Primo Open Workshop Comitato NGN Italia: come passare dal rame alla fibra? L’Italia alle prese con una nuova transizione tecnologica

di Flavio Fabbri |

Italia


Comitato NGN

Si è svolto ieri 15 marzo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Roma il Primo Open Workshop del Comitato NGN Italia sul tema “Esperienze di rete di accesso ottico in Italia” alla presenza di alcuni dei 38 componenti del Comitato rappresentate tutti gli operatori del mercato delle telecomunicazioni e manifatturiero, tra cui: Telecom Italia, Fastweb, Metroweb e AEM-Com Cremona.

Il Comitato NGN Italia, fin dalla sua istituzione, con delibera Agcom n. 64/09, si occupa, in primo luogo, di elaborare proposte e soluzioni relative a questioni attinenti agli aspetti tecnici, organizzativi ed economici connessi alla transizione alle reti di nuova generazione. La fibra ottica è un mezzo di trasmissione ampiamente collaudato, che garantisce un’elevata velocità di trasmissione dei dati. Nei prossimi anni diventerà sempre più importante per lo sviluppo delle reti locali, poiché i vecchi cavi in rame non basteranno per far fronte al crescente bisogno di larghezza di banda, anche determinato dalle nuove applicazioni Internet e nelle Telecomunicazioni. Il Comitato può inoltre individuare e sottoporre all’attenzione dell’Autorità particolari problemi attinenti alla transizione alle reti Next Generation Network (NGN), tracciando delle linee guida, sia con riferimento agli aspetti tecnici che a quelli economici, e promuovendo una posizione comune sulla interoperabilità e l’interconnessione dei sistemi di rete IP. Per questo motivo gli Open Workshop del Comitato NGN Italia nascono come spazio di discussione aperto fra tutti gli interessati su temi rilevanti per la realizzazione degli accessi di nuova generazione (NGA) in tutto il paese, sempre in base alle indicazioni dell’organo di vigilanza.

 

Siamo giunti al momento delle scelte, con la transizione dalla rete in rame a quella in fibra ottica, “Dobbiamo capire come meglio gestire tale passaggio e come evitare le conseguenze negative che alcuni errori potrebbero determinare in termini di digital divide“, ha affermato nel suo saluto di benvenuto il Commissario Agcom, Enzo Savarese, sostenendo inoltre che: “Il rischio maggiore per il paese è la rinuncia ad immaginare un’Italia diversa, quella realizzata sull’NGN, in cui attraverso una diffusione concreta dell’innovazione tecnologica si riesca ad eliminare il gap che misuriamo attualmente con i partner europei e si inneschi un processo virtuoso in termini economici e sociali“.

In questi incontri – ha precisato subito dopo Francesco Vatalaro, Presidente del Comitato NGN Italia – ci proponiamo di mettere a confronto diretto tutti gli attori del mondo delle telecomunicazioni, perché è solo in questo modo che si può giungere a delle conclusioni e a delle soluzioni efficaci e condivise in termini di passaggio alla fibra ottica su tutto il territorio nazionale“.

 

Quelli che oggi sono qui rappresentano solo alcune realtà tra le tante che compongono il Comitato NGN Italia, perché nel proporre un appuntamento come questo e come i prossimi, previsti per il 26 aprile e 9 giugno 2010, si sceglie un argomento su cui discutere e attorno cui chiamare a raccolta chi, tra i diversi operatori di telecomunicazioni, vuole intervenire e dare un contributo. A tele proposito, sul nostro sito, sarà a breve disponibile uno spazio online in cui verranno raccolti suggerimenti e suggestioni, che possano in qualsiasi modo tornare utili nel processo di transizione alla NGN“, ha aggiunto Vatalaro.

 

Il punto di vista di Telecom Italia è stato spiegato da Alessandro Talotta, nell’intervento incentrato su “Lo sviluppo della rete del futuro: quali regole?“. Un dettagliato resoconto dei lavori dell’ex monopolista dedicati alle reti del futuro e racchiusi nel piano aziendale 2010 – 2012: “E’ fondamentale passare alla fibra ottica, perché tale ammodernamento delle reti di telecomunicazione permetterà enormi vantaggi in termini di modelli di business, di produzione e di sviluppo“. Certo la migrazione dal rame alla fibra non è cosa facile e secondo Telecom Italia a mancare sono anche le condizioni stesse di mercato. Per stimolare domanda e generare servizi secondo Talotta è necessario investire nei settori giusti, eliminare il price cap, permettere la replicabilità delle offerte, proseguire sull’unbundling e velocizzare la transizione prima che i costi del rame aumentino per scarsità di risorse in magazzino. L’accesso disaggregato alla rete o ULL, garantisce la possibilità ai nuovi operatori telefonici, come effetto della liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, di usufruire delle infrastrutture esistenti, anche di proprietà di altro operatore, per offrire ai clienti servizi propri. Talotta ha ricordato però: “Che tale disaggregazione della rete determina delle differenziazioni geografiche a cui devono seguire diversi obblighi da un punto di vista temporale. Ad esempio le NGAN si dovrebbero sviluppare prima nelle grandi metropoli, dove gli OLO detengono quote di rete broadband molto estese“.

