Digitale terrestre: il 30% dell’Italia è digitalizzata. Decoder venduti e copertura del segnale, ecco i dati del 2009

di Raffaella Natale |

Italia


Paolo Romani

“Si conclude un anno che ha rappresentato la svolta definitiva per l’affermazione del processo di transizione al digitale terrestre del sistema televisivo italiano“, commenta DGTVi nell’ultimo numero di Digita. Aggiungendo che “pochi, solo un anno fa, appena conclusa la sperimentazione della Sardegna, avrebbero scommesso sul raggiungimento degli attuali traguardi: due famiglie italiane su tre con il ricevitore TDT, 30% dell’Italia completamente digitalizzata con il relativo primato europeo di maggior popolazione all digital, 2,7 milioni di ricevitori venduti in un solo mese, il 25% di share del consumo televisivo”.

 

Il Dipartimento per le Comunicazioni ha erogato nel 2009 circa 82.000 contributi alle fasce deboli, contributo di 50 euro per l’acquisto di un decoder interattivo, attraverso 949 rivenditori accreditati. 

 

Secondo gli ultimi dati elaborati da Makno (rilevazione campionaria su 3.000 casi), a novembre il numero delle famiglie dotate di almeno un ricevitore TDT nella residenza principale è saluto a quasi 13,8 milioni, con una crescita di circa 300 mila unità rispetto al dato di ottobre.

Poiché un numero consistente di ricevitori è acquistato a servizio di secondi/terzi televisori, il numero dei ricevitori TDT cresce più delle famiglie, attestandosi a 20,7 milioni a novembre (+2,2 milioni in un mese).

Trainate dagli switch-off, le vendite di ricevitori TDT hanno registrato una fortissima crescita nel mese di ottobre, con circa 2,7 milioni di pezzi venduti.

Di questi, circa 818 mila (il 30% del totale) sono ricevitori integrati, mentre oltre 1,8 milioni sono STB esterni.

Il numero cumulato di ricevitori TDT venduti (dal febbraio 2004) ha raggiunto quota 23.361.000. Di questi, il 58,3% (13,6 milioni) sono stati STB esterni, mentre la restante parte (9,7 milioni di unità) sono decoder integrati.

 

La TDT ha raggiunto il 24,5% di share a novembre e cresce di 3 punti percentuali al mese dall’agosto scorso a fronte di un consumo stabile di Tv satellitare, 15-16%, e dell’IPTV, 0,3% (totale individui, AGB-NMR, elaborazioni Studio Frasi su dati Auditel).

Ed è la prima piattaforma digitale per consumo a livello nazionale dal settembre scorso quando ha superato il satellite.

Il mese di novembre segna anche il calo del consumo della Tv analogica al di sotto della soglia del 60%.

Con gli switch-off di grandi aree (da settembre a novembre Valle d’Aosta, Piemonte Occidentale, Trentino Alto Adige, Lazio) ci si avvicina a grandi passi al superamento dell’analogico come piattaforma principale di consumo Tv a livello nazionale.

 

Quattro regioni (Valle d’Aosta, Piemonte Orientale, Lazio e Campania)  e 2 province autonome (Trento e Bolzano) per un totale di 15.300.000 abitanti hanno effettuato la transizione dalla televisione analogica a quella digitale. Le operazioni di digitalizzazione hanno riguardato 6.155 impianti di emittenti televisive nazionali e locali.

Come informa il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni, il call center con numero verde gratuito ha soddisfatto 990.000 (con un picco di 92.000 chiamate il 16 novembre per il passaggio di Roma e gran parte del Lazio) richieste di informazioni e assistenza alla sintonizzazione.

 

Il 15 dicembre è terminato il passaggio al digitale della Campania, con la transizione della zona del Cilento.

Complessivamente sono stati interessati circa 5.800.000 abitanti di 551 comuni dell’intera regione e 1283 impianti delle emittenti nazionali e locali.

