Dividendo digitale: broadcaster Vs operatori mobili. LTE genera troppe interferenze, in pericolo l’innovazione

di Alessandra Talarico |

Europa


Dividendo digitale

La nuova generazione di servizi mobili a banda larga, basati su tecnologia LTE, rappresenterà un problema per i servizi radiotelevisivi? In attesa del 2012, quando dovrebbe completarsi il passaggio dalla Tv analogica a quella digitale, si accende la battaglia delle interferenze: in Germania, in particolare, è molto agguerrito l’operatore via cavo Kabel BW, che ha appena fallito il tentativo di bloccare l’assegnazione delle frequenze degli 800 Mhz agli operatori mobili, così come previsto anche dalle norme Ue.

 

Il passaggio alla Tv digitale libererà i quattro quinti delle frequenze che servivano a portare nelle nostre case le trasmissioni televisive: questo “tesoretto”, se adeguatamente sfruttato, potrebbe apportare benefici per l’economia quantificabili tra i 20 e i 50 miliardi di euro.

A tal fine, la Ue ha adottato delle misure per destinare una parte dello spettro, la sottobanda 790-862 MHz (ovvero le onde che coprono lunghe distanze e possono attraversare gli edifici), ai nuovi servizi wireless.

 

In questo modo si potrà conseguire l’obiettivo di garantire al 100% della popolazione Ue la copertura in banda larga veloce entro il 2013, apportando al contempo vantaggi sia ai fornitori di servizi e ai fabbricanti di apparecchiature – che potranno svolgere le loro attività a livello transfrontaliero – sia per i consumatori in viaggio, per i quali sarà più semplice utilizzare i servizi di roaming.

Un approccio analogo ha costituito la base per l’affermazione dei cellulari GSM negli anni Novanta.

 

Secondo il Cto di Kabel, Uwe Bärmann, però, “le interferenze tra i servizi televisivi, i nuovi servizi mobili e altri ricevitori, saranno massicce” e si potrebbe arrivare a un’incompatibilità tale da interrompere il servizio.

In una nota destinata alla Commissione europea, Kabel afferma: “Prevediamo un grande impatto sul nostro business model, se lo spettro verrà usato per i servizi di comunicazione mobile, a causa delle interferenze tra i dispositivi Tv e i device a banda larga mobile LTE”.

 

Secondo l’ITU – che è portavoce della vision dell’industria mondiale delle tlc – alcune interferenze possono essere tollerate, purché si sia raggiunta una certa qualità del servizio.

Ma a Bruxelles, le lobby sono in rotta di collisione, e secondo i broadcaster c’è troppa mancanza di informazione sui danni provocati delle reti LTE alle trasmissioni digitali.

 

Non possiamo misurare il livello di interferenza delle reti LTE sulla Tv perché ci sono ancora troppe poche reti da testare nella Ue”, ha affermato Bridget Cosgrave del gruppo Digital Europe, secondo cui “…sarebbero necessarie nuove misure tecniche e regolamentari per prevenire le interferenze delle nuove reti wireless sui sistemi televisivi digitali”.

 

Mentre nella Ue si cerca di stabilire che cosa costituisca una “interferenza tollerabile”, la Germania ha condotto dei test sulla tecnologia LTE: gli esperimenti hanno dimostrato uno scarso livello di interferenza, ma i critici sostengono che non ci sono ancora in funzione abbastanza reti LTE e che, quindi, i risultati sono irrilevanti.

Nei Paesi Bassi, altri test hanno mostrato che, anche usando i cavi per ridurre la sensibilità dei ricevitori alle bande LTE, c’era il 50% di possibilità di interferenza quando un telefonino veniva usato a meno di un metro da un televisore.

 

“Le interferenze possono ostacolare la crescita e l’innovazione della Tv digitale e dei servizi ad alta definizione”, ha affermato Hans Bakhuizen del servizio radiotelevisivo pubblico olandese NOS, sottolineando che questo potrebbe essere un problema serio soprattutto in paesi come l’Olanda, dove la penetrazione della Tv è superiore al 95%.

 

Secondo l’ex Commissario per i media e la società dell’informazione, Viviane Reding, “…il dividendo digitale è un’opportunità unica per portare la banda larga a tutti i cittadini e per accelerare lo sviluppo dei settori più innovativi dell’economia Ue”.

 

“Le tutele sono essenziali per evitare distorsioni della competizione e interferenze dannose per i consumatori”, ha affermato quindi il direttore Etno Michael Bartholomew.

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