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L’Agcom ha accolto le proposte della Rai in merito ai decoder satellitari per ricevere il digitale terrestre, chiudendo così l’istruttoria che era stata aperta lo scorso settembre per verificare in merito al dossier Tivù Sat il rispetto degli obblighi di servizio pubblico e del Contratto di servizio.
L’Autorità ha valutato che i suggerimenti formulati dalla Tv pubblica nel corso del procedimento fossero idonee a rimuovere le criticità riscontrate.
Più precisamente, la Rai ha proposto di offrire la smart card Tivù Sat agli utenti che ne faranno richiesta e che sono in regola con il pagamento del canone, a fronte del rimborso dei soli costi, nonché di assicurare un congruo numero di carte Tivù Sat alle comunità italiane in Europa.
Nel corso dell’istruttoria sono stati acquisiti e valutati numerosi dati (quali i dati di produzione e vendita dei decoder Tivù Sat, il numero delle smart card prodotte ed attivate, i contratti relativi ai diritti di trasmissione dei programmi criptati dalla Rai sul satellite, le procedure di criptaggio, la copertura delle trasmissioni analogiche e digitali terrestri della Concessionaria pubblica) ed effettuate le audizioni della Rai, della società Tivù (Rai, Mediaset e Ti Media), dell’Associazione Altroconsumo e della società produttrice di decoder XDOME.
A conclusione dell’istruttoria il Consiglio, presieduto da Corrado Calabrò, relatori Giancarlo Innocenzi Botti e Michele Lauria, ha ritenuto che la decisione iniziale della Rai di associare la distribuzione delle smart card alla vendita del decoder Tivù Sat limitasse la scelta da parte degli abbonati, garantita dall’articolo 31 del Contratto di servizio. Questo anche nell’ottica di promuovere decoder “aperti” e poter associare le schede a differenti apparati di ricezione.
Pertanto, il Consiglio dell’Autorità, all’unanimità dei presenti, ha ordinato, ai sensi dell’articolo 48, comma 7, del Testo Unico della radiotelevisione, l’esecuzione di tali obblighi, che risultano coerenti col Contratto di servizio.
L’Agcom, relatori Stefano Mannoni e Michele Lauria, ha anche deciso all’unanimità di “aprire un’istruttoria per verificare il rispetto da parte della Rai degli obblighi di obiettività, di equilibrio dell’informazione, di non incitazione alla violenza e di effettiva osservanza del contraddittorio nelle trasmissioni di informazione”.
“Su questo tema – annuncia una nota – saranno anche auditi prossimamente dal Consiglio i vertici della Rai”.
“Al riguardo, com’è noto – ha spiegato l’Autorità – autorevoli appelli sono stati rivolti nei giorni scorsi dal Papa per un’informazione scevra dall’odio politico e dal Presidente della Repubblica per ricondurre ogni contrasto politico e istituzionale entro i limiti di responsabile autocontrollo e civile confronto. Appello unanimemente accolto e rilanciato nel documento del presidente Sergio Zavoli approvato dall’ufficio di presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza, che ha chiesto alla Rai e ai media che si dica tutto, nel rispetto della verità e della completezza, ma senza cadere in ‘tonalità apocalittiche’ o nella ‘pratica dell’ammorbidimento’, tenendo presente che la politica ha i suoi linguaggi, ma che chi la interpreta non può dimenticare di essere al servizio di tutto il Paese”.
L’Autorità ha anche “deciso di investire il neo-costituito Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di processi in tv delle segnalazioni riguardanti sotto questo profilo alcune trasmissioni della concessionaria pubblica”.
Al Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di processi in tv saranno inviate le segnalazioni riguardanti sia ‘Annozero’ sia ‘Porta a Porta’.
L’istruttoria aperta ieri sarà comunque a 360 gradi e riguarderà tutti i programmi di informazione.
Il Cda della Rai, a quanto si apprende, ha intanto svolto un primo esame del piano industriale e del risanamento aziendale, con cui si punta a portare i conti in sostanziale pareggio nel 2012 in un momento in cui cambierà notevolmente il suo perimetro d’azione.
Obiettivo di non facile portata considerando che l’azienda chiude il 2009 con una perdita di 160 mila euro legata anche al calo delle entrate pubblicitarie e a quelle del canone e che il prossimo anno vedrà consistenti uscite per i diritti sportivi legati ai mondiali di calcio oltre che per l’aumento dell’offerta televisiva con i 12 canali del digitale terrestre.
Nel 2010, infatti, il 70% della popolazione italiana riceverà ben 12 canali gratuiti della Rai su Dtt. Un allargamento dell’offerta che l’azienda vuole portare avanti senza depauperare tutte le altre attività del gruppo Rai. Un piano, insomma, ambizioso ma che i recenti dati economici fanno intravedere come percorribile.
I conti del 2009 infatti dovrebbero chiudere a – 60 milioni di euro con un notevole ridimensionamento delle previsioni negative di qualche mese fa, reso possibile da una grande operazione di contenimento dei costi (di quasi 100 milioni) che non ha penalizzato il prodotto, tanto che la garanzia autunnale ha visto la Rai piazzare 13 dei suoi programmi tra i 20 più visti ed una ottima performance delle tre reti generaliste. E sarebbe proprio questo il ‘paradigma’ che il vertice aziendale avrebbe intenzione di replicare nelle prossime stagioni attraverso il nuovo piano industriale.
Quella che si preannuncia è dunque una stretta su diverse voci, esclusi i livelli occupazionali che saranno salvaguardati, anche sui contratti delle prossime stagioni e non è esclusa la strada della internalizzazione di alcune società ora esterne come Sipra, Raiway, Raisat, NewcoRai international o Raisat. I possibili interventi sono previsti in un documento messo a punto dai quattro vice direttori generali e oggi se n’è continuato a parlare nel Cda nuovamente convocato.
Il Consiglio ha poi approvato all’unanimità la sospensione dell’uso delle doc-fiction nei programmi di informazione dando mandato al direttore generale Mauro Masi di definire nuove regole in materia. E lo stesso Masi, rispondendo ai rilievi mossi nei giorni scorsi dal consigliere di minoranza Nino Rizzo Nervo, ha riferito che l’Era glaciale, programma condotto da Daria Bignardi, tornerà in onda a febbraio o marzo, il giovedì in seconda serata dopo ‘Annozero’. Per ora, al suo posto, il nuovo programma di Gianluigi Paragone.
Stamani il Consiglio della Rai, su proposta del Dg Masi, per completare l’assetto di alcune Direzioni, ha espresso l’intendimento di nominare vicedirettori del TG3 Antonio Belmonte, Giuliano Giubilei, Andrea Giubilo, Renato Scottoni e Pierluca Terzulli; vicedirettori della TGR Maurizio Bertucci, Domenico Nunnari, Pietro Pasquetti, Paolo Petruccioli, Fabio Scaramucci, Giancarlo Spadoni e Federico Zurzolo; vicedirettori di Rai Internazionale Anna Donato, Giancarlo Gioielli, Alfonso Samengo e Gian Stefano Spoto; vicedirettore di Televideo Teresa De Santis.
Il Consiglio ha proceduto anche alle nomine dei vicedirettori di Innovazione Prodotto Roberta Enni, del Palinsesto Tv Patrizia Cardelli, dei Canali di Pubblica Utilita’ Amedeo Martorelli e Michele La Pietra, di Rai International Giovanni Di Giuseppe.
Il presidente Paolo Garimberti si è espresso a favore dei vicedirettori del Tg3 e della nomina di Anna Donato, in quanto dirigente in attesa di incarico, si è astenuto negli altri casi.
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