Web e imprese: cresce l’impatto dell’eCommerce sul fatturato, mentre si fa strada l’RFID

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


eCommerce

A gennaio del 2009, il 93% delle imprese europee con un massimo di 10 dipendenti aveva accesso a internet e l’82% era dotato di connessioni in banda larga.

Lo rivela uno studio Eurostat, secondo cui in Italia la percentuale di imprese con accesso a internet si attesta al 94% e all’83% per quelle dotate di linea broadband.

 

La percentuale maggiore di imprese connesse a internet si registra in Finlandia (100%), Danimarca, Austria e Slovacchia (tutte al 98%) e in Germania (97%). La percentuale è inferiore al 90% solo in sei Stati membri: Romania (72%), Bulgaria (83%), Lettonia e Ungheria (entrambe 87%), Cipro (88%) e Grecia (89%).

 

Sempre finlandese il record di imprese connesse in banda larga (94%), con a seguire Spagna e Malta (93%) e Francia (92%). Solo in Romania (40%), Lituania (57%) e Polonia (58%) la percentuale di imprese provviste di linea broadband è inferiore al 60%.

 

Tra i vari usi possibili del web, Eurostat ha considerato la possibilità, per le imprese, di vendere e acquistare prodotti per via elettronica: nei 27 paesi Ue, mediamente il 12% del fatturato delle imprese è stato generato dall’eCommerce.

Questo dato, tuttavia, varia sensibilmente da Paese a Paese: la quota più elevata è quella registrata in Irlanda (26%, Finlandia e Svezia (entrambe 18%), Repubblica Ceca, Germania e Regno Unito (tutte 15%), Ungheria (14) e Francia (13%). La percentuale più bassa è quella osservata in Bulgaria e a Cipro (entrambe 1%), mentre Italia, Belgio, Danimarca, Estonia e Lussemburgo non hanno fornito dati relativi all’eCommerce.

 

Nella Ue a 27, il 73% del fatturato legato all’eCommerce arriva da scambi effettuati all’interno del Paese, il 19% da altri Paesi Ue e l’8% da paesi extraeuropei.

 

Lo studio Eurostat analizza infine l’uso della tecnologia Radio Frequency Identification (RFID) una tecnologia basata su speciali etichette in grado di essere attivate in remoto attraverso le onde radio e che possono essere ad esempio impiegate per “tracciare” singole unità di prodotto nella catena di distribuzione dell’industria, per garantire una maggiore rapidità nelle operazioni commerciali, per prevenire furti e contraffazioni dei prodotti, per controllare accessi ad aree riservate, ma anche per avere un quadro completo della situazione clinica di un  paziente.

 

Nei 27 Paesi Ue, a gennaio 2009, il 3% delle imprese usava l’RFID. In Italia, la percentuale si allinea alla media Ue, contro il 9% dei Paesi Bassi, l’8%della Finlandia, e il 4% di Germania, Spagna, Austria e Slovacchia.

Nel nostro Paese, la tecnologia è utilizzata principalmente nei sistemi di pedaggio autostradale e nei trasporti in genere (48%), nell’identificazione di persone e nel controllo di accesso (38%) e nei sistemi di tracciabilità delle merci (33%).