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Smartphone: HP acquisisce Palm per 1,2 miliardi di dollari

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HP, primo produttore mondiale di personal computer, ha annunciato l’acquisizione del gruppo Palm per 1,2 miliardi di dollari.

Con questa mossa, giunta a sorpresa nonostante le difficoltà di Palm fossero ormai note, HP tenta di ritagliarsi uno spazio nel competitivo mercato degli smartphone, nel quale la maggior parte dei rivali – Dell, Lenovo, Acer – si è già lanciata.

Gli azionisti di Palm riceveranno 5,70 dollari per azione, un premio del 23% sul valore del titolo registrato mercoledì poco prima della chiusura dei mercati.

L’operazione ha già ricevuto l’ok dei consigli di amministrazione dei due gruppi, ma dovrà ricevere il via libera anche delle autorità antitrust. La transazione dovrebbe essere comunque finalizzata entro il terzo trimestre fiscale, che si chiude il 31 luglio e a dirigere la società dovrebbe restare l’attuale presidente Jon Rubinstein.

L’annuncio di stamani mette fine a diverse settimane di speculazioni: tutti i grandi player del settore – da Microsoft a Google e Nokia, da Lenovo a Huawei e HTC – erano stati dati come prossimi all’acquisizione di Palm, che offre il vantaggio di disporre di un prodotto completo di hardware e software: a differenza dei rivali, dunque, HP non dovrà affidarsi a un sistema operativo prodotto da terzi.

Quello degli smartphone è l’unico segmento del mercato mobile a non essere stato intaccato dalla crisi: a livello globale, le consegne dovrebbero crescere quest’anno del 35,5% a 247 milioni di unità.

Gli smartphone offrono inoltre la promessa di margini più alti: il margine lordo di HP nell’ultimo trimestre si è attestato al 22,8%, rispetto al 45,7% segnato da Research in Motion e al 41,7% di Apple.

Di questo segmento, a livello globale, Palm detiene una quota dell’1,2%, rispetto al 41,1% di Nokia, il 19,9% di RIM e al 14,4% di Apple.

Se, però, come è ipotizzabile, il gruppo lancerà i primi smartphone negli Stati Uniti – il maggiore mercato smartphone del mondo – prima di Natale, si scatenerà presumibilmente una ‘guerra dei prezzi’ che non gioverà certo ai competitor come RIM, Motorola, Samsung, LG o HTC e permetterà ad HP di imporsi come un player di spessore.

HP, che a gennaio disponeva di una liquidità pari a 13 miliardi di dollari, secondo l’analista di Avian Securities Matthew Thornton, ha infatti tutte le carte in regola per far ‘resuscitare’ Palm, cui manca soltanto “il capitale per stare nel gioco”.

Con i suoi PDA, Palm è stato, in effetti, uno dei pionieri del settore, ma il suo smalto è andato via via perdendosi dopo l’ingresso nel mercato di nuovi prodotti quali il BlackBerry, l’iPhone e gli smartphone motorizzati da Google: neanche gli ultimi modelli, come il Pre e la sua versione ‘light’ Pixi, destinati a giocare il ruolo di ‘iPhone killer’ grazie alle migliorate performance del sistema operativo proprietario WebOs, sono serviti a risollevare le sorti del gruppo.

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