Tlc: la ‘Telecom Tax ‘ francese contraria alle norme Ue. Il taglio agli spot della Tv pubblica non può essere pagato dagli operatori

di Alessandra Talarico |

Francia


Nicolas Sarkozy

È “incompatibile col diritto europeo” la proposta della Francia di compensare la soppressione della pubblicità sui canali televisivi pubblici con una tassa specifica sul fatturato degli operatori telefonici, in connessione con la licenza per fornire servizi di telecomunicazione, compresi quindi Internet e i servizi di telefonia mobile.

 

Ho più volte espresso i miei dubbi circa l’introduzione della cosiddetta Telecom Tax”, ha affermato il Commissario Ue Viviane Reding.

“Non solo – ha aggiunto – questa nuova tassa sembra incompatibile con le norme europee, ma andrebbe a colpire un settore che è oggi uno dei principali driver di crescita economica”.

 

Il rischio maggiore, secondo la Reding, è che gli operatori decidano di rivalersi sui clienti, aumentando le tariffe in un momento in cui le istituzioni dovrebbero pensare piuttosto a come alleggerire le bollette, così come ha cercato di fare la Commissione introducendo il taglio alle tariffe di terminazione e i tetti alle tariffe del roaming.

 

La tassa sugli operatori tlc è stata introdotta dalla legge 2009-258 del 5 marzo 2009 relativa alla comunicazione audiovisiva e al nuovo servizio televisivo pubblico.

La legge riguarda la soppressione della pubblicità sulle reti televisive pubbliche e introduce una tassa sul fatturato degli operatori di telecomunicazioni (come pure una tassa sui ricavi pubblicitari dei canali privati) che mira a compensare la perdita degli introiti legati alla pubblicità sui canali pubblici.

Il ministero francese del Tesoro stima che le entrate annuali dalla nuova tassa si attestino intorno ai 400 milioni di euro.

 

Questa tassa dovrà essere pagata dagli operatori tlc che, secondo la legge francese delle telecomunicazioni, forniscono servizi in Francia e siano stati oggetto di una precedente dichiarazione dell’autorità di regolamentazione. Secondo le norme Ue, spiega la Commissione in una nota, “…una tassa amministrativa riscossa in questo contesto non può che coprire alcune spese relative alla concessione di licenze e ai lavori di regolamentazione”.

 

La legislazione europea in materia di telecomunicazioni, e in particolare l’articolo 12 della direttiva sulle licenze, stabilisce infatti regole precise in materia di oneri amministrativi che gli Stati membri possono imporre sulle imprese che forniscono servizi di telecomunicazioni o di rete.

L’esecutivo ritiene pertanto che la Telecom Tax non rispetti le condizioni stabilite nella normativa comunitaria delle telecomunicazioni.

 

Il governo d’oltralpe ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di diffida inviata dalla Commissione che, se non riceverà risposta o dovesse ritenerla insoddisfacente, potrà emettere un parere motivato (seconda fase della procedura d’infrazione). Se la Francia continuerà quindi a non adempiere ai suoi obblighi, la Commissione potrà deferire il caso alla Corte di giustizia europea.