Banda larga: sarà la volta buona? Turatto (DIT): ‘Al prossimo Cipe via libera a 400 mln per il digital divide’

di Alessandra Talarico |

Italia


Banda Larga

La notizia era già stata data altre volte, ma sempre senza esito positivo. Ora pare che ci siamo: sembra infatti che arriverà nella prossima riunione del Cipe (Il Comitato interministeriale per la programmazione economica) il via libera a uno stanziamento di 400 milioni di euro per la banda larga. Lo ha annunciato, stavolta, Renzo Turatto, capo del dipartimento per digitalizzazione e dell’innovazione della Presidenza del Consiglio, intervenendo a margine di un convegno a Milano sull’innovazione e lo sviluppo.

“Nel prossimo Cipe – ha affermato – dovrebbero passare stanziamenti per i primi 400 milioni per la banda larga..l’argomento è in agenda per il prossimo Cipe ed è una delle priorità del comitato”.

 

In tutto, il cosiddetto piano Romani, prevede lo stanziamento di 800 milioni di euro ma, ha detto Turatto, questi fondi “…non sono ancora stati trasferiti al ministero competente”.

 

Il governo, che aveva commissionato a Francesco Caio la stesura di un Rapporto per la banda larga, ha messo sul piatto 1,4 miliardi di euro (di cui appunto 800 milioni da reperire dai fondi Fas 2007-2013) per garantire a tutti la possibilità di connettersi a internet a una velocità tra i 2 e i 20 megabit entro la fine del 2012.  

 

A causa della crisi, però, gli stanziamenti per colmare il digital divide sono stati ‘congelati’, in attesa di tempi migliori e così, ha spiegato qualche tempo fa il sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Romani, il governo starebbe studiando un piano operativo per reperire le risorse attraverso la finanza di progetto e “…continuare i lavori sulla banda larga per almeno un anno e mezzo”.

 

I fondi rientrano nel piano del governo volto a ‘tappare’ i buchi della banda larga, ossia per portare la connessione internet veloce a quel 13% di italiani che ancora ne sono sprovvisti, non per la rete in fibra ottica di nuova generazione, per la quale l’Italia non si è ancora dotata di un progetto concreto, nonostante gli studi e le promesse.

 

L’Italia ha un tasso di diffusione e crescita della banda larga tra i più bassi in Europa e non si è dotata negli anni scorsi di significativi programmi di investimento nelle NGN come invece hanno fatto altri Paesi.

 

Il digital divide penalizza 7,5 milioni di cittadini e la banda larga mobile presenta ad oggi una limitata complementarietà con la rete fissa, coprendo solo l’1% della popolazione non raggiunta dalla rete fissa.

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