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Digitale terrestre su satellite: Balestrieri (TivùSat): ‘Attivate 200 mila card. Entro il 2010 target 600 mila’

Italia


“Abbiamo due obiettivi da perseguire, quello sulle carte vendute ai produttori di decoder e quello sulle carte attivate. Al momento sono 800.000 le carte vendute, mentre quelle attivate erano 100.000 a fine 2009 e ci stiamo avvicinando rapidamente alle 200.000 carte“. Ad affermarlo, a margine di un convegno, è il presidente di Tivù Sat, Luca Balestrieri, spiegando che il target per la fine del 2010 resta di “1 milione di carte vendute e di 600.000 carte attivate”.

 

Con una recente nota, Balestrieri ha anche risposto alla critiche di Adiconsum in merito alla presa di posizione assunta in difesa dei cittadini che non sono raggiunti dal segnale televisivo terrestre e che, per vedere i programmi Rai, sono necessariamente obbligati ad utilizzare la piattaforma satellitare.

 

Balestrieri afferma che la smart card di Tivù Sat non deve essere gratuita, in quanto la Rai non deve fornire gli strumenti tecnici per la ricezione, che sono a carico degli utenti.

 

Ma per Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum, “…l’art. 31 del Contratto di Servizio non fa menzione di apparati tecnici per la ricezione (e nessuno ha mai pensato che il servizio pubblico dovesse fornire televisori ed antenne), ma indica che l’accesso alla trasmissione via satellite deve essere gratuito, ovvero privo di qualsiasi barriera economica”.

 

Un accesso gratuito solo per coloro che pagano il canone e che, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, non ricevono i programmi trasmessi via terrestre.

Adiconsum difende questa specifica categoria di consumatori che continuerebbe a pagare di tasca propria un disservizio.

Adiconsum ribadisce, quindi, la richiesta ai vertici della RAI di farsi carico di tutti gli utenti che non possono vedere la Rai da terra, predisponendo la consegna gratuita della Smart card.

Nello stesso comunicato, Balestrieri, inoltre, ha negato la garanzia del funzionamento della tessera in qualunque decoder, tranne in quelli testati nei laboratori accreditati dalla Rai, del cui elenco però non c’è traccia.

 

Tivù Sat è in continua espansione e conta ormai più di 40 canali disponibili. Oltre alla riproposizione su satellite di tutta l’offerta digitale terrestre gratuita e senza oscuramenti in palinsesto, a partire da gennaio si sono aggiunti nuovi importanti canali nazionali.

L’offerta di canali internazionali ha visto invece l’adesione di alcune fra le realtà più importanti del mondo delle news come Canal 24 Horas e Al Jazeera e dell’intrattenimento generalista come la francese TV 5 Monde.

 

Tivù Sat società partecipata da Rai (48,25%), Mediaset (48,25%) e Telecom Italia Media (3,5%) e aperta a tutti gli editori televisivi, nata con l’obiettivo di coprire le zone d’ombra del digitale terrestre.

 

La società è stata costituita a settembre 2008 con l’intenzione di promuovere la diffusione dell’offerta televisiva digitale terrestre gratuita attraverso il marchio ombrello Tivù su tutto il territorio nazionale, in coerenza con il calendario degli switch-off già pianificato che porterà entro il 2012.

La società si serve del segnale satellitare che copre tutto il territorio nazionale e quella parte di popolazione (alcune zone montane o costiere e valli) che ieri non riceveva la televisione via etere analogica e che oggi non riceverebbe il digitale terrestre.

Per accedere sono sufficienti un decoder, una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13 Est e una smart card acquistabile insieme al decoder. 

 

Tivù Sat nel giro di poco tempo si è già imposta come uno dei più dinamici protagonisti della televisione digitale in Italia e come fattore determinante di sviluppo del mercato satellitare in chiaro. 

 

La nuova piattaforma offre ai canali che aderiranno alla piattaforma, e che potranno essere anche diversi da quelli azionisti, una serie di servizi che vanno dal coinvolgimento nelle campagne di comunicazione effettuate utilizzando il brand Tivù Sat, all’inclusione nelle Epg (guida elettronica dei programmi), al sistema di accesso condizionato Nagravision. La decisione di criptare o meno la programmazione, e in che misura, spetta solo agli editori a tutela dei propri diritti.

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