NGN: Calabrò ripropone intervento CDP dopo ‘congelamento’ dei fondi pubblici per la banda larga

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò

Lo sviluppo della banda larga resta una priorità del Paese, ma – come ha dichiarato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta – gli 800 milioni di euro stanziati dal governo per colmare il digital divide saranno congelati fino alla fine della crisi.

A questo punto, ha affermato stamani il presidente Agcom, Corrado Calabrò a margine di una cerimonia al Quirinale, “resta prezioso l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti”.

 

Calabrò ha dichiarato che “purtroppo” aveva “previsto” il congelamento dei fondi per la banda larga, che ancora devono essere sbloccati dal Cipe.

 

Alla luce di questo nuovo rinvio, dunque, si ripropone con forza l’idea lanciata un paio di settimane fa di dare vita ad una società ad hoc per le nuove reti in fibra ottica formata da operatori, Cassa depositi e prestiti, Regioni e Poste. Per il presidente della Cdp Franco Bassanini, “le società partecipate da Regioni, gli operatori, con il finanziamento della Cassa depositi e prestiti” potrebbero essere il “soggetto agente” per realizzare le reti NGN, a patto che vengano rispettate alcune condizioni: un piano finanziario e industriale credibile, redditività garantita, e massimo accordo tra gli operatori.

 

Un’idea che era piaciuta anche al management di Telecom Italia, purché la gestione dell’operazione sia pubblica: l’ad Franco Bernabè ha spiegato infatti che “L’ipotesi di fare una o più società regionali o una società nazionale che si occupi della parte più basilare dell’infrastruttura, quella tipica dei lavori pubblici, è una delle opzioni possibili cui guardiamo con attenzione”.

 

Intervenendo ieri alla conferenza stampa di presentazione delle “Giornate di Studi Marconiane” – tre eventi promossi dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB) in occasione del centenario dell’assegnazione del Premio Nobel per la fisica a  Guglielmo Marconi – Gianni Letta aveva affermato che il sopravvenire della crisi economica ha modificato le priorità del governo e che i fondi pubblici a sostegno della diffusione della banda larga potrebbero servire per attutirne gli effetti.

La banda larga, insomma, tornerà a essere una priorità appena superata la fase di emergenza: i soldi stanziati per la banda larga, ha affermato Letta, non sono stati “dirottati né sciupati. C’è un piano per la banda larga e uno stanziamento nel bilancio. Ma è stato concepito prima della crisi e, come su tutti i piani, va fatto ora un momento di riflessione in funzione della diversa scala di priorità che dalla crisi e’ emersa”.

 

Sempre ieri, il viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani, ha confermato l’impegno del governo per lo sviluppo della banda larga, ricordando i lavori già partiti per 180 milioni di euro e i sei protocolli già definiti con le regioni italiane, intese che consentono alle regioni di investire i propri soldi, con l’apporto dei 240 milioni di Infratel, la società costituita dal ministero dell’Economia e Sviluppo Italia per accelerare il superamento del digital divide.

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