Banda larga: canone accesso Adsl scende a 8 euro al mese. Agcom, ‘Migliorate le condizioni competitive del mercato’

di Alessandra Talarico |

Italia


ADSL

L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Commissione per le infrastrutture e le reti, presieduta da Corrado Calabrò, ha approvato all’unanimità l’Offerta di riferimento bitstream 2009 di Telecom Italia.

 

L’offerta bitstream si riferisce al canone di accesso a banda larga all’ingrosso praticato da Telecom Italia ai concorrenti.

Il canone per l’accesso Adsl, con decorrenza dal 1° gennaio 2009, è stato ridotto di 50 centesimi, da 8,50 euro al mese a 8 euro.

È stata inoltre apportata una riduzione generalizzata dei contributi una tantum ed una riduzione dei prezzi di trasporto (il c.d. “costo della banda”) del 9% medio su rete ATM e del 26% medio su rete Ethernet.

 

Tale ultima misura, ha spiegato il Garante – “…vuole costituire un incentivo, per tutti gli operatori, all’utilizzo della rete Ethernet, di nuova generazione rispetto alla rete ATM, che consente di migliorare significativamente la capacità di banda a disposizione e la qualità del servizio per i clienti finali”.

 

Secondo gli ultimi dati dell’Ocse, il nostro Paese si colloca in 22esima posizione per penetrazione della banda larga, con 19,2 linee ogni 100 abitanti (considerando tutte le tecnologie, quindi ADSL, fibra e altre), per un totale di 11,2 milioni di connessioni.

La media Ocse è di 22,6 linee ogni 100 abitanti, per un totale di 267 milioni di linee mentre i primi 3 Paesi della classifica – Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia – oltrepassano abbondantemente le 30 connessioni ogni 100 abitanti.

 

Il nostro Paese segna però performance migliori in termini sia di costi dei servizi che di velocità delle connessioni: secondo i calcoli dell’Ocse, in Italia un abbonamento mensile, calcolato a Parità di potere di acquisto (Ppa) con gli altri paesi per evitare le distorsioni legate ai cambi, viene a costare circa 31,25 dollari, contro i 78,8 dollari della Repubblica Slovacca, i 59,52 dollari del Messico e i 56,21 dollari dell’Australia.

 

In questo contesto ci collochiamo al 25° posto, e per una volta stare in basso nella classifica non è un elemento negativo. “Facendo, ad esempio, una comparazione con la Germania – ha spiegato il Garante – in Italia i prezzi della connessione a larga banda sono quattro volte meno cari”.

I prezzi più vantaggiosi sono quelli pagati dai consumatori svedesi (29,22 dollari), greci (30,36 dollari) e giapponesi (30,46 dollari).

Riguardo, la velocità delle connessioni, l’Italia si piazza al 14° posto in una classifica dominata da Giappone, Corea e Francia.

 

Buone notizie anche dalla diffusione della banda larga mobile, altro segmento in cui il nostro Paese supera la media europea, anche se di poco: in Italia la penetrazione del mobile broadband si attesta al 4,7%, contro il 4,2% nella Ue, lontana tuttavia dai livelli di penetrazione registrati in Austria (13,8%), Svezia (12,6%), Portogallo (10,8%) e Irlanda (8,3%).