Banda larga. Il mercato Ue è il più grande del mondo. La Kroes interviene anche su censura cinese: ‘E’ competenza della Wto’

di Raffaella Natale |

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Neelie Kroes

La Commissione Ue ha pubblicato oggi la Relazione sulla competitività digitale che evidenzia come questo settore si stia rafforzando e ampliando, interessando tutti i settori dell’economia e coinvolgendo tutti gli aspetti della nostra vita.

Negli ultimi 15 anni la produttività in Europa è aumentata del 50% grazie all’Ict. Sei europei su dieci usano internet regolarmente. Tuttavia, se l’Europa intende cogliere tutti i vantaggi potenziali offerti dall’economia digitale, deve accelerare il passo e fornire servizi a banda larga più veloci e un internet di cui le persone si possano fidare, migliorare le competenze dei cittadini e incoraggiare ancora di più l’innovazione nel settore delle Ict. Con l’Agenda europea del digitale, l’iniziativa faro della strategia Europa 2020, la Commissione europea proporrà misure specifiche che saranno avviate a breve termine in questi settori.

 

Neelie Kroes, Commissario Ue per l’Agenda digitale, ha dichiarato: “L’economia digitale dell’Europa è fondamentale per la crescita economica e la prosperità. Oggi l’Ict e internet ad alta velocità stanno rivoluzionando la nostra vita così come lo hanno fatto oltre un secolo fa la diffusione dell’elettricità e lo sviluppo delle reti di trasporto. Dobbiamo in ogni caso puntare su un maggiore sviluppo di internet per offrire a tutti i cittadini i benefici dell’economia digitale”.

 

La relazione, che esamina gli sviluppi più recenti nel settore Ict, fornisce prove solide a sostegno dell’elaborazione di un’agenda europea del digitale, la prima iniziativa faro della Commissione europea che sarà inaugurata a breve nell’ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

 

La relazione individua nell’Ict uno degli elementi di propulsione dell’economia europea. La crescita del 50% della produttività registrata dal 1995 deve essere attribuita ai progressi tecnologi e agli investimenti in questo settore. Dai dati disponibili per il periodo 2004-2007 risulta che, più di recente, questi investimenti hanno iniziato a dare frutti anche nel resto dell’economia. Il valore aggiunto dell’industria Ict rispetto all’economia europea ammonta a circa 600 miliardi di euro (il 4,8% del PIL). Il settore rappresenta il 25% degli investimenti totali commerciali nella R&S nell’UE. Tuttavia, negli USA i benefici derivanti dall’Ict sono più consistenti. Per ottenere gli stessi risultati l’Europa deve attuare riforme strutturali e sviluppare un’agenda digitale coerente.

 

In Europa circa il 60% della popolazione usa internet regolarmente e il 48% quotidianamente. Questi risultati sono simili a quelli registrati negli USA, dove il 56% utilizza internet ogni giorno e il 65% lo ha usato negli ultimi tre mesi. Tuttavia, circa un terzo della popolazione, sia nell’UE (30%) che negli USA (32%), non ha mai usato internet.

 

Esistono notevoli differenze socioeconomiche e geografiche. In particolare, gli anziani, le persone meno istruite o a reddito basso usano internet meno e hanno livelli di competenza inferiori. Per costruire una società digitale europea è indispensabile potenziare le competenze digitali. Anche in questo caso il confronto fra l’UE e gli USA fornisce risultati positivi, sebbene l’uso del web sia maggiormente diffuso fra le persone più anziane negli USA (il 46% della popolazione con più di 55 anni negli USA non ha mai usato internet, rispetto al 59% nell’UE). Invece, in Corea e in Giappone le differenze fra gruppi socioeconomici sono meno marcate.

 

Nel 2009 il mercato della banda larga nell’UE si è confermato come il mercato più grande del mondo. Quasi un quarto dei cittadini dell’UE (il 24,8%) ha un abbonamento per servizi a banda larga fissa. Anche se le velocità delle connessioni stanno aumentando e considerando che l’80% delle linee fisse a banda larga nell’UE offre velocità superiori a 2 Mbps, soltanto il 18% delle connessioni fanno registrare velocità superiori a 10 Mbps. Se queste velocità sono sufficienti per le applicazioni web di base, non lo sono però per applicazioni più sofisticate, quali per esempio la TV on demand. La strategia Europa 2020 fissa obiettivi ambiziosi che prevedono la possibilità di offrire a tutti gli europei un accesso alla banda larga con velocità di almeno 30 Mbps. Per utilizzare velocità superiori sarà necessario realizzare reti di accesso di nuova generazione. L’UE ha accumulato un forte ritardo rispetto a paesi quali la Corea e il Giappone nella realizzazione di queste reti. La migrazione verso una banda larga di capacità superiore è una notevole sfida strutturale per l’intero settore delle telecomunicazioni.

 

Oltre al ruolo significativo svolto a favore della crescita dell’economia europea, internet offre un enorme potenziale per rafforzare il mercato unico. Tuttavia, il livello di attività di eCommerce ed eBusiness varia da uno Stato membro all’altro e le transazioni transfrontaliere sono limitate. Il 54% degli utenti acquista o vende prodotti via internet ma solo il 22% effettua transazioni con altri paesi dell’UE. L’eCommerce è invece molto più diffuso negli USA, dove il 75% degli utenti acquista o vende prodotti online. Questi dati dimostrano che in Europa manca un vero mercato unico digitale, che è un requisito essenziale per favorire la crescita delle piccole e medie imprese europee e offrire ai consumatori una scelta più ampia a prezzi competitivi.

 

Relazione Integrale  

 

La Kroes, oggi in visita a Shanghai, è anche intervenuta sull’argomento censura del web, imposta dalla Cina, che costituisce una barriera al commercio perché impedisce il libero scambio di informazioni e per questo dovrebbe quindi essere esaminata dalla World Trade Organization (Wto)

 

Il blocco di internet “è uno di quegli argomenti che necessitano di essere affrontati dal Wto”, ha dichiarato Kroes ai giornalisti, secondo quanto riportano le agenzie internazionali. La censura è un ostacolo al commercio “perché è una barriera reale alla comunicazione”, ha aggiunto Kroes, che è anche responsabile dell’agenda digitale dell’Ue.

La legge cinese impone alle internet company di bloccare o rimuovere dalla rete una serie di contenuti, che spaziano dalla pornografia al dissenso politico. Conosciuta come “il grande firewall della Cina“, la legge blocca l’accesso a siti come Facebook, Twitter e YouTube, considerate piattaforme che consentono la condivisione di contenuti illeciti.

“Sto facendo pressione ovunque posso per far avere spazio alle aziende europee in Cina, e viceversa”, ha affermato Kroes.

 

L’ex commissario Ue per la concorrenza non ha rilasciato commenti su Google, che a marzo ha smesso di filtrare i risultati sul suo motore di ricerca in lingua cinese per protestare contro la censura e contro gli attacchi informatici che sarebbero partiti dalla Cina.