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Social network: su Facebook dal posto di lavoro, ma niente amicizia con il capo

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Un’indagine internazionale condotta da F-Secure tra gennaio e marzo 2010 sugli utenti di Facebook, ha rivelato che il 58% degli intervistati si collega al social network almeno occasionalmente durante l’attività lavorativa. Tuttavia, circa  3 utenti su 4 non aggiungono il proprio capo fra gli amici e il 77% dichiara di utilizzare le impostazioni di privacy del sito.

 

“Abbiamo osservato che gli utenti di Facebook sono molto più attenti alla privacy di quanto gli esperti non credano”, ha dichiarato Sean Sullivan, Security Advisor di F-Secure. “Mentre Facebook rende pubbliche sempre più informazioni, aumenta la consapevolezza dell’importanza della privacy tra gli utenti”.

 

Gestire la propria presenza online è fondamentale per chi è alla ricerca di un’occupazione. Da tempo, i datori di lavoro usano Google per raccogliere informazioni sui candidati e la lettura dei profili sui social network è diventata una pratica comune per chi si occupa delle assunzioni.

 

Molti dipendenti di diversi Paesi, inclusi i funzionari militari, inoltre, sono stati richiamati per aver pubblicato contenuti inappropriati o offesivi sul social network più popolare al mondo.

 

“Il 35% degli utenti intervistati ha dichiarato di aver pubblicato qualcosa su Facebook e di essersene poi pentito”, ha commentato Sullivan. “Gli utenti di Facebook devono rendersi bene conto che qualsiasi contenuto carichino sul sito, protetto o meno a livello di privacy, può facilmente diventare pubblico. Pertanto, è buona norma pensarci due volte prima di farlo”.

 

“Facebook è un servizio gratuito. Gli iscritti ‘pagano’ guardando la pubblicità e mettendo parte della propria vita in contenuti che possono essere cercati, condivisi e monetizzati“, ha aggiunto Sullivan. “Gli utenti sono disponibili a questo tipo di scambio, ma chiedono a Facebook maggiore controllo su ciò che viene condiviso, e con chi”, ha concluso Sullivan.

 

L’indagine è stata condotta da F-Secure attraverso SurveyGizmo tra gennaio e marzo 2010. Lo studio ha interpellato 450 utenti in tutto il mondo, contattati attraverso Facebook, Twitter e siti di social bookmarking come StumbleUpon, che hanno risposto a una serie di domande relative al loro utilizzo quotidiano di Facebook.

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