ICT: nuova iniziativa industriale per misurare l’impatto del settore sul clima e sviluppare tecnologie più ‘green’

di Alessandra Talarico |

Europa


ICT

Le più importanti associazioni nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno deciso di fare fronte comune per tentare di limitare il consumo energetico del settore e coordinare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi Ue in fatto di clima e di energia.

 

Nei giorni scorsi è stata quindi presentata una nuova iniziativa volta a rispondere alla raccomandazione emessa dall’esecutivo Ue a ottobre dello scorso anno per spingere il settore a darsi obiettivi più ambiziosi per limitare l’impatto ambientale di svariati settori cruciali dell’economia.

 

La nuova iniziativa è stata battezzata ‘ICT per l’efficienza energetica’ (ICT4EE) ed è sostenuta da DigitalEurope, dall’e-Global Sustainability Initiative (GeSI), da TechAmerica Europa e dal Japan Business Council in Europa.

 

Le compagnie che hanno aderito si sono impegnate a sviluppare, nel corso dei prossimi tre anni, metodi efficaci per misurare il consumo energetico dei processi ICT e a concordare un framework volontario per la segnalazione dell’impatto energetico. Esse dovranno anche individuare degli obiettivi per migliorare l’efficienza energetica dei loro processi, con l’obiettivo di superare gli obiettivi sul clima dell’Unione europea entro il 2015.

 

L’Unione europea considera le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come elementi chiave di una maggiore efficienza energetica nel futuro.

Il settore ICT è responsabile per il 2% delle emissioni di CO2 in Europa: l’1,75% derivante dall’uso di prodotti e servizi ICT e lo 0,25% dalla loro produzione.

Le tecnologie ICT sono però in grado di portare a una riduzione complessiva delle emissioni di carbonio del 15% entro il 2020, grazie alla possibilità di migliorare il monitoraggio e la gestione del consumo energetico nelle fabbriche, negli uffici e negli spazi pubblici, nonché di rendere le persone più consapevoli del loro consumo energetico. Ad esempio, i sistemi basati su ICT sono in grado di ridurre il consumo energetico degli edifici del 17% e le emissioni di carbonio nei trasporti del 27%, mentre se sostituisse solo il 20% dei viaggi d’affari delle imprese europee con riunioni in videoconferenza si potrebbero risparmiare oltre 22 milioni di tonnellate di CO 2 all’anno.

 

“Un’implementazione ‘intelligente dell’ICT richiederà il sostegno dell’industria e della politica”, ha detto Luis Neves, presidente della GeSI.

Ciò include, ha aggiunto “…l’applicazione delle norme, la comunicazione sicura delle informazioni e finanziamenti per la ricerca e per progetti pilota”.

 

Nei prossimi anni, gli investimenti nelle cosiddette smart grid, ammonteranno a circa 100 miliardi di dollari, il 60% dei quali sarà destinato all’ICT.

 

Juan Tomas Hernani, Segretario di Stato del Ministero spagnolo della scienza e dell’innovazione ha sottolineato che la Ue avrebbe dovuto concentrarsi di più sulla green economy: “…penso che dovremmo essere un po’ stanchi del paradosso europeo dei risultati insufficienti dagli investimenti che facciamo nella ricerca, soprattutto con denaro pubblico”, ha detto, aggiungendo che è giunto il momento di guardare agli Stati Uniti di imparare da un’economia che produce un alto valore qualità / prezzo.

 

“Per il 2020 – ha aggiunto – proponiamo un altro indicatore per misurare i progressi dell’europeizzazione della tecnologia e della ricerca”.

 

A gennaio del 2007 la Ue ha adottato un pacchetto per l’energia e i cambiamenti climatici che punta a un aumento del 20% dell’uso delle energie rinnovabili e una riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.

 

“Dobbiamo cogliere questa opportunità per porci all’avanguardia nel campo delle tecnologie ad alta efficienza energetica – non solo perché questo è il modo migliore per ridurre in modo sostenibile le emissioni di CO 2 ma anche perché il potenziale ecologico di tali tecnologie può dischiudere nuove opportunità imprenditoriali per le imprese europee del settore delle TIC”, spiegava l’allora Commissario Ue per la società dell’informazione e i media Viviane Reding.