 

La regione è stata divisa in 6 aree tecniche: 1. Napoli e provincia, Caserta e provincia (1-2 dicembre); 2 Salerno e parte della provincia (3-4 dicembre); 3. Valle dell’Irno, Avellino e provincia (9-10 dicembre); 4. Benevento e provincia (11 dicembre); 5. Vallo di Diano (14 dicembre) e 6. Cilento (15 dicembre).

 

Per il programma delle transizioni è stato previsto un periodo di 15 giorni per consentire alle emittenti di effettuare gli interventi tecnici necessari su tutti gli impianti, riducendo in tempi brevi eventuali disagi per i cittadini.

La regolarità delle transizioni al digitale è stata costantemente verificata dai laboratori mobili del Ministero.

 

Per agevolare questa importante fase di transizione, il Ministero ha realizzato una serie di iniziative di natura organizzativa, finanziaria e di comunicazione, predisponendo un programma di interventi favore dei cittadini.

Complessivamente per l’iniziativa 2009, il numero dei decoder venduti con il contributo statale è stato di circa 30.600 unità – presso 308 rivenditori accreditati – cui bisogna sommare i decoder erogati nel biennio 2004 – 2005 pari a 63.250. Pertanto, ad oggi ci sono circa 94.000 famiglie in Campania dotate di decoder grazie al contributo statale.

 

Procede bene anche Tivù Sat, piattaforma satellitare partecipata da Rai (48,25%), Mediaset (48,25%) e Telecom Italia Media (3,5%) e aperta a tutti gli editori televisivi, nata ad agosto con l’obiettivo di coprire le zone d’ombra del digitale terrestre. A tutt’oggi sono state vendute ai produttori di decoder e televisori 570.000 carte, quasi il doppio dell’obiettivo indicato nei mesi scorsi, pari a 300.000 carte.

“Questo eccezionale risultato – si sottolinea – significa che più di mezzo milione di decoder è stato già immesso o sta per essere immesso sul mercato italiano. Ciò testimonia una forte risposta del mercato e dell’industria, che si appresta a lanciare tre nuovi modelli di decoder certificati Tivù Sat. Il trend positivo è per altro confermato dall’accelerazione delle attivazioni, che ormai si attestano sulle 1.500 al giorno”.

 

La piattaforma consente la visione integrale dei canali generalisti, senza oscuramenti di palinsesto, nonché di gran parte della nuova offerta diffusa sul digitale terrestre e di nuovi canali italiani e internazionali che coprono tutti i generi di programmazione: intrattenimento, informazione, cultura, sport, fiction, musica e cinema.

Per accedere sono sufficienti un decoder, una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13 Est e una smart card acquistabile insieme al decoder.

 

Il 16 dicembre, il dipartimento delle Comunicazioni ha riunito a Roma la Task Force delle regioni all digital 2010 e il Comitato nazionale Italia Digitale.

Le regioni che affronteranno il passaggio alla televisione digitale nel 2010, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Piemonte orientale si sono riunite per la prima volta per avviare le attività operative.

 

Restano aperte ancora alcune questioni come la numerazione dei canali, l’assegnazione delle frequenze per il Nord Italia, l’assistenza e l’informazione post switch-off.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha aperto un’istruttoria, il 19 novembre scorso “sull’ordinamento automatico dei canali della TV digitale terrestre” per trovare una soluzione equa.

L’iniziativa si è resa necessaria perché alcuni gruppi di emittenti locali non hanno giudicato soddisfacente l’accordo raggiunto in sede DGTVi secondo il quale i canali dall’uno al nove dovrebbero andare agli ex analogici nazionali (Rai, Mediaset, La 7 e Rete A), quelli dal 10 al 19 alle principali emittenti locali, quelle dal 20 al 49 ai nuovi canali nazionali divisi per area tematica: bambini, generalisti, spot e informazione. Dal 50, invece, si dovrebbe tornare alle emittenti locali.

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