Agenda digitale: la Ue traccia un piano d’azione e multa per 331 mln di euro maxicartello dei chip

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Parlamento Europeo

La Commissione ha presentato oggi un’ambiziosa Agenda europea del digitale la cui attuazione dovrebbe dare un importante contributo alla crescita e diffondere i benefici derivanti dall’era digitale a tutte le fasce sociali.

Come sottolinea una nota Ue, negli ultimi 15 anni le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno già determinato la metà dell’aumento di produttività in Europa ed è probabile che questa tendenza sia sempre più marcata. L’Agenda indica sette aree prioritarie d’azione: la creazione di un mercato unico del digitale, una più estesa interoperabilità, una maggiore fiducia in internet e nella sua sicurezza, un accesso molto più veloce ad internet, investimenti più consistenti nel settore ricerca e sviluppo, un miglioramento dell’alfabetizzazione e dell’inclusione digitali, l’uso delle tecnologie Ict per sostenere le sfide che la società si trova ad affrontare come il cambiamento climatico e l’invecchiamento demografico.

Tra i benefici ottenibili, anche una maggior facilità per i pagamenti online e la fatturazione elettronica, nonché l’introduzione in tempi brevi della telemedicina e di sistemi d’illuminazione a elevata efficienza energetica. In queste sette aree d’azione, l’Agenda del digitale prevede 100 interventi di follow-up; di questi, 31 dovrebbero essere di carattere legislativo. L’Agenda digitale costituisce la prima delle sette iniziative faro della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile dell’Agenda digitale ha dichiarato: “Dobbiamo porre gli interessi dei cittadini e delle aziende europee al centro della rivoluzione digitale, in modo da sfruttare appieno il potenziale dell’Ict per la creazione di nuovi posti di lavoro, la sostenibilità e l’inclusione sociale“.

“L’ambiziosa strategia che viene presentata oggi indica chiaramente le aree sulle quali è necessario concentrare i nostri sforzi nei prossimi anni. Per portare a pieno frutto il potenziale del futuro digitale europeo dobbiamo ottenere un totale sostegno da parte degli Stati membri, del settore delle TIC e di tutte le componenti economiche vitali.”.

I sette obiettivi qui di seguito:

1. Un nuovo mercato unico per sfruttare i benefici apportati dall’era digitale

I cittadini dovrebbero poter usufruire di servizi commerciali e prodotti di intrattenimento culturale su base transnazionale. Ma i mercati dell’UE sono ancora segmentati da barriere che impediscono l’accesso a servizi di telecomunicazione e digitali e a contenuti offerti su scala europea. Il numero di brani musicali scaricati attualmente negli USA è quattro volte superiore rispetto all’UE, che presenta mercati frammentati caratterizzati da una mancanza di offerta legittima. La Commissione intende aprire l’accesso a contenuti legittimi in rete semplificando i meccanismi esistenti di liberatoria del diritto d’autore, rilascio transfrontaliero di licenze e gestione dei diritti. Altre azioni comprendono l’agevolazione dei pagamenti e della fatturazione elettronica nonché la semplificazione della risoluzione delle controversie in rete.

2. Migliorare la definizione e l’interoperabilità delle norme ICT

Per facilitare la creatività, l’aggregazione e l’innovazione da parte dei cittadini, abbiamo bisogno di prodotti e servizi ICT aperti e interoperabili.

Migliorare il tasso di fiducia e la sicurezza

I cittadini europei non faranno ricorso a tecnologie delle quali non si fidano — devono sentirsi a proprio agio e sicuri quando accedono a servizi online. Una risposta europea meglio coordinata ai cyber-attacchi e norme più rigorose in merito alla protezione dei dati personali costituiscono parte della soluzione a questo problema. Potenzialmente, le azioni potrebbero anche obbligare i gestori di siti web a comunicare agli utenti eventuali violazioni della sicurezza che coinvolgono i loro dati personali.

3. Aumentare l’accesso a internet veloce e superveloce per i cittadini europei

L’obiettivo per il 2020 è di offrire l’accesso a internet a velocità pari o superiori a 30 Mbp a tutti i cittadini europei, nonché connessioni a 100 Mbp ed oltre alla metà delle famiglie europee. Oggi, solo l’1% dei cittadini UE ha accesso a reti ad alta velocità a fibra ottica, contro il 12% dei giapponesi e il 15% dei sudcoreani (cfr. tabella allegata). L’internet superveloce è un requisito essenziale per una crescita economica forte, per la creazione di nuovi posti di lavoro e di prosperità, ma anche per garantire che i cittadini possano accedere ai contenuti e ai servizi che desiderano. La Commissione esplorerà, tra le altre cose, anche vari modi per attrarre finanziamenti destinati allo sviluppo delle reti a banda larga attraverso meccanismi di rafforzamento del credito e fornirà orientamenti su come incoraggiare gli investimenti nelle reti a fibra ottica.

