Tlc: nella Ue più concorrenza e scelta per i consumatori, ma ancora lontani dal mercato unico. Kroes, ‘serve più armonizzazione’

di Alessandra Talarico |

Europa


Neelie Kroes

I mercati europei delle tlc sono diventati più concorrenziali, grazie anche agli interventi della Commissione, e cittadini e imprese possono ora scegliere tra una gamma più vasta di servizi a prezzi più convenienti.

Tutto procede per il verso giusto, dunque, nelle tlc europee? Non proprio, visto che siamo ancora ben distanti dal realizzare il mercato unico, fatto non più di un mosaico di leggi nazionali, ma di un approccio regolamentare comune che aiuti ad affrontare in maniera coerente questioni stringenti quali l’accesso alle reti in fibra ottica.

E’ quanto emerge da una relazione recentemente pubblicata dalla Commissione europea, da cui si evince che “…l’incertezza dal punto di vista della regolamentazione potrebbe ostacolare l’introduzione di progetti di investimenti intensivi di infrastrutture come le reti di accesso della nuova generazione (NGA), vale a dire uno dei punti più importanti dell’Agenda digitale per l’Europa”.

 

La relazione si incentra sull’applicazione della procedura dell’articolo 7, in base alla quale le autorità nazionali devono avvisare in anticipo la Commissione dei loro programmi per regolamentare parte dei rispettivi mercati nazionali, presentando all’esecutivo le proprie analisi di mercato prima di prendere decisioni definitive. Queste procedure, ha spiegato la Commissione, consentono di snellire e migliorare la regolamentazione su tutti i mercati tlc della Ue.

Da quando è stata adottata la procedura dell’articolo 7, le autorità di regolamentazione nazionali hanno presentato più di 1000 progetti di decisioni di regolamentazione per analisi per la Commissione.

 

Vi sono tuttavia ancora molte resistenze da parte degli Stati membri, molti dei quali, nel caso di problemi di concorrenza, continuano ad applicare soluzioni divergenti.

Lo si è notato, ad esempio, nel trattamento dei prodotti di accesso in fibra nei mercati all’ingrosso: sebbene la fibra sia stata inclusa nelle definizioni di mercato, le autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni hanno proposto di non imporre misure correttive o di limitarle alle reti in fibra.

Nel caso dell’accesso o dell’interconnessione alle reti, spiega ancora la Commissione, diverse autorità di regolamentazione includono tuttora costi non pertinenti nel calcolo delle tariffe di terminazione, come i costi dello spettro, il che comporta tariffe eccessivamente elevate.

 

A partire da maggio del prossimo anno, la Commissione si accollerà maggiori responsabilità riguardo l’imposizione e l’attuazione di misure collettive da parte delle autorità nazionali e, di concordo col nuovo organismo di regolamentazione sovranazionale (BEREC), cercherà di promuovere una maggiore diffusione della banda larga ad alta velocità come previsto nell’Agenda digitale per l’Europa.

La Commissione sta inoltre lavorando a una raccomandazione sull’accesso regolamentato alle reti di accesso di nuova generazione, basandosi sulle direttive fornite nel’ambito degli studi di mercato nazionali sulla banda larga e, sempre insieme al BEREC, sta valutando nuove linee guida per favorire un’applicazione coerente degli impegni e misure correttive in materia di separazione.

 

L’applicazione di una regolamentazione coordinata a livello europeo, garantirà “…un’attuazione armonizzata e un funzionamento corretto di un mercato unico Ue per le telecomunicazioni”, ha sottolineato il vice presidente della Commissione, Neelie Kroes, responsabile per l’agenda digitale,

 

Clicca qui per informazioni più complete sugli studi di mercato nell’ambito normativo Ue come per le decisioni della Commissione e le misure notificate in base alla procedura dell’articolo 7 si consulti.