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Eco-hitech: Greenpeace insiste, ‘I produttori lavorino perché l’Europarlamento approvi il bando delle sostanze tossiche’

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Puntuale anche questo trimestre, arriva l’ecobacchettata di Greenpeace ai produttori di dispositivi hi-tech: giunta alla sua 14esima edizione, la classifica delle aziende tecnologiche più attente all’ambiente fa le pulci ai 17 maggiori produttori di pc, cellulari, televisori e console per videogiochi, ripartiti in base alle loro politiche relative all’uso di sostanze tossiche, al trattamento e al riciclaggio dei rifiuti energetici e all’energia utilizzata per la produzione e l’uso dei prodotti elettronici.

 

In testa c’è sempre Nokia, leader mondiale tra i produttori di cellulari, che totalizza 7,3 punti su 10, con un buon risultato sulla riduzione di sostanze tossiche, ma perde punti sul versante energia.

Segue Sony Ericsson (6,9/10), l’unica società ad aver totalizzato un punteggio pieno per tutti i criteri relativi alle sostanze chimiche. Il gruppo nippo-svedese, nota però Greenpeace, “rischia di perdere punti per il ritardo nell’immissione sul mercato di nuovi prodotti senza PVC e ritardanti di fiamma e per la scarsa attenzione dedicata al riciclo dei prodotti a fine vita”.

Al terzo posto si piazza Toshiba, seguita da Philips, entrambe con un punteggio di 5,3, ma il più grande balzo in avanti è comunque quello di Apple, che passa dal nono al quinto posto, con i punteggi migliori per l’eliminazione di sostanze tossiche e per i criteri sulla gestione dei rifiuti elettronici.

 

Clamoroso, invece, lo scivolone di Samsung che dal secondo posto crolla al settimo, per non aver rispettato l’impegno ad eliminare i ritardanti di fiamma se non negli ultimi modelli: “…l’esclusione totale, prevista entro il gennaio 2010, è slittata adesso al 2011 per i notebooks, mentre nessun limite è stato fissato per i televisori e gli elettrodomestici”, ha spiegato l’associazione ambientalista.

 

Penalizzate per non aver rispettato gli impegni all’eliminazione di sostanze tossiche dai loro prodotti anche LG, Dell e Lenovo (rispettivamente al 5°, 15° e 17° posto) che avrebbero dovuto eliminare le sostanze tossiche dai loro prodotti entro il 2009 ma hanno poi rinviato la scadenza al 2011 o a data da destinarsi.

 

L’ultima posizione della classifica è occupata sempre da Nintendo.

 

Secondo Greenpeace, eliminare i veleni dai prodotti elettronici, è possibile basta averne la volontà, come hanno dimostrato società quali Apple, Sony Ericsson, Nokia e HP. Quest’ultima si è piazzata al 10° posto, ma ha all’attivo notevoli progressi in fatto di riduzione delle emissioni di gas serra e in termini di immissione sul mercato di prodotti completamente liberi da PVC e ritardanti di fiamma bromurati.

 

“Servono meno chiacchiere e più fatti”, ha spiegato Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace, sottolineando che “…le aziende devono sostenere il divieto dell’uso di sostanze come il PVC e i ritardanti di fiamma nei prodotti elettronici”.

Nel corso di questi ultimi anni, la sensibilità verso queste problematiche è cresciuta molto e anche quei grandi produttori che fino ad ora erano rimasti indifferenti hanno cominciato a muoversi nella giusta direzione, ma – esorta Greenpeace – “…uno degli aspetti cruciale è che le imprese, dopo aver accettato a parole il principio di precauzione, devono ora impegnarsi rafforzare la Direttiva UE che limita l’uso di sostanze pericolose nei prodotti elettronici (Dir. UE 2002/95) in occasione dell’imminente revisione legislativa”.

 

“…Sony Ericsson e Apple lo stanno già facendo: HP, Dell e gli altri grandi produttori che fino ad ora sono stati zitti devono lavorare perché il bando sia adottato dall’Europarlamento”, ha concluso Gianni.

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