 

Non solo grandi aree metropolitane, però, come ad esempio la città Milano, ma anche centri più piccoli che sono stati in grado di sviluppare un modello locale e di mettere a disposizione degli operatori di Tlc del Paese la propria esperienza e le proprie reti. È il caso dell’AEM-Com di Cremona che, grazie allo sviluppo di infrastrutture di telecomunicazione a banda ultra larga, ha già implementato e reso operativa la Next Generation Network con architettura Fiber To The Home (FTTH), cioè arrivando sino alla presa di connessione posta nelle case degli utenti. Andrea Pasquali, Presidente dell’AEM-Com, ha descritto nel suo intervento, “Lo sviluppo delle NGAN: l’esperienza di Cremona“, i tratti principali del modello locale: “A Cremona è stato implementato anche nel settore delle Tlc un modello che prevede la netta separazione tra infrastrutture abilitanti e servizi commerciali, in accordo con l’assetto già in uso per gli altri servizi di pubblica utilità come le infrastrutture di telecomunicazioni abilitanti, cioè fibra ottica e tralicci a supporto della copertura wireless, che sono un asset del territorio, sottratto a logiche di mercato perché di proprietà della società patrimoniale, mentre la fornitura dei servizi commerciali può essere operata da una molteplicità di soggetti, tra cui la stessa Aemcom, anche in competizione tra loro“. Cremona è oggi dotata di circa 200 chilometri di rete in città e 35 chilometri nell’hinterland, per un totale 10.500 chilometri di fibra posata. Sono stati sino ad oggi connessi circa 3.200 edifici, con 5.000 allacci d’utente (privato o business) e connettendo in totale circa il 50% delle abitazioni. Sulle questioni più tecniche, relative alla realizzazione delle infrastrutture abilitanti la NGAN e la cablatura degli edifici, è intervenuto Francesco Montalti di Telecom Italia, che ha spiegato bene, nel suo intervento “Esperienze di Telecom Italia sulla realizzazione di infrastrutture abilitanti la NGAN“, in che modo la fibra entra nelle nostre case: “Ci può arrivare o con l’FTTH o con l’FTTB, nel primo caso entra direttamente nell’abitazione, nel secondo si ferma alla base dell’edificio“. Durante i periodi di sperimentazione NGN, che Telecom Italia sta portando avanti con la rete in fibra, vengono offerti tutti quei servizi che si ritiene avranno più domanda, tra cui il VoIP, l’IPTV, l’ultra broadband e una velocità in download di 50Mbps, “Dall’anno scorso – ha spiegato Montalti – la sperimentazione è stata allargata a 300 utenti a Milano e la connessione portata a 100 Mbps, per terminare nel settembre 2010 . Anche in questo caso, ci ha spiegato il rappresentante Telecom Italia si è preferito riutilizzare infrastrutture preesistenti, “Perché così facendo di minimizza l’impatto ambientale, si riducono i costi, compresa la manodopera, a cui concorrono anche le nuove tecniche e tecnologie di posa dei cavi“.

 

Altro importante provider di fibra ottica spenta è invece Metroweb, azienda nata nel 1999 a Milano e in grado oggi di fornire infrastrutture all’avanguardia a cittadini, imprese, aziende sul territorio, Istituzioni locali, ma anche a distributori di contenuti digitali e Internet Service Provider. “Possiamo offrire fibra su Milano e hinterland – ha affermato Riccardo Rosi di Metroweb – con una rete a banda larga per utenza residenziale che arriva fino a 700.000 unità immobiliari, dispiegandosi su 2600 chilometri di tracciati e tubazioni che portano fino a 6100 chilometri di cavi ottici, per 255.000 chilometri di fibra MAN, arrivando così a servire complessivamente 60.000 abitazioni, di cui la metà on-net“. “Per il circuito business – ha precisato quindi Rosi – si hanno già oggi 10.000 collegamenti attivi punto-punto (PTP) o ad anello, 80 siti ULL e 715 chilometri di cavo a lunga distanza“. Anche in questo caso il riutilizzo delle infrastrutture esistenti è forte (25%), ma il dato importante è stato il rapporto armonico che si è venuto a creare tra l’azienda e la municipalità di Milano, che ha fatto da apripista ad una comunicazione sicuramente più agevole con le amministrazioni dei condomini abitativi, in cui si è spiegato ai cittadini la funzione delle nuove reti e i vantaggi per la comunità. Una NGN completamente aperta, ci tiene ha sottolineare Rosi, e a completa disposizione di chiunque voglia operarvi, “Tranne che i cavi, quelli rimangono di nostra proprietà“, ha infine precisato il rappresentate di Metroweb rispondendo ad una domanda proveniente dalla sala e posta da Paolo Nuti, Presidente AIIP, l’Associazione Italiana Internet Provider.

