NGN. Il progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’ presentato a Roma. Romani, ‘Prossima settimana tavolo con operatori, ma senza precondizioni’

di Alessandra Talarico |

Italia


Paolo Romani

Comincia a prendere forma il progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’, con l’apertura, stamani a Roma, delle porte della prima centrale a Collina Fleming, dove è stata realizzata una rete in fibra ottica con tecnologia punto-punto in grado di collegare 7.400 unità abitative in 525 edifici residenziali, oltre alle aziende e agli edifici pubblici. La rete, basata su un’architettura aperta, a ‘prova di futuro’ e flessibile, è in grado di garantire velocità di 100 mega alle famiglie e di 1 giga alle aziende.

 

Realizzato congiuntamente da Fastweb, Vodafone e Wind, il network consta di 26 chilometri di tracciato e 180 chilometri di fibra. I lavori del progetto pilota saranno completati a giugno e a luglio saranno effettuati i collegamenti.

Il cablaggio dei condomini verrà effettuato mediante tecniche che garantiranno di minimizzare i disagi e senza costi aggiuntivi per i condomini che decideranno di utilizzare la nuova rete.

 

Alla presentazione erano presenti l’assessore alle Reti informatiche del Comune di Roma Enrico Cavallari,  Mario Mella, Chief Technology Officer di Fastweb, Sandro Falleni, Direttore Tecnologie Rete Fissa di Vodafone, e il Direttore Network Development di Wind, Nicola Grassi.

 

Il progetto presentato oggi, secondo l’assessore Cavallari, potrebbe essere utilizzato come riferimento per ‘Roma Digitale’, il piano che inquadra lo sviluppo dei servizi informatici e di rete per i cittadini della Capitale all’interno degli Obiettivi strategici del Piano eGov 2012. Tra gli obiettivi dell’intesa, raggiungere una maggiore efficienza dei servizi e la loro distribuzione su reti telematiche e fisiche di facile accesso a costo zero per l’amministrazione.

“Nei mesi scorsi abbiamo rilanciato ‘Roma Digitale’ – ha affermato Cavallari – il Comune ha fatto pagare la minima parte ai gestori telefonici per gli scavi e le autorizzazioni, chiedendo loro in cambio di investire per la cablatura della capitale”.

“La rete in fibra ottica – ha aggiunto – è il supporto ideale per l’erogazione dei servizi on-line a cittadini e imprese: tra le nostre priorità c’è, infatti, quella di evitare code agli sportelli, portando sempre più servizi a casa dell’utente”.

 

Il piano degli operatori ‘alternativi’ prevede una prima fase in cui verranno investiti 2,5 miliardi di euro per coprire entro i prossimi 5 anni 15 grandi città per un totale di 10 milioni di persone. La seconda fase prevede investimenti di 8,5 miliardi di euro per coprire le città con più di 20 mila abitanti, raggiungendo così il 50% circa della popolazione italiana.

 

In questo processo è essenziale tuttavia, dicono all’unisono i tre promotori dell’iniziativa, chiamare al tavolo tutti i soggetti pubblici e privati (Cassa depositi e prestiti, banche, investitori finanziari, utilities), gli operatori – Telecom Italia, ma anche BT e Tiscali – il governo e le autorità, per un progetto che sia sinergico e funzionale allo sviluppo socioeconomico del Paese.

 

Il governo ha accolto subito la richiesta: il sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Romani, ha più volte espresso la volontà dell’esecutivo di fungere da ‘cabina di regia’ nella realizzazione della nuova rete. Telecom Italia, da canto, si è detta pronta a partecipare al confronto, ma alle sue condizioni, senza, cioè, mettere in discussione i piani di investimento già stabiliti.

Romani ha confermato stamattina che il tavolo con gli operatori verrà convocato la settimana prossima e sarà ovviamente aperto all’incumbent, ma senza precondizioni.

“Si tratta di fare una proposta per il passaggio dal cavo alla fibra. La riunione è aperta anche a Telecom ma solo se il gruppo non porrà condizioni”, ha detto Romani.

 

Ieri, intanto, i rappresentanti di Fastweb, Vodafone e Wind hanno presentato il progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’ all’amministratore delegato di Expo 2015 spa Lucio Stanca.

Milano è una delle prime città europee raggiunte dalla fibra ottica, grazie a Fastweb, che nel 200 ne avviò la copertura, anche se in un momento in cui le connessioni in rame offrivano velocità inferiori a 1 Mbps e non potevano supportare molti servizi. La rete Fastweb oggi tocca quasi due milioni di abitazioni e conta circa 300.000 abbonati.

Grazie alla fibra, i milanesi hanno avuto modo di accedere a servizi avanzati, come ad esempio la videocomunicazione, già nei primi anni 2000, ma da allora non sono stati fatti molti progressi.

 

Il piano, ha sottolineato Stefano Parisi, “…è coerente con gli obiettivi di Expo 2015, che è un evento che riguarda tutto il Paese e che richiede un’evoluzione della rete”.

Milano, ha aggiunto l’Ad di Fastweb, “è già ad un punto molto avanzato, è una delle città più avanzate al mondo”.

 

Anche se la rete in fibra copre già circa il 90% della città, bisogna sviluppare il progetto e aprirlo ai competitors, ha continuato Parisi, sottolineando che “…è interesse di tutti condividere questi investimenti”.

I tre operatori concorrenti di Telecom Italia attendono comunque un segnale dal Governo, in attesa di delineare la struttura di governance della nuova società comune che dovrebbe gestire la realizzazione della rete in fibra ottica.

 

Secondo il Rapporto ISBUL, infatti, la diffusione della banda larga e ultralarga necessita “di una chiara strategia a livello nazionale, fondata su un mix di interventi che riguardano incentivi alle infrastrutture, sviluppo della concorrenza, incentivi economici ai consumatori, programmi di alfabetizzazione, ampliamento dell’offerta di servizi pubblici online”.

 

Riprendendo anche la posizione del presidente Agcom Corrado Calabrò, Stanca, da canto suo, ha auspicato un “gioco di squadra” tra gli operatori chiamati a realizzare la nuova infrastruttura che, secondo uno studio presentato ieri a Roma, richiederà un investimento da poco più di 13 miliardi di euro per una copertura del 50% della popolazione.

“Guardiamo con molto interesse il progetto che ci è stato presentato, perché in Italia il digital divide e la cablatura in fibra ottica sono uno dei problemi più importanti”, ha affermato Stanca.  

 

Il capoluogo lombardo, che ospiterà l’Expo 2015, è al centro anche dei piani dell’incumbent, che nei giorni scorsi ha annunciato lo ‘switch off’ della rete in rame nella città in vista dell’importante evento internazionale.

“A Milano – aveva detto Franco Bernabè incontrando Stanca – ci sono le condizioni per partire perché c’è già un’infrastruttura in fibra ottica che rappresenta circa un terzo dell’investimento necessario”.

“Certo – aveva aggiunto – c’è molto da fare, da trovare i fondi per realizzare gli altri due terzi e trovare con il regolatore le condizioni necessarie perché non ci si limiti a integrare l’infrastruttura esistente con i pezzi mancanti, ma si arrivi a sostituire integralmente la vecchia infrastruttura in rame con una nuova in fibra ottica”.