Modifiche ‘unilaterali’ alle tariffe: condanna si o no? Telecom Italia si rivolge al TAR per chiarire conflitto competenze Agcom-Antitrust

di Alessandra Talarico |

Italia


Giustizia

Chi ha ragione: l’Agcom che l’ha assolta, o l’Antitrust che l’ha condannata per aver apportato modifiche ‘unilaterali’ ai contratti stipulati dai clienti?

Per far luce sulle competenze in capo alle due autorità e, quindi, capire quale sia la giusta decisione sulla questione, Telecom Italia si è rivolta al Tar Lazio, sollevando un conflitto di competenza.

I fatti. A febbraio, l’Antitrust ha deciso di comminare a Tim (e Vodafone) una sanzione di 500 mila euro per aver modificato ‘unilateralmente e sistematicamente’ i propri piani tariffari senza fornire adeguate informazioni ai clienti.

I clienti sono stati avvisati delle modifiche ai piani tariffari via sms, quindi a ‘danno’ fatto, ma non è tanto questo l’aspetto rilevante della questione.

Secondo l’Antitrust, infatti, la scorrettezza della pratica non riguardava tanto il fondamento, la legittimità della variazione tariffaria o l’invio delle notifiche via sms, quanto l’aver fornito ai clienti informazioni “ambigue ed omissive” circa la “natura dell’operazione in atto”, così da impedire loro di assumere “una conseguente decisione consapevole, con particolare riferimento alla possibilità di esercitare un diritto di recesso senza alcuna penale”.

Per la stessa vicenda, tuttavia, l’Agcom ha invece deciso di assolvere la società telefonica, dopo aver condotto un’istruttoria separata.

L’udienza del Tar per la cancellazione della multa inflitta dall’antitrust era prevista per ieri, ma i giudici amministrativi hanno deciso di fissare una nuova seduta il prossimo 27 gennaio, per poter coinvolgere nella discussione anche l’Agcom e chiarire definitivamente quale autorità sia competente a giudicare la materia.

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