 

Altro esempio portato all’attenzione della platea è stato quello di Fastweb, per voce di Enrico Pietralunga, con la presentazione delle “Esperienze sperimentali propedeutiche ad una implementazione nazionale di NGAN“. “Proprio utilizzando infrastrutture preesistenti è possibile realizzare una rete punto a punto (point-to-point) PTP, a cui si deve aggiungere l’uso di microtecnologie, come i microtubi da 12 mm e i microcavi ottici, solo così si possono migliorare sensibilmente i risultati in termini economici e di resa dell’infrastruttura“. “Ponendoli a confronto – ha specificato Pietralunga – i costi di posa della fibra sono molto più competitivi di quelli del rame, anche considerando la lievitazione ventura dei prezzi di quest’ultima risorsa e la riduzione di spazio e di costi che garantisce invece il cavo ottico, non ci sono dubbi sulla bontà della transazione che ci apprestiamo a sostenere“. Spiegando poi in che modo la FTTH viene posata ai piedi dell’edificio e come il cablaggio verticale permette ad ogni singolo inquilino di avere la sua linea ultra broadband, Pietralunga ha inoltre sottolineato: “Il modo positivo in cui cittadini hanno reagito alle informazioni sulla fibra ottica e suoi vantaggi, tanto da rimanerci molto male quando hanno compreso i tempi lunghi di attesa che ci vorranno”. Forse la domanda di servizi, che spesso viene posta sul tavolo degli imputati e a discapito della nuova rete, potrebbe non essere poi così bassa come si dice. Se c’è la tecnologia e i servizi sono di qualità non c’è motivo perché l’utente non dovrebbe farne richiesta. Presto alla semplice curiosità si potrebbe sostituire la passione e quindi l’interesse per tutta una serie di nuovi contenuti e servizi di rete, che oggi ancora non possono essere diffusi sul territorio.

 

Le tecnologie di cui si è parlato al Workshop del Comitato NGN Italia sono di per se tutte qualificanti e potenzialmente in grado di cambiare il sistema economico italiano, agganciando i nostri mercati a quelli europei. Ecco perché ha fatto bene Pietralunga ha sottolineare: “Che non è importante la differenza di costo tra un PTP o un sistema Punto – Multipunto, quanto la loro garanzia di apportare vantaggi per operatori e per utenti finali“. Proprio quest’ultimi, tra cui ci sono tanti professionisti, ricercatori, membri di associazioni, giuristi e accademici, coloro che poi hanno bisogno di utilizzare una rete in fibra ottica tramite cui poter accedere ai nuovi servizi e contenuti, sono poi gli stessi che hanno gremito la sala del convegno NGN di ieri mattina. Come ha ricordato Raffaele Barberio di Key4biz, moderatore del dibattito conclusivo dell’Open Workshop: “E’ proprio da loro che ci attendiamo i contributi più importanti per procedere, dopo il digitale terrestre, verso un nuovo momento di transizione tecnologica e culturale del paese“. Un momento conclusivo del Primo Open Workshop del Comitato NGN Italia ch in realtà ha avuto la funzione di raccogliere ulteriori suggestioni, come le ha definite Vatalaro, più che dare un termine ai lavori. Molti degli illustri ospiti in sala hanno voluto infatti prendere la parola, porre domande ed esprimere opinioni su quanto detto dagli speaker. Domande sono state poste da Oreste Andrisano del Cnr, ad esempio, sul possibile utilizzo del wireless per aumentare le potenzialità della fibra e che ha visto Vatalaro d’accordo: “Ci sarà certamente spazio per l’utilizzo della tecnologia LTE, anche perché non è lecito pensare che la fibra da sola possa coprire tutto il territorio italiano, ma dovrà essere integrata con altre tecnologie a nostra disposizione“. In molti poi, tra cui Francesco Matera della Fondazione Ugo Bordoni, hanno domandato se il Comitato avesse o no in programma la pubblicazione dei documenti finali sui lavori e sugli esiti delle sperimentazioni. Ancora una volta il Presidente ha fornito spiegazioni, rassicurando tutti non solo sull’effettiva lavorazione dei documenti, ma anche sulla possibilità di accedervi, come la stessa Agcom ha previsto. Sono poi in arrivo anche delle vere e proprie linee guida sulle diverse tecnologie sul campo, dal PTP al PMP, dal Green Field al Brown Field, fino al tipo di cavi da utilizzare nella cablatura verticale degli edifici; mentre sulle scelte finali in relazione al tipo di fibra ottica da utilizzare in Italia, come ha domandato Roberto Castelli di Alcatel-Lucent, Francesco Montalti non ha avuto dubbi: “Una scelta che, viste le sua caratteristiche  sicuramente ricadrà sull’FTTH“. Prossimo appuntamento con il secondo Open Workshop del Comitato NGN Italia è stato infine fissato per il 26 aprile 2010, mentre un terzo è già in programma per il 9 di giugno.

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