Street View: Garante apre istruttoria sulla raccolta dati Wi-Fi. Schmidt, ‘Danneggiata non la privacy ma la nostra immagine’

di Alessandra Talarico |

Italia


Street View

Non sono bastate le rassicurazioni del Ceo Eric Schmidt: Google è finito nuovamente nel mirino dei Garanti Privacy per il furto ‘inconsapevole’ delle informazioni degli utenti Wi-Fi.

I Garanti privacy di Italia e Germania hanno aperto istruttorie per esaminare la legittimità e la correttezza del trattamento dei dati personali effettuato nell’ambito del servizio Street View, mentre quello britannico ha chiesto espressamente alla società di “cancellare subito i dati raccolti illecitamente”.

Per oltre tre anni, in sostanza, gli addetti incaricati di catturare le immagini per il servizio di mapping online, hanno intercettato anche ‘per errore’ il nome e l’indirizzo di tutti modem Wi-Fi sul loro percorso, captando, quindi, anche tutta una serie di informazioni personali degli utenti di questi dispositivi, dalle email alle password.

 

Ieri, il Ceo di Google ha affermato che “nessuno è stato danneggiato” dall’errore inconsapevole degli addetti Street View, se non la reputazione della società.

Schmidt ha affermato che è “altamente improbabile” che le informazioni raccolte siano “utili a qualcuno” e che dalle indagini interne è stato appurato che “nessuno ha utilizzato le informazioni”.

 

Queste rassicurazioni non sono però bastate: il Garante italiano vuole saperne di più sulla raccolta dati effettuata nel nostro Paese, che – come ammesso anche da Google Italia – ha riguardato, oltre alla presenza di reti wireless e di apparati di rete radiomobile, anche frammenti di comunicazioni elettroniche, eventualmente trasmesse dagli utenti su reti wireless non protette.

Il Garante ha invitato la società a sospendere qualsiasi trattamento di questi dati fino a diversa indicazione dell’Autorità e a comunicare la data di inizio della raccolta delle informazioni, le finalità e le modalità con cui è stata realizzata, per quanto tempo e in quali banche dati le informazioni sono custodite.

 

Il ‘caso’ è uscito fuori dopo che il Garante tedesco aveva chiesto una verifica sui dati Wi-Fi in mano alla società, che ha immediatamente chiarito che si tratterebbe solo di frammenti di dati mai utilizzati. È stata, insomma, solo una svista, dovuta all’erroneo inserimento nelle strumentazioni delle ‘Google Cars’ che hanno girato il mondo per catturare le immagini da inserire in Street View, di un software creato nel 2006 per indicizzare tutte le categorie di dati provenienti da reti Wi-Fi pubbliche.

Google ha chiarito che appena appurato lo sbaglio, i dati sono stati isolati e resi inaccessibili e che sono stati avviati subito contatti con i regolatori dei maggiori paesi per accordarsi su come eliminare le informazioni raccolte.

 

Lo stesso, il Garante ha chiesto all’azienda di “chiarire l’eventuale impiego di apparecchiature o software ‘ad hoc’ per la raccolta di dati sulle reti wi-fi e sugli apparati di telefonia mobile” e di comunicare “…se i dati raccolti siano accessibili a terzi e con quali modalità, o se siano stati ceduti”.

 

Anche l’Autorità tedesca ha avviato un’indagine per violazione della privacy, mentre negli Usa il gruppo Consumer Watchdog ha scritto alla Federal Trade Commission per investigare sulla questione.

 

“Dati gli ultimi avvenimenti, non c’è assolutamente alcuna ragione per credere alle affermazioni di Google sulle policy di raccolta e gestione dei dati”, afferma Consumer Watchdog.