Telecom Argentina: Bernabè su indagine SEC, ‘Massima trasparenza nella gestione, già forniti tutti i documenti’

di Alessandra Talarico |

L’Authority Usa sulla Borsa intende chiarire eventuale ingerenza del Governo a favore della famiglia Werthein.

Italia


Franco Berbabè

“Per quanto ci riguarda, la gestione di Telecom Argentina è sempre stata improntata alla massima trasparenza dei comportamenti e al rispetto del mercato”. Così Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia ha risposto in merito alla notizia che la SEC, l’Autorità Usa di controllo della Borsa, ha aperto un’indagine sulla dismissione della quota che il gruppo italiano detiene in Telecom Argentina.

 

L’indagine della SEC, un’agenzia autonoma del governo statunitense, non può in alcun modo bloccare la vendita di Telecom Argentina imposta per altro dall’autorità antitrust: secondo il quotidiano La Nacion, intende piuttosto fare luce sul ruolo ricoperto nel processo di vendita dalla coppia presidenziale Nestor e Cristina Kirchner, e dal tandem di imprenditori a loro molto vicino composto dall’imprenditore Ernesto Eurnekian (CEO di Corporacion America) e Ernesto Gutierrez (patron di Aeropuertos Argentina 2000).

 

“L’obiettivo della Sec – ha affermato quindi Bernabè – è quello di garantire tutti gli investitori di Telecom Argentina e che qualsiasi cosa riguardi la società venga gestito con la necessaria trasparenza ed eguaglianza di trattamento di tutti gli azionisti. Siamo tranquillissimi e abbiamo messo a disposizione della Sec tutti i documenti necessari”.

 

La comunicazione della SEC è giunta all’indirizzo della sede newyorchese di Telecom Italia e consta di nove punti, nel primo dei quali si chiede al gruppo italiano di fornire tutta la documentazione scambiata con le società che hanno fatto richiesta di acquisire la quota del 50% di Sofora, la holding che controlla Telecom Argentina e di cui è comproprietaria la famiglia Werthein.

Secondo indiscrezioni di stampa, in corsa ci sarebbero il gruppo Clarín, la partnership tra Eurnekian e Gutierrez, il magnate messicano Carlos Slim e lo stesso gruppo Werthein, ma anche il fondo d’investimento Pegasus e l’emittente televisiva via cavo Telecentro.

 

La SEC ha chiesto quindi tutte le informazioni disponibili sui rapporti, personali e aziendali intercorsi con Gutiérrez, Eurnekián e Aeropuertos Argentina 2000, nonché tutta la documentazione scambiata tra Telecom Italia e il governo argentino “…inclusi Cristina e Néstor Kirchner, il Segretariato delle comunicazioni e la Commissione nazionale sulla concorrenza”.

 

Telecom Italia, in base a quanto stabilito dall’antitrust argentino, dovrà cedere entro agosto 2010 la propria quota in Sofora – compresi tutti gli asset e i diritti su Sofora e le sue controllate e l’opzione di acquisto siglata nel 2003 con il gruppo Werthein.

A pesare sulla posizione di Telecom Italia nel Paese, è stato l’ingresso di Telefonica in Telco, la holding di controllo del gruppo italiano, di cui possiede il 42%: la decisione dell’antitrust tiene infatti conto della situazione di monopolio che si verrebbe a creare a causa della contemporanea presenza del gruppo spagnolo in Telecom Argentina (attraverso Telecom Italia, che controlla il 50% di Sofora) e nel suo principale concorrente Telefonica Argentina (di cui è proprietario).

La SEC ha quindi chiesto a Telecom Italia di fornire tutti le comunicazioni scambiate con la società che fa capo alla famiglia Werthein e nonché la lista di tutte le persone coinvolte e la conservazione di tutti file digitali che potrebbero essere utili nell’indagine.

 

Gli obblighi imposti dal governo Kirchner a Telecom Italia per vendere la partecipazione in Sofora rappresentano, per La Nacion, “…uno dei maggiori conflitti mai esistiti tra il governo e un investitore straniero”.

Il quotidiano sostiene che aver impedito a Telecom di esercitare l’opzione di acquisto pattuita nel 2003 e l’ulteriore divieto di vendere la quota a terzi, avrebbe di fatto avvantaggiato la famiglia Werthein.

 

Secondo alcuni analisti argentini, l’indagine della SEC avrà un impatto diretto sull’operazione e i player coinvolti dovranno muoversi con molta cautela.

Fonti citati dalla stampa sostengono che “…c’è la possibilità concreta che l’indagine della SEC – la cui capacità di intervento è comunque limitata ai soli Stati Uniti – porti all’apertura di inchieste parlamentari in Argentina e che comunque rallenti il processo di vendita, visto che è raro che la SEC avvii un’indagine di questo tipo e quindi compratori e venditori potrebbero impaurirsi”.

 

Il fatto cruciale, rivela un altro analista, è anche il modo con cui è stata aperta questa indagine da parte della SEC, ossia “…con ostentazione, nominando persone e dando comunque da pensare che qualcosa di questo processo non vada per il verso giusto”.

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