Midem 2010: la musica su cellulare non riuscirà a risollevare le sorti dell’industria discografica

di Raffaella Natale |

Europa


Musica sul cellulare

La possibilità di ascoltare musica sul proprio cellulare seduce un numero sempre maggiore di utenti mentre le offerte si moltiplicano, ma gli operatori tlc e le major discografiche, riuniti al Midem (Cannes, 24-27 gennaio 2010), si interrogano sui mezzi per rendere redditizi questi nuovi servizi.

Vedere un concerto, scaricare un brano, ascoltare musica in streaming, cercare una canzone ascoltata alla radio…ormai è tutto possibile grazie allo sviluppo degli smartphone. 

Ma sono ancora troppo piccoli i guadagni che riguardano questo tipo di offerte, sicuramente non tali da compensare la crisi del mercato discografico, visto tra l’altro che le entrate devono essere divise tra troppi attori.

 

Nel Digital Music Report 2010 presentato dall’IFPI, la federazione internazionale dell’industria discografica, si sottolinea che il consumo di musica digitale nel mondo cresce del 12% con un fatturato complessivo di 4,2 miliardi di dollari. Più di un quarto di tutti i ricavi delle case discografiche proviene ormai dai canali digitali, il fatturato dall’online hanno raggiunto i 4,2 miliardi di dollari, facendo registrare nell’ultimo anno, un incremento del 12% e oggi rappresenta il 27% dei ricavi di tutta la musica venduta.

Nonostante i buoni dati però “le entrate mondiali della musica su cellulare sono crollate nel 2009 per via della pirateria, della mancanza di sostegno degli operatori su alcuni mercati e della saturazione del comparto delle suonerie”.

 

Secondo lo Studio Informa Telecoms & Media presentato domenica al Midem, il mercato internazionale della musica su cellulare ha registrato 11,4 miliardi di dollari nel 2009 (8 mld di euro) e dovrebbe raggiungere 18,4 miliardi di dollari nel 2013 (13 mld di euro). Ma questo settore così giovane è già in piena fase di riorganizzazione.

Stando al Rapporto, le vendite di suonerie, che hanno rappresentato il 48% delle entrate mondiali nel 2009 (5,5 mld di dollari vale a dire 3,9 mld di euro) ristagnano o addirittura sono in calo in alcuni Paesi e dovrebbero stabilirsi a 6 miliardi di dollari nel 2013 (4,6 mld di euro).

 

Le vendite di ringback tone (2,9 miliardi di dollari – 25%) aumentano sensibilmente, ma il mercato dovrebbe essere maturo nei prossimi anni per totalizzare 4 miliardi di dollari nel 2013.

Il fatturato degli abbonamenti ai siti di streaming (1 mld di euro – 8,5%) dovrebbe raddoppiare, mentre quello del downloading (2 mld di dollari – 18,4%) dovrebbe triplicarsi.

Operatori e case discografiche stentano ancora a trovare il giusto modello economico tra pagamento on demand, servizio incluso nel canone telefonico, finanziamento attraverso la pubblicità…

 

Al momento, i professionisti del settore ripongono le speranze nell’abbonamento a offerte di downloading o pay in streaming.

Ma le voci che circolano nei corridoi del Midem sulle difficoltà di Deezer, leader francese dello streaming, da quando ha lanciato la propria offerta a pagamento, evidenziano la fragilità di questo modello. 

 

“Nel business dei contenuti, il problema della musica non è legato al fatturato o allo spazio di crescita, ma all’appeal delle nostre offerte e alla fidelizzazione dei clienti”, ha sottolineato Thierry Zemmour, direttore dei contenuti di Sfr.

Per Zemmour, il downloading è “una tendenza che continuerà se le major cominceranno a distribuire cataloghi senza sistemi DRM”.

Ma, ha aggiunto, i prezzi di questi abbonamenti sono ancora troppo elevati per soddisfare un mercato di largo consumo. Ciò però richiederà uno sforzo sulle condizioni tariffarie negoziate dalle case discografiche per la messa a disposizione del loro catalogo.

 

Informa Telecoms & Media evidenzia che “per gli anni a venire, diverse società nasceranno per offrire servizi e applicazioni musicali. Poche riusciranno, ma è ugualmente un buon segno in termini di innovazione”.

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