Digitale terrestre: Emilia-Romagna tra le prime regioni a passare direttamente al Dtt senza passare attraverso lo switch-over  

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Il Direttore Generale di Lepida, Gianluca Mazzini, parteciperà alla task-force che si occupa delle realizzazione territoriale.

Italia


Antenne

L’Emilia-Romagna sarà la prima regione italiana, insieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia, a passare al digitale terrestre in una soluzione unica, anziché, come è avvenuto nelle regioni in cui il DTT è diventato la modalità standard di ricezione, attraverso la fase del switch-over, quando convivono sia analogico che digitale terrestre, e poi quella definitiva del switch-off che segna invece il definitivo passaggio alla DTT.

 

La semplificazione (vantaggiosa soprattutto per i cittadini che non devono modificare i loro assetti per due volte a distanza di pochi mesi) è uno dei risultati ottenuti dai due tavoli di concertazione nazionale – o meglio interregionale – incaricati di gestire il passaggio.

Il primo dei due, il Comitato Nazionale Italia Digitale (CNID), è incaricato di definire gli indirizzi e la programmazione, e ne fa parte Lorenzo Broccoli, Direttore Generale ai sistemi informativi e telematica della Regione Emilia-Romagna, e il secondo è la task-force che si occupa delle realizzazione territoriale. A quest’ultimo partecipa il Direttore Generale di Lepida, Gianluca Mazzini.

 

La concertazione coinvolge le emittenti nazionali, le associazioni di categoria delle emittenti locali, le associazioni dei consumatori, dei produttori di tecnologie, la Fondazione Ugo Bordoni e i rappresentanti degli editori a stampa. Il passaggio al digitale terrestre che avverrà in Emilia-Romagna quest’anno (a Parma e Piacenza lo switch-over è previsto per il 18 maggio e lo switch-off tra metà settembre e metà ottobre; in tutto il resto della Regione il passaggio avverrà in un’unica soluzione tra il 21 ottobre e il 25 novembre) è un processo complesso. Coinvolge infatti gli operatori di rete che devono convertire gli impianti, i produttori dei contenuti che devono mettere a punto un’offerta sostenibile e i consumatori, ossia tutti coloro che possiedono un impianto di ricezione, nonché gli antennisti installatori che devono poter intervenire per aiutarli.

 

I numeri sono importanti: si calcola che gli impianti attualmente presenti in analogico siano oltre 1.400. Il comitato e la task-force continuano a lavorare intensamente, di concerto con le altre Regioni interessate e hanno individuato una serie di azioni da concretizzare in tempi brevi per facilitare la vita a tutti i soggetti coinvolti. Tra le azioni suggerite, una campagna di informazione per dare indicazioni concrete e pratiche su come attrezzarsi, il coinvolgimento delle associazioni di volontariato per facilitare il passaggio alle categorie deboli, anziani e persone in divario tecnologico; iniziative per salvaguardare la possibilità di ricezione nelle aree montane, anche coinvolgendo gli enti locali che hanno la possibilità di richiedere la ripetizione del segnale nel proprio territorio, possibilità ad oggi utilizzata con oltre 300 impianti.

 

Inoltre le azioni di sensibilizzazione interesseranno amministratori di condominio, catene distributive che vendono televisori e decoder, tecnici installatori per concordare prezzi calmierati. Sul versante più amministrativo, infine, si sta procedendo alla semplificazione amministrativa per rendere il passaggio meno oneroso e più veloce. Infine, si intende lavorare per individuare politiche di sostegno a favore delle imprese operatrici di rete locali di concerto con le Regioni limitrofe. (r.n.)

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