Pacchetto Telecom: il nuovo testo sul download illegale piace ai governi. Vicino il via libera alla riforma

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Viviane Reding

Si avvicina la svolta per il pacchetto Telecom: l’accordo raggiunto martedì tra Commissione e Consiglio europeo sul tema del download illegale potrebbe infatti aprire la strada all’approvazione dell’intera riforma delle tlc europee.

 

Il nuovo testo di compromesso, negoziato dalla Commissione europea e ora sul tavolo del Consiglio, stralcia l’obbligatorietà del pronunciamento di un giudice per poter intervenire col distacco della connessione degli utenti beccati per la terza volta a scaricare materiali protetti da copyright, ma introduce una serie di ‘concessioni’ relative al “diritto alla effettiva tutela giuridica” degli utenti, nel rispetto dei principi del diritto comunitario.

La proposta sottolinea inoltre i principi di “procedure giuste e imparziali, incluso il diritto di essere ascoltato”.

 

La riforma si è arenata a causa di un emendamento introdotto a sorpresa dal Parlamento europeo per difendere i diritti degli utenti internet in seguito all’approvazione, in Francia, della legge anti-pirateria Hadopi, che suggerisce di tagliare la connessione internet ai recidivi del download illegale senza bisogno di autorizzazione di un giudice.

Il ‘famoso’ emendamento 138, contraddicendo quanto era stato in precedenza accordato con gli stati membri, ribadisce che “nessuna restrizione può essere imposta ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti, senza una previa autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie (…) salvo quando è minacciata la sicurezza pubblica”.

 

Su questo emendamento, presentato da verdi, sinistra liberaldemocratica ed euroscettici e approvato con 407 voti a favore, 57 contrari e 171 astenuti,  si è quindi consumato lo scontro tra il Parlamento e il Consiglio europeo, che ha di fatto provocato lo stop all’intera riforma.

 

Il parere del consiglio dei ministri Ue sul nuovo testo, modificato e approvato nel corso di una riunione dei delegati nazionali tenutasi martedì a Bruxelles, sembra favorevole: “Così come è ora, il testo rappresenta un valido compromesso, che sottolinea l’importanza delle autorità giudiziarie, ma lascia agli Stati membri facoltà di applicare una varietà di soluzioni”.

 

L’ultima parole spetta comunque al Parlamento, che si riunirà in sessione plenaria il prossimo 20 ottobre. Se il nuovo testo verrà approvato, la riforma potrà entrare in vigore già alla fine di quest’anno, inizio 2010, altrimenti i negoziati potrebbero proseguire per diversi mesi ancora, mettendo in forse il destino anche dei testi legislativi già approvati e che aggiornano la normativa in materia di e-privacy, GSM e servizio universale e prevedono l’istituzione della nuova Autorità europea “BEREC”, nonché una serie di norme atte a garantire una gestione efficiente dello spettro radio e funzionali alla  rimozione degli ostacoli normativi e delle troppe incongruenze che ancora sussistono nel mercato unico delle telecomunicazioni.

 

Il 99% della riforma, infatti, era stato approvato a maggio con una schiacciante maggioranza, ma la decisione del Parlamento di introdurre l’emendamento per il rispetto dei diritti degli utenti ha messo in forse l’intero pacchetto.

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