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Telecom-Telefonica. Scajola: ‘Rete asset strategico, ma rispettiamo il libero mercato’. Per FT, fusione produrrà ‘significative sinergie’

Italia


La fusione tra Telecom Italia e Telefonica potrebbe produrre “significative sinergie” per entrambi i gruppi telefonici, in particolare sui mercati europei.

È il parere espresso dal Financial Times, dopo che ieri i rumors di Repubblica su un’imminente offerta pubblica di scambio già avallata dal governo italiano hanno costretto l’esecutivo a una smentita ufficiale e riaperto il dibattito sull’opportunità di trasferire a una società straniera un’infrastruttura tanto importante e delicata quanto la rete in capo all’operatore storico.

 

“Gli appassionati di dietrologia hanno avuto molto da fare dopo le indiscrezioni circolate ieri”, si legge sulla ‘Lex Column’ del quotidiano della City, che sottolinea altresì come l’operazione, contrariamente a quanto sostenuto dagli analisti spagnoli che l’hanno definita ‘assurda’, “…avrebbe senso dal punto di vista strategico” dal momento che Telecom Italia, è gravata da un indebitamento troppo pesante, che gli impedirebbe “di espandere la propria presenza all’estero oltre il Brasile”, dove Telefonica è invece “ingabbiata in una joint venture” con Portugal Telecom.

 

Il problema, secondo il Financial Times, è tutto politico: “…il premier Silvio Berlusconi ha più volte respinto l’idea anche se Roma non può, in base alla norme comunitarie, bloccare la fusione”.

Tuttavia, nota il quotidiano, dal momento che gran parte delle attività domestiche di Telecom Italia è regolamentato, la società “non può essere acquisita con incurante disprezzo per la volontà di Roma”.

 

Telefonica – conclude FT – “può permettersi di giocare a lungo, la porta potrebbe aprirsi prima o poi, o anche no”. Nel frattempo, almeno, la sua presenza nell’azionariato di Telecom terrà il magnate messicano Carlos Slim lontano dagli asset brasiliani del gruppo italiano.

 

Il Governo, da canto suo, è chiamato a esprimere la propria posizione ufficiale questo pomeriggio nel corso di un’interrogazione a cui risponderà il ministro Elio Vito.

Questa mattina, tuttavia, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che domani dovrebbe incontrare i vertici del gruppo telefonico, ha dichiarato che qualsiasi decisione inerente la gestione della Rete di telecomunicazioni – “un asset strategico per il Paese” – sarà intrapresa in una logica di mercato, come dovrebbe fare ogni governo liberista.

“Il governo ascolterà l’azienda e farà le azioni possibili nel rispetto del libero mercato”, ha riferito il ministro a margine della conferenza per l’energia.

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