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Pirateria: il 21 aprile verrà resa pubblica la bozza di accordo ACTA contro la contraffazione. Smentita la linea dura contro gli Isp

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Sarà resa pubblica mercoledì 21 aprile prossimo la bozza di accordo per i negoziati Acta (Anti-Counterfeiting Trade Agreement) contro la contraffazione. Il testo è rimasto finora segreto e le trattative sempre svolte a ‘porte chiuse’, senza che nessuna parte esterna sia stata messa al corrente dei contenuti.

 

La decisione di rendere pubblica la bozza è stata presa nei colloqui svoltasi dal 12 al 16 aprile in Nuova Zelanda, di cui dà conto la Commissione Ue.

Ai negoziati hanno partecipato tra gli altri Australia, Canada, la Ue, Giappone, Corea, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Svizzera, Usa e Unione europea.

 

I negoziati Acta sono relativi a nuovi standard e regole internazionali per tutelare la proprietà intellettuale e lottare contro la contraffazione di prodotti e medicine e contro il fenomeno del downloading illegale di contenuti audiovisivi.

 

Le trattative sono cominciate nel 2007, coinvolgendo quaranta nazioni e diverse associazioni (MPAA, RIAA) e multinazionali (eBay, Google, Intel, News Corporation, Sony, Time Warner e Verizon).

 

I negoziati, le varie stesure del documento e gli elementi fondanti dell’accordo, sono sempre rimaste segrete all’opinione pubblica, con occasionali fughe di notizie che hanno più volte destato perplessità e preoccupazione, poiché l’accordo avrebbe enorme influenza sulle dinamiche della fruizione di contenuti protetti.

 

Alcune copie del testo negoziale, strappate al segreto, sembrano, infatti, indicare che i negoziatori, guidati dagli Stati Uniti, cercano una via per la repressione degli abusi del diritto d’autore su Internet, rendendo gli ISP legalmente responsabili per il materiale distribuito in tutte le loro reti.

 

Le fughe di notizie mostrano anche che i Paesi firmatari sarebbero incoraggiati a elaborare politiche in linea col principio dei tre strike, contenuto nella Legge francese Hadopi, pur tra molte polemiche. Procedura che prevede il taglio della linea internet, deciso da autorità giudiziaria, dopo che l’utente colpevole di violazione del copyright ha ricevuto tre avvertimenti.

 

Il funzionario della Commissione che si occupa dei negoziati ACTA, Luc Devigne, tralasciando commenti sulle indiscrezioni trapelate alla stampa, ha sempre negato che ci siano state proposte che considerano gli Isp responsabili degli illeciti degli utenti o simili alla controversa legge Hadopi.

 

Nel marzo 2010 il Parlamento Europeo, con 633 voti favorevoli, 13 contrari e 16 astensioni, ha formalmente richiesto trasparenza sulle trattative.

Anche la Commissione europea ha promesso una mozione per eliminare la segretezza dalla negoziazione.

Il prossimo ciclo negoziale è stato messo in agenda nel mese di giugno in Svizzera.

 

La drammaticità della situazione economica derivante dai danni provocati dalla pirateria emerge in tutta la sua drammaticità in un recente studio della società indipendente TERA Consultants.

Nel 2008, le industrie creative dell’Unione Europea, cinema, musica, televisione e software, hanno offerto un contributo pari al 6,9% o a circa 860 miliardi di euro al totale del PIL europeo, con una quota del 6,5% dell’occupazione totale dell’UE, pari a circa 14 milioni di lavoratori.

 

Sempre nel 2008, a causa della pirateria (e principalmente della pirateria digitale) le industrie creative dell’Unione Europea che hanno maggiormente subito l’impatto delle attività illecite (cinema, serie televisive, produzione musicale e software) hanno registrato perdite pari a 10 miliardi di euro ed un totale di 185.000 posti di lavoro in meno. Solo in Italia i danni sono stati di 1,4 miliardi di euro con 22.400 posti di lavoro perduti.

Sulla base delle attuali proiezioni e in assenza di cambiamenti significativi nella politica del settore, le industrie creative dell’Unione Europea potrebbero subire entro il 2015 perdite pari a 240 miliardi di euro e 1,2 milioni di posti di lavoro in meno.

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