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Smartphone: basta poco per mettere in pericolo la nostra identità digitale. I consigli degli esperti per limitare i danni

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Gli smartphone non sono solo dei telefoni cellulari con schermi più grandi.  Ci sono infatti alcune differenze importanti: possono essere personalizzati con applicazioni dedicate, che vanno dai libri di cucina ai giochi di abilità, passando per i sistemi di navigazione; possono memorizzare tutti i tipi di informazione sensibile, tra cui, ad esempio, copie di rubriche di Outlook o informazioni di login per i servizi online; possono eseguire comandi che prima erano appannaggio esclusivo del computer.

 

Proprio questa multifunzionalità – sottolinea la società specializzata Kaspersky Lab – si sta rivelando una combinazione rischiosa. A differenza delle funzionalità dei telefoni cellulari, che sono più limitate, gli smartphone sono di fatto dei computer portatili e stanno andando letteralmente a ruba. Questa situazione fornisce ai ladri di dati molte nuove opportunità. Invece di attaccare computer, questi criminali devono solo impossessarsi di un piccolo dispositivo per avere accesso alla maggior parte delle informazioni personali.

 

Un semplice sguardo all’App Store di Apple, la fonte per tutti i programmi per iPhone, basta per farsi un’idea dei programmi più popolari e diffusi. Questi comprendono, ad esempio, gli strumenti finanziari per consentire un rapido accesso ai conti bancari e le applicazioni per i social network come Facebook. Apple non è la sola ad aver creato negozi virtuali per le applicazioni: Research in Motion, per esempio, ha creato un intero App World per i suoi dispositivi BlackBerry, permettendo agli utenti di immagazzinare il software, ed esistono anche applicazioni progettate per il sistema operativo Android di Google e Microsoft, Palm e Nokia stanno entrando nel mercato delle applicazioni per il mobile.

Chi utilizza uno smartphone per affari può anche accedere alle informazioni aziendali fuori ufficio. Nella maggior parte dei casi, le password necessarie per l’accesso VPN vengono salvate direttamente sul telefono, dato che digitare sulle tastiere dei dispositivi in miniatura o sugli schermi può essere a volte complicato. Gli smartphone – tecnologicamente più avanzati dei normali telefoni cellulari e dotati di funzioni come i moduli WLAN, Bluetooth, GPS e di fotocamere digitali – possono inoltre essere utilizzati per archiviare foto, video, note e password, nonché funzionare come guide per lo shopping.

 

Alla domanda se esistano delle vere minacce per gli smartphone, Kaspersky Lab risponde dunque con un sonoro “sì”, anche se questi pericoli non comportano i virus classici e i Trojans con cui gli utenti di computer hanno spesso a che fare.

“Il fatto è – sottolinea Kaspersky Lab – che, mentre vi sono minacce che affliggono diverse piattaforme mobile, come i trojan che inviano messaggi a servizi a tariffazione speciale facendo lievitare la bolletta dei possessori di smartphone, al momento non sono state ancora rilevate epidemie virali di particolare importanza”, bisogna tuttavia fare altre importanti considerazioni sulla sicurezza degli smartphone.

 

Una protezione contro il furto di smartphone è difficile da realizzare, in quanto i dispositivi sono semplicemente troppo piccoli. Basta un attimo di disattenzione in un treno affollato, oppure lasciare inavvertitamente scivolare il dispositivo dalla tasca della giacca mentre si prende un taxi, e lo smartphone può sparire.

Anche se il dispositivo non viene rubato, ad esempio, lasciandolo incustodito si può correre il rischio che qualcuno guardi nella rubrica o il registro chiamate: se lo smartphone cade nelle mani sbagliate, dunque, i segnalibri di Internet, insieme con qualsiasi file, PIN, password o foto e video, diventerebbero vulnerabili.

 

Massima attenzione, dunque, perché, conclude Kaspersky Lab, se lo smartphone cade nelle mani di un estraneo, così può fare anche la vostra identità digitale: “…con un semplice click, un ladro può lanciare la vostra applicazione Facebook e utilizzarla per inviare false informazioni su voi stessi, o utilizzare il programma di online banking per trasferire somme di denaro” (a.t.).

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