Tv: l’Agcom fotografa il mercato italiano. Digitale terrestre e satellite piattaforme mature mentre si fa spazio l’IPTV

di Raffaella Natale |

Cambiano anche i modi di fruire i contenuti audio-video e avanza il palinsesto fai da te, la visione quando vuoi e dove vuoi.

Italia


Mercato Tv

Digitale terrestre e satellite sono ormai piattaforme mature in Italia, la Tv su IP è emergente, la web Tv è ancora in fase di avvio.

E’ quanto emerge da un’analisi dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni per una recente una Delibera (n.665/09/CONS) allineata alla nuova legge sulla vendita dei diritti del calcio, che prevede appunto norme specifiche per le piattaforme emergenti.

 

Per quanto riguarda il digitale terrestre, vista la rapida crescita in termini di diffusione (a fine 2008 era già nel 34% delle famiglie) e di ricavi (+70% all’anno negli ultimi 4 anni per le offerte pay, che nel 2008 hanno raggiunto i 210 milioni) l’Agcom ritiene che nel corso dei prossimi anni, una volta ultimato lo switch-off della Tv analogica, raggiungerà la piena maturità, diventando la principale piattaforma digitale, e vedrà crescere sensibilmente anche gli introiti pubblicitari.

 

Il satellite ha raggiunto un elevato grado di maturità. Già a fine 2008 si stima che 6 milioni di famiglie utilizzassero principalmente questa piattaforma per la visione di contenuti sia free sia a pagamento. In notevole aumento i ricavi: a fine 2008 2,4 milioni da pay tv e 239 da pubblicità (dato più che raddoppiato rispetto al 2005).

 

L’IPTV è la piattaforma che veicola contenuti e servizi attraverso banda larga su una rete chiusa, cioè gestita dagli operatori tlc. Sul piano tecnologico risulta consolidata quella di prima generazione, ancora in fase di transizione quella di seconda generazione (banda ultra larga). Sul piano economico, a fine 2008 solo il 2% delle famiglie aveva accesso a questo tipo di piattaforma, mentre i ricavi ammontavano a circa 33 milioni (poco più dell’1% dei ricavi complessivi da pay). Dunque è una piattaforma emergente (come il DVB-H, i videofonini).

 

La web Tv distribuisce i contenuti audio-video attraverso una rete di accesso aperta, cioè indipendente dagli operatori tlc (e perciò è diversa dall’IPTV). Sul piano tecnologico, in attesa dello sviluppo della banda ultra larga, è una tecnologia in fase di transizione. In termini di diffusione è in fase di sviluppo: la possibilità di accedere a questo tipo di servizi riguarda poco più di un terzo delle famiglie italiane (a giugno 2009 erano 9,7 milioni quelle dotate di collegamento a banda larga di linea fissa). Infine i ricavi risultano ancora marginali. Dunque la web tv è da considerarsi non emergente.

 

L’Agcom è intervenuta anche sul caso Cielo, il nuovo canale di Sky che attende l’autorizzazione a trasmettere su satellite e digitale terrestre. Il presidente Corrado Calabrò ha fatto sapere: “A noi competeva dare l’autorizzazione della trasmissione sul satellite. L’abbiamo data in 24 ore“. Ha poi spiegato che tutto ciò che era di competenza dell’Autorità è stato fatto: “Ciò che riguarda il ministero (dello Sviluppo economico) è un discorso a parte”.

 

Il viceministro Romani ha intanto assicurato che il ministero darà il suo via libera entro la fine dell’anno: “Ribadisco i miei rilievi sul loro comportamento – ha detto – ma nella sostanza, sì. Penso di sì”.

 

Il mercato televisivo è in continua evoluzione e avanzano nuove modalità di fruizione ovvero il palinsesto fai da te, la visione quando vuoi e dove vuoi. In gergo si chiamano Tv on demand, over the top tv, catch up tv, web tv.

Realtà che muovono i primi passi anche in Italia e alle quali guardano anche i grandi broadcaster per instaurare un rapporto più diretto con gli utenti e – nel caso delle offerte a pagamento – rafforzare il legame con i clienti acquisiti e conquistarne di nuovi.

 

Il 4 dicembre ha debuttato La7.tv (Leggi articolo), prima tv on demand completamente gratuita e ad alta definizione sul web purché si abbia una connessione a banda larga (anche una chiavetta va bene). Un prodotto concentrato sul rivedere i programmi, non sui programmi in diretta, e che in un futuro potrebbe permette ai suoi spettatori di farsi i propri palinsesti e poi farli finire nel forum.

Chiunque può vedere – a tutto schermo – le produzioni della Rete, per una settimana dal giorno della messa in onda; e per le puntate più belle (la scelta è editoriale, ma aperta alle richieste dei navigatori in rete) sarà disponibile, a partire dalla seconda settimana della programmazione, un Archivio cult.

 

Sul fronte pay, ma restando sul televisore, è nata da meno di un mese Premium on demand (Leggi articolo), la nuova offerta di cinema sul digitale terrestre di Mediaset. Si tratta di una library di 50 film, aggiornati a un ritmo di due alla settimana e di 12 al mese, che dal 21 novembre è accessibile sul Dtt a tutti i clienti dell’offerta Gallery.

Una library digitale da vedere quando e come si vuole, senza cavi aggiuntivi né abbonamento Adsl né parabole, ma solo con una normale antenna, purché si acquisti un nuovo decoder (da 139 euro).

Entro Natale ne saranno distribuiti 100 mila pezzi nei negozi specializzati e agli inizi del 2010 debutterà anche la versione per l’alta definizione.

 

Pronta anche la replica di Sky: a giorni partirà Sky selection on demand, il nuovo servizio gratuito che consentirà agli abbonati dotati di decoder MySky e MySkyHd di scegliere tra una selezione sempre aggiornata di film, serie tv, eventi sportivi, documentari e programmi per bambini, fruibili in ogni momento della giornata e ‘salvabili’ nella parte di hard disk usata normalmente per registrare i propri programmi preferiti.

 

Ma il vero futuro è il web, che permette enormi spazi di interattività. Se la Rai ha stretto un anno fa un accordo con YouTube per portarvi i propri video (sono ormai 1 milione quelli visti ogni giorno) e si prepara a lanciare sul portale a inizio 2010 la replay Tv , con i programmi trasmessi nei giorni precedenti, Mediaset non sta a guardare. Con il nuovo anno anche il Biscione potrebbe mettere a disposizione sul web alcuni prodotti già trasmessi sulla Tv generalista, free o pay, la cosiddetta catch up tv, che permette agli utenti di richiedere in ogni momento la visione dei programmi andati in onda nei giorni precedenti.

In prospettiva potrebbe anche approdare a un’offerta on demand che dovrebbe viaggiare sulla rete a banda larga direttamente sul televisore, la cosiddetta over the top tv, in maniera indipendente dai grandi operatori di telefonia.

 

Sempre sul cavo viaggiano già le offerte di IPTV che rende accessibili mediante la banda larga programmi e servizi free e a pagamento – attraverso un unico decoder, senza antenne o parabole o altri equipaggiamenti – su una rete chiusa.

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