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Internet è un ‘diritto fondamentale’ per 4 persone su 5. Toure (ITU) ‘I governi guardino al web come a infrastruttura primaria’

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Per quasi 4 adulti su 5, internet è un diritto fondamentale. È quanto emerge da uno studio condotto in 26 paesi da BBC World Service, secondo cui il 78% dei 27 mila adulti intervistati ritiene che il web garantisca maggiore libertà e il 90% lo considera un buon posto per imparare.

 

Mentre la Ue ha avviato una consultazione pubblica per capire se la banda larga dovrà essere o no considerata servizio universale e paesi come la Finlandia e l’Estonia hanno già stabilito che l’accesso a internet è un diritto fondamentale, il sondaggio della BBC conferma quanto forte sia la convinzione che il web rappresenti uno strumento unico per la libertà e la democrazia e, soprattutto, che non debba essere regolamentato in alcun modo, da nessun governo.

 

Dallo studio emergono quindi alcune differenze inerenti al livello di fiducia degli utenti nei confronti della rete: negli Usa, ad esempio, è superiore alla media la percentuale di persone convinte che internet sia fonte di maggiore libertà e luogo privilegiato in cui esprimere le proprie opinioni. In Giappone, di contro, il 65% degli individui non si sente sicuro di poter esprimere le proprie opinioni online in tutta sicurezza. Un sentimento condiviso anche da francesi, tedeschi e cinesi.

 

Anche l’Onu, intanto, sta spingendo per garantire l’accesso universale a internet. “Il diritto di comunicare non può essere ignorato”, ha affermato Hamadoun Toure, direttore dell’ITU – l’agenzia ONU per le tlc – sottolineando come internet rappresenti indiscutibilmente “la più potente fonte di conoscenza mai creata”.

Secondo Toure, “…nella società della conoscenza, tutti devono avere accesso e partecipare” e per questo i governi dovrebbero considerare internet “un’infrastruttura di primaria importanza, come le strade e l’acqua”.

 

Lo studio, condotto da GlobeScan, ha rivelato anche profonde divisioni sulla questione del controllo dei governi su internet.

Gli utenti intervistati in Sud Africa e Nigeria ritengono infatti che nessun governo dovrebbe mai intervenire per regolare il web, al contrario della maggioranza degli utenti cinesi e di molti paesi europei.

In Gran Bretagna, ad esempio, il 55% degli intervistati crede che in alcuni casi sia giustificabile un intervento regolamentare.

 

La questione delle libertà di internet è emersa agli onori delle cronache mondiali all’inizio di quest’anno, quando Google ha minacciato di abbandonare la Cina a causa delle pressioni censorie del governo di Pechino.

La Ue, che ha di recente approvato la riforma delle norme sulle telecomunicazioni, ha inserito nel cosiddetto pacchetto telecom una condizione che stabilisce che le misure volte a limitare l’uso di internet “devono rispettare i diritti fondamentali e la libertà dei cittadini”.

In particolare, secondo le disposizioni della Commissione, i cittadini europei “hanno diritto a una procedura equa e imparziale” di fronte a qualsiasi misura tenti di limitare il loro accesso a internet.

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