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Caso Sky. Ue: ‘Processo ancora in corso. Decideremo a breve’. Ma eventuale sì condizionato perché la Pay TV ancora in posizione dominante

Italia


Ancora nessuna decisione in vista da parte della Commissione europea sull’ingresso di Sky Italia sul digitale terrestre. Nonostante i continui annunci dati da alcuni giornali, il dossier è ancora all’esame dei servizi del Commissario europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia, e nessuna proposta è stata finora portata all’attenzione del collegio.

La Commissione deciderà “a breve’ ha detto oggi Amelia Torres, portavoce del Commissario Almunia, spiegando che che sebbene ‘non si possa ancora dire con esattezza quando la decisione verrà presa, perché sono ancora in corso le discussioni e le analisi’‘, Almunia dovrebbe dare un’indicazione ‘a breve’.
‘No comment’ di Bruxelles invece sui market test effettuati presso gli altri operatori, l’esito dei quali orienterà la decisione di Almunia: ‘Stiamo ancora ricevendo commenti ai test, e fa tutto parte del processo decisionale ancora in corso’‘, ha precisato la Torres.

  

La direzione per la concorrenza, secondo indiscrezioni, sarebbe però orientata a dare una indicazione favorevole all’ingresso del gruppo di Rupert Murdoch sulla Dtt anche prima del 31 dicembre 2011, ma a condizione che acquisisca solo frequenze per trasmettere in chiaro e non per offrire servizi a pagamento.

Questo poiché dai market test sarebbe emerso che la mantiene ancora una posizione dominante nel settore della Pay TV.

 

In base agli impegni presi con la Ue nel 2002 per avere il via libera dell’Antitrust alla fusione tra TelePiù e Stream, Sky Italia non può entrare nel mercato del digitale terrestre prima del 2012 in virtù della sua posizione dominante sul mercato della tv a pagamento.

 

Ma qualche tempo fa Sky ha chiesto alla Commissione di rivedere la scadenza fissata per poter partecipare alla gara per i multiplex, cioè le cinque frequenze del digitale terrestre che saranno messe a diposizione di tre operatori minori e due nuovi entranti.

A fine marzo la Commissione aveva previsto di poter arrivare a una decisione per metà aprile e a inizio mese il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani ha chiesto un nuovo incontro con Almunia per parlare della questione, incontro che ancora non c’è stato.

“Ho mandato una lettera ad Almunia per chiedere un secondo incontro – ha spiegato Romani – dopo il primo molto garbato e dall’esito largamente favorevole. Mi auguro chequesto secondo incontro tra Almunia e me possa essere risolutivo a chiarificatore, ferma restando la nostra posizione in base alla quale gli impegni presti da Sky devono rimanere quelli di oggi’.

 

In ogni caso, la Ue non ha ancora preso una decisione definitiva, al contrario di quanto riportano alcuni quotidiani e siti, che è invece attesa per fine mese.

 

Dura la posizione del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri: “Sky è dipinta come vittima di ostracismo governativo e manovre discriminatorie. Come se Sky Italia non fosse espressione del più forte operatore televisivo del mondo, detentore in Italia di una posizione stradominante nella Pay TV”.

“In compagnia di tutti gli altri operatori tv – ha ribadito Confalonieri – noi diciamo che non ci sono cambiamenti tali sul mercato che consentano al monopolista satellitare di acquisire le scarse frequenze di trasmissione, già insufficienti per gli operatori attuali’.

“Nessun operatore tv – ha aggiunto – è riuscito a scalfire il monopolio Sky sul satellite’.

 

Non saranno però gli imminenti mondiali di calcio a dar soddisfazione su Murdoch al gruppo di Cologno Monzese. Non grazie all’arbitrato avviato da Mediaset alla Camera di commercio internazionale di Parigi per ottenere da Sky i diritti per il digitale terrestre a pagamento sull’appuntamento di giugno in Sudafrica: ‘I tempi dell’arbitrato non dipendono da noi, ma purtroppo i tempi utili per fare una possibile offerta non credo ci siano’.

 

Lo stesso Piersilvio Berlusconi ha poi sottolineato la ‘serratissima competizione con Sky Italia e con l’editore Rupert Murdoch’ per respingere le fantasie di un azionista Mediaset che nel corso dell’assemblea dei soci aveva riferito di presunti rumor di cessione delle quote di controllo del Biscione al magnate australiano: ‘Anche se una decisione di questo tipo compete a Fininvest – ha aggiunto il vicepresidente Mediaset -, io mi oppongo e non è all’ordine del giorno, né oggi né in futuro”.

 

Pronta la replica dell’amministratore delegato della Pay TV Tom Mockridge: “Ho letto sulle agenzie che il mio amico Fedele Confalonieri ha detto che Sky Italia è ‘un monopolista detentore di una posizione stradominante nella Pay TV’. Di conseguenza sono rimasto un po’ sorpreso quando ho letto che pochi minuti dopo Piersilvio Berlusconi ha dichiarato che ‘Mediaset è in una situazione di serratissima competizione con Sky’. Credo che a questo punto sia necessario un piccolo chiarimento”.

Mi piacerebbe davvero infatti capire se per Mediaset Sky ‘è un monopolista’ o ‘è un competitor’, se siamo ‘stradominanti nella Pay TV’ oppure se Mediaset Premium – come affermato durante la loro ultima presentazione agli analisti – ‘ha raggiunto 4,1 milioni di clienti’, un numero che – considerando che Sky Italia ha 4,7 milioni di abbonati – è un po’ in contraddizione con la prima affermazione. Credo – ha concluso l’ad di Sky – che questo sia un caso in cui i miei amici debbano forse decidere se vogliono la botte piena o la moglie ubriaca”.

 

Remigio del Grosso – Segretario Nazionale Lega Consumatori Acli – ha dichiarato a Key4biz che “I consumatori sono contrari allo sbarco anticipato dell’incumbent satellitare sul digitale terrestre”.
E ha spiegato che “Sky, infatti, si è sempre distinta per comportamenti che hanno danneggiato gli utenti. Spesso condannata per pubblicità ingannevole, Sky fa sorbire ai propri abbonati più o meno la stessa quantità di spot pubblicitari delle televisoni gratuite. Sui diritti Tv del calcio, poi, anche il Tar ha riconosciuto che Sky ha un esclusiva anticoncorrenziale. Senza contare che la programmazione di Sky è stata pesantemente censurata dal Comitato Media e Minori per l’inosservanza delle garanzie a tutela dei telespettatori più giovani. E nonostante sia già presente, con un espediente, sul digitale terrestre, Sky non ha ancora sottoscritto il codice di autoregolamentazione”.
“Sarebbe davvero paradossale
– ha quindi concluso del Grosso – che si permettesse a Sky, solo in Italia, di sbarcare in massa sul digitale terrestre, senza prevedere in capo all’incumbent satellitare alcun impegno anticompetitivo ed in tema di programmazione e tetti pubblicitari”.

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