quale dice di aver già ottenuto il consenso di alcuni parlamentari che “hanno già preso consapevolezza del problema”.

A suo giudizio, serve “un esame volto a creare condizioni di serenità, certezza, responsabilità, con l’assunzione di provvedimenti per mettere ordine in molte questioni che ci inquietano“. Zavoli ha chiesto che “nei cambiamenti, nelle sostituzioni, nei nuovi ingressi di collaboratori e talenti” il vertice Rai eserciti “il senso di responsabilità, per uscire da questo momento di difficoltà grave”.

 

Secondo quanto si apprende, Masi avrebbe dato la sua disponibilità a recarsi a S. Macuto giovedì perché domani sarebbe impegnato con il consiglio d’amministrazione. Dovrebbe quindi essere convocata una ulteriore seduta della commissione, oltre alle due previste domani, quando si spera di concludere l’esame del parere sul contratto di servizio tra Rai e ministero dello Sviluppo economico.

 

Intanto incalza la protesta delle opposizioni, dal Pd al Pdci passando per Idv, che leggono l’incertezza del Premier Silvio Berlusconi, ministro ad interim per lo Sviluppo economico dopo le dimissioni di Claudio Scajola, sulla firma in calce al nuovo contratto di servizio al voto della Vigilanza come una sorta di ‘ricatto’ al Cda Rai.

“Le parole che Silvio Berlusconi fa uscire dal vertice del Pdl – ha detto Matteo Orfini, responsabile Informazione della segreteria nazionale del Pd – sono gravissime e illuminanti. Quel fastidio per l`informazione che non gli piace e che deve cambiare secondo i suoi desideri dimostra un concetto autoritario. Aggravato da un esplosivo conflitto di interessi, vista la minaccia di non firmare il contratto di servizio che decreterebbe la fine della Rai. Un conflitto di interessi divenuto insostenibile da quando ha assunto anche il ministero dello Sviluppo economico che ha la comunicazione tra le sue competenze dirette“.

Orfini lo ha definito un “atto intimidatorio” perché arriva proprio mentre è in corso un delicato consiglio di amministrazione della Rai.

 “La nostra contrarietà all`interim del Presidente Berlusconi per il Ministero dello Sviluppo economico – gli ha fatto eco il capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera Michele Meta – trova conferma nell’incredibile ricatto avanzato nei confronti dei vertici della Rai, che si apprestano a licenziare il palinsesto dei programmi per la prossima stagione, con la minaccia di non firmare il rinnovo del contratto di servizio a causa della “faziosità” di alcuni programmi del servizio pubblico. Se non è questo conflitto di interessi, allora di cosa stiamo parlando? Auspichiamo una ferma risposta da parte dei vertici della Rai ad un simile e inaudito attacco lesivo dell`autonomia di un`azienda che, finanziata con i soldi dei contribuenti, non può in alcun modo dare l`impressione – ha concluso Meta -, di piegarsi agli interessi della politica stracciando gli obblighi sanciti nello Statuto aziendale e i doveri del servizio pubblico nell`interesse generale dei cittadini”.

Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del Pdc, ha commentato: “La Rai non è di sua proprietà: le parole del premier non fanno che acuire il suo già enorme conflitto di interessi”.

 

Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Pd, è del parere che “con la minaccia di non firmare il contratto di servizio il conflitto di interessi del Presidente Berlusconi oltre che una tragedia diventa anche una farsa”.

“E’ ovvio, infatti, che il proprietario di Mediaset non può firmare quel contratto diventando così anche sul piano formale l’interlocutore-controllore della Rai”.

“Resta la gravità di una minaccia rivolta al vertice Rai in una giornata in cui sono attese importanti decisioni sui palinsesti’, ha detto ancora il responsabile comunicazioni del Pd.

‘Ritengo – ha concluso Gentiloni – che la Commissione di Vigilanza, che sta concludendo l’esame del contratto di servizio, debba chiedere formalmente la fine dell’interim al Ministero dello Sviluppo; interim che impedisce l’entrata in vigore del contratto tra lo Stato e la Rai’.