4. Incrementare la ricerca di punta e l’innovazione nell’Ict

L’Europa deve investire di più nel settore R&S e deve facilitare il concretizzarsi sul mercato delle migliori idee prodotte in Europa. L’Agenda mira, tra l’altro, a incrementare gli investimenti privati con fondi regionali europei e ad aumentare i finanziamenti UE destinati alla ricerca così che l’Europa possa tenere il passo con i concorrenti e addirittura superarli. Gli investimenti UE nella ricerca Ict rappresentano meno della metà di quelli USA (37 miliardi di euro contro 88 miliardi, nel 2007).

5. Fornire a tutti i cittadini europei competenze digitali e servizi online accessibili

Oltre la metà dei cittadini europei (250 milioni) si collega ogni giorno a internet, ma un altro 30% non lo ha mai fatto. Tutti, vecchi e giovani e a prescindere dall’estrazione sociale, hanno diritto ad accedere alla conoscenza e alle competenze necessarie a far parte dell’era digitale, dato che ormai, e sempre in maggior misura, il commercio, i servizi pubblici, quelli sociali e sanitari, l’istruzione e la vita politica sono reperibili in rete.

6. Sfruttare il potenziale dell’Ict a vantaggio della società

Dobbiamo investire nell’uso intelligente della tecnologia e nello sfruttamento delle informazioni per trovare soluzioni che riducano il consumo energetico, sostengano una popolazione che invecchia, consentano ai pazienti di avere un ruolo più incisivo e migliorino l’accesso alla rete delle persone con disabilità. Uno degli obiettivi potrebbe essere di consentire ai pazienti la consultazione delle cartelle cliniche, ovunque si trovino in Europa, entro il 2015. L’Agenda contribuirà allo sviluppo di tecnologie Ict votate al risparmio energetico, quali le tecnologie d’illuminazione allo stato solido (Solid State Lighting, SSL) che utilizzano il 70% in meno di energia rispetto a quelle tradizionali.

7. Realizzare una strategia europea per il digitale

La sfida più ardua è quella di garantire l’adozione e l’attuazione in tempi brevi delle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi elencati. Vari commissari europei lavoreranno in sinergia con le istituzioni dell’Unione europea e con le parti interessate per trasformare l’Agenda digitale in realizzazioni concrete.

Intanto oggi la Commissione europea ha chiuso con l’erogazione di una multa di 331 milioni di euro la causa contro i 10 principali produttori di memory chip al mondo per la creazione di un cartello sui prezzi.

Le società multate sono Samsung, Hynix, Infineon, NEC, Hitachi, Mitsubishi, Toshiba, Elpida, Nanya e Micron. Sono accusate di essersi accordate per fissare i prezzi delle memorie Dram, utilzizate nei pc.

Si tratta della prima volta che una causa del genere viene raggiunta con un accordo extra-giudiziario, frutto delle nuove regole fissate per accelerare le sentenze in materia di concorrenza.

Il commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia ha definito la decisione “una pietra miliare nell’azione della Commissione contro i cartelli”. La multa segue le ammissioni delle aziende che, ha precisato Almunia, hanno “riconosciuto la loro partecipazione a un cartello“, con una riduzione della multa del 10%, “permettendo così di chiudere la lunga indagine”.

Secondo quanto appurato, dal 1998 al 2002 le aziende avrebbero coordinato i loro prezzi sul mercato europeo e condiviso informazioni riservate.

Quest’ultima, tuttavia, è stata esclusa dall’indagine avendo fornito alla Commissione le informazioni necessarie per l’inchiesta. La maggiore sanzione è stata inflitta a Samsung (145,73 milioni di euro) che ha subito un analogo procedimento negli Usa, con una condanna dal tribunale di San Francisco al pagamento di 300 milioni di dollari; Infineon dovrà pagare 56,70 milioni; Hyinix Semiconductor 51,47 milioni. Hitachi e Nec, multate per 20,41 milioni l’una, Toshiba (17,64 milioni), Mitsubishi (16,61 milioni), Nanya Technology (1,80 milioni) ed Elpida Memory (8,50 milioni). Non è stata ritenuta responsabile Micron Technology.

Tutte le multe sono state ridotte del 10% dal momento che le società si sono dichiarate colpevoli.

In una nota la tedesca Infineon Technologies ha precisato che la propria multa da 56,7 mln euro non avrà alcun impatto suoi conti 2010: “Abbiamo già effettuato accantonamenti per una possibile multa e collaborato con la Commissione nel corso dell’inchiesta“.