ICANN: presto i primi domini in caratteri non latini. ‘Il più grosso cambiamento nella storia del Web’

di Alessandra Talarico |

Raggiunto anche accordo con UPU per l'introduzione del TLD .post.

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Internet sta per vivere “il maggior cambiamento” dalla sua nascita, circa 40 anni fa: lo ha annunciato l’ICANN, l’organismo non profit che si occupa della gestione dei nomi di dominio.

Dal 16 novembre prossimo, infatti, potrebbe essere possibile registrare i primi indirizzi in caratteri diversi da quelli latini, per esempio in cinese, cirillico, coreano, giapponese o arabo.

 

Il processo di implementazione dei nuovi nomi di dominio è stato avviato nell’ottobre del 2008: la bozza è stata sottoposta a consultazione pubblica e il voto finale si terrà venerdì prossimo.

 

Si tratta, ha spiegato l’ICANN, di un importante passo verso un internet “egualmente accessibile a tutti”, poiché l’estensione dei nomi di dominio multilingue è essenziale per l’accesso di ciascuno ai contenuti nella propria lingua.

Per la prima volta, dunque, gli utenti potranno ottenere un nome di dominio con l’intera stringa in caratteri diversi da quelli ASCII (latini).

Come ha notato il Ceo dell’ICANN, Rod Beckstrom, “Questo è uno degli sviluppi più interessanti per gli utenti Internet a livello mondiale nel corso degli anni. L’introduzione degli IDNs permetterà alla gente di tutto il mondo di utilizzare indirizzi internet nella loro lingua”.

 

I primi nomi di dominio internazionali potrebbero essere attivi a partire dalla metà del prossimo anno e la loro introduzione, ha aggiunto Beckstrom, “è un altro importante passo avanti per raggiungere il nostro obiettivo, che è quello di rendere Internet veramente globale”.

 

Alla fine di settembre, l’ICANN – dopo 11 anni – si è affrancato dalla gestione del governo americano: il “Joint Project Agreement” che legava l’ente al ministero del Commercio (DoC) Usa non è stato infatti rinnovato, ed è stato sostituito da una “Dichiarazione d’impegno” in base alla quale l’ICANN diverrà un’organizzazione indipendente e multi-stakeholder, anche se dovrà comunque riferire periodicamente a panel esterni di controllo composti dai governi di tutto il mondo.

 

“Attualmente si contano oltre 1,6 miliardi di utenti internet e la metà usa una lingua scritta in caratteri non latini – ha aggiunto Beckstrom – dunque questo cambiamento è essenziale non solo per la metà degli attuali utenti internet, ma probabilmente per oltre la metà dei futuri utenti”.

 

L’introduzione dei nuovi IDNs sarà possibile grazie alla creazione di un diverso sistema di traduzione nel Domain Name System, che consentirà a differenti alfabeti di essere convertiti nel giusto indirizzo. Il sistema è stato testato per un paio d’anni e l’ICANN è fiducioso sulla sua riuscita.

 

Alcuni Paesi, come Cina e Tailandia, hanno già introdotto soluzioni che permettono agli utenti di inserire indirizzi internet nella loro lingua. Ma si tratta di sistemi non riconosciuti a livello internazionale e non necessariamente sono riconosciuti da tutti i computer.

 

L’ICANN è impegnata in questi giorni anche nella discussione del piano per l’introduzione dei cosiddetti nomi di dominio ‘personalizzati’: un’altra rivoluzione che dovrebbe consentire agli internauti di scegliere il nome che preferisco per l’estensione del loro sito.

Attualmente, ferree regole governano i domini, limitati a singoli paesi, come .uk (Gran Bretagna) o .it (Italia), al commercio (.com), e alle organizzazioni istituzionali (.net o .org), ma, a partire presumibilmente dal prossimo anno, ogni persona fisica potrà registrare un dominio sulla base del proprio nome, mentre le compagnie potranno registrare facilmente indirizzi legati al contenuto del settore in cui operano.

 

Il 30 ottobre, infine, l’ICANN voterà l’introduzione del dominio .post, destinato al settore postale mondiale.

L’Unione postale universale (UPU) – l’agenzia Onu creata nel 1874 con l’obiettivo di coordinare le politiche postali dei paesi membri – e l’ICANN, hanno infatti raggiunto un accordo per ottenere un Top Level Domain (TLD) che permetterà agli operatori postali di tutto il mondo di sviluppare nuovi servizi e di rafforzare il legame tra la dimensione fisica e virtuale dei servizi postali.