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Donne e Tv. L’adesione di Layla Pavone (Presidente di IAB Italia)

Italia


Per la campagna Donne e Tv, lanciata da Key4biz a sostegno dell’appello alle istituzioni di Gabriella Cims, pubblichiamo oggi l’adesione di Layla Pavone, presidente di IAB Italia.

 

 

Vorrei provare a fornire un punto di vista alternativo, ma complementare a quello espresso nei giorni scorsi in corso di campagna Donne e TV dalle mie esimie colleghe, sull’essere donna oggi.

Lo faccio in virtù di un’analisi anche di carattere introspettivo e riflettendo su ciò che emerge relativamente al tema “visibilità mediatica femminile” e non certamente “al femminile…”

 

Che le donne siano mediamente più belle degli uomini, generalmente parlando, credo sia un fatto condivisibile e oggettivo. E’ scientificamente provato (!?!?) proprio perché le donne arrivano da Venere J.

Scherzi a parte, che la bellezza femminile e il concetto di estetica, seppur oggi entrambi totalmente stereotipati, siano stati un elemento positivo del genere umano è un fatto da tenere in considerazione, da non sottovalutare e sminuire. Vero è che, purtroppo, talvolta il concetto di estetica femminile è talmente estremizzato al punto da sfiorare il paradosso di una rappresentazione grottesca di ciò che è realmente bello.

 

Dunque, ciò che, ultimamente, emerge delle donne è, quasi sempre ed unicamente questo aspetto, che pur essendo gratificante perché, come dire “….è bello tutto ciò che è bello…”, spesso risulta talmente preponderante e prioritario fino a diventare insopportabile.

 

Nella società odierna, tutto deve essere per forza “cool“, “hot“, “super“, “wonder“, “provocative“, veloce e facile da consumare, e così di quello che le donne effettivamente rappresentano sin dalla “notte dei tempi” non restano che le briciole. Non si riesce più nemmeno a fare leva sulla memoria storica, anzi ancestrale, legata alle peculiarità dell’universo femminile e di tutto quello che ne consegue da sempre, a partire dal concetto di maternità, che è il sostanziale fattore differenziante  che pone il genere femminile inevitabilmente su un piano non dico di superiorità, perché probabilmente scatenerei le ire dell'”altra metà del cielo“, ma certamente di diversità e di maggiore poliedricità.

Eppure le donne oggi si pongono, e nella gran parte dei casi accettano di buon grado, un giudizio solo un piano estetico e che non tiene più conto della meravigliosa “profondità” dell’essere donna e della sua innata intelligenza emotiva.

 

E’ dunque un po’ colpa nostra, se oggi siamo unicamente così rappresentate e se questa in definitiva è la nostra immagine pubblica?

 

In parte io credo di si, perché la dignità di una donna andrebbe difesa anzitutto personalmente, a qualunque costo e ogni qualvolta si avverta il più lontano rischio o segnale debole di violazione della stessa.

 

E invece, se ci pensiamo e se siamo oneste fino in fondo, non è così.

 

Non ci “difendiamo” abbastanza e accettiamo con un po’ di superficialità e con un sorriso addirittura talvolta compiaciuto questa nostra rappresentazione.

Noi donne non siamo più così unite e solidali nella nostra quotidianità, come dovremmo essere, anzi spesso ci mettiamo in competizione, non tanto con gli uomini, ma l’una con l’altra senza tenere conto che questo è il primo passo verso una “apertura di credito” rispetto all’uso improprio e riduttivo che viene fatto del nostro essere da parte degli uomini se non talvolta da parte di noi stesse.

 

Penso allora a Gabriella Cims , che peraltro è una signora molto bella, e al lavoro che sta facendo con tanta passione e convinzione e a cui mi sono unita proprio perché, se forse da un lato penso che non avremmo nemmeno dovuto arrivare al punto di dover fare una campagna affinché l’utilizzo dell’immagine femminile venga riconsiderato e degnamente rappresentato dal Contratto di servizio pubblico della Rai (è davvero paradossale essendo nel 2010!), dall’altra parte ritengo sia importante, stante la situazione, intervenire su tematiche che peraltro vanno oltre l’utilizzo improprio della figura femminile ma che hanno a che fare con la società civile e al suo futuro. Penso banalmente ai valori e ai punti di riferimento che dobbiamo trasferire e insegnare ai nostri figli e quindi alle nuove generazioni. 

 

Quindi mi auguro che l’appello di Gabriella Cims e questo movimento d’opinione, che Key4biz sta ospitando da qualche settimana e al quale dà rilevo tutti i giorni, possa fare da volano per rifocalizzare l’attenzione anzitutto delle donne e del loro ruolo nella televisione pubblica ma non solo in TV con l’idea che ci sia sempre più bisogno di fare squadra, senza fare le femministe “brutte e cattive“, ma semplicemente essendo tutte convinte che siamo assolutamente in grado di essere, di dare e fare di più tutte insieme. Quello che sento mancare oggi è l’armonia, l’equilibrio, la serenità che sono elementi importanti di una società, libera e matura, che tenda a valorizzare ogni aspetto e ogni peculiarità dell’essere umano e da questo punto di vista noi donne ne rappresentiamo esattamente la metà.

 

 

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