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DTT: Roma prima capitale europea ‘all digital’. Confalonieri, ‘Si adotti anche per il broadband lo stesso modello di sviluppo vincente’

Italia


Oltre 36 milioni di italiani coinvolti a fine 2009, più di 2 mila comuni, 279 emittenti e circa 6.200 impianti: sono i numeri della Tv digitale terrestre, che entrerà, per la fine di quest’anno nel 62% delle case, facendo dell’Italia il primo Paese in Europa per numero di famiglie digitalizzate.

L’appuntamento più atteso resta tuttavia quello del 16 novembre, quando anche il Lazio passerà al digitale e così Roma sarà la prima capitale europea a compiere questo passo, in anticipo su Londra, Madrid e Parigi.

 

A ufficializzare il giorno del passaggio della capitale al nuovo segnale è stato il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Paolo Romani che ha partecipato questa mattina al convegno “Tv digitale terrestre. Il superamento dell’analogico. I 90 giorni di switch off che coinvolgono il 30% della popolazione”, promosso dal Comitato nazionale Italia digitale e dal ministero per lo Sviluppo economico – Dipartimento per le comunicazioni.

 

L’incontro, coordinato dall’associazione DGTVi, che riunisce gli operatori coinvolti nel passaggio al digitale terrestre, è stato occasione per fare il punto sui progressi compiuti dalla tecnologia a livello nazionale e ha visto la partecipazione di Corrado Calabrò, Paolo Garimberti, Fedele Confalonieri, Franco Bernabè e Tarak Ben Ammar.

Quest’anno lo “switch off” (la totale migrazione al digitale terrestre) riguarda cinque regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Campania.

Oggi è la volta del passaggio al digitale di Raidue e Retequattro a Napoli e in gran parte della Campania, da domani tocca al Trentino, mentre dal 28 ottobre all’Alto Adige,(iniziando da Bolzano, Bassa Atesina e Sarentino) con la transizione di 1.800 impianti.

 

“Nel processo di digitalizzazione del sistema televisivo l’Italia – ha affermato il presidente DgTvi Andrea Ambrogetti – è al primo posto in Europa e sarà il primo paese che convertirà la propria capitale”.

“Al 31 dicembre 2009 il 62% delle famiglie italiane (36 milioni di individui) sarà in possesso di un ricevitore Dtt e con gli switch off del 2010, che coinvolgeranno 10 milioni di famiglie pari al 38% della popolazione, l’Italia sarà di fatto digitale”.

Nello stesso periodo in Spagna saranno coinvolti 5,1 milioni di famiglie, in Gran Bretagna 4,8 milioni e in Francia circa 0,1 milioni.

 

“Per la tv digitale – ha aggiunto – gli ascolti nelle cinque regioni dove è in corso il passaggio  sono triplicati, con il superamento del digitale terrestre sul satellitare”.

 

La Rai, ha sottolineato quindi il presidente Paolo Garimberti, offre nel complesso 12 canali digitali e si appresta a lanciarne di nuovi sulla base del successo riscontrato da Rai4. Si tratta del’offerta “più ampia d’Europa, con un canone decisamente inferiore a quello di altri paesi: 106 euro contro i circa 250 della Bbc”.

 

E la nuova offerta è stata accolta favorevolmente dal pubblico: in Sardegna e Valle d’Aosta – al momento le due uniche aree ‘all digital’ del Paese – con i canali digitali la Rai “ha guadagnato nell’intera giornata il 4.34%, dal 24 settembre a oggi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, e più dell’1% in prima serata. E lo stesso trend – ha concluso Garimberti – lo stiamo riscontrando nei primi giorni dello switch off nel Piemonte occidentale”.

 

Rivolgendosi al governo Garimberti ha quindi chiesto di “tener conto del ruolo centrale della Rai e della specificità delle reti Rai anche nel nuovo processo di assegnazione delle frequenze digitali”, nonché un impegno chiaro contro l’evasione del canone, legittimata dalle recenti campagne di alcuni quotidiani.

La Rai è stata la “locomotiva” del digitale e con quel canone, ha aggiunto, “si pagano anche i dodici canali gratuiti in chiaro sul digitale terrestre, oltre ai sei della radio e ai 21 del web”.

 

Un po’ polemico e con molta ironia, Fedele Confalonieri ha sottolineato che il modello di collaborazione ‘vincente’ tra pubblico, privato e istituzioni messo in piedi per il digitale terrestre, dovrebbe essere seguito anche per la banda larga: “Oggi celebriamo i progressi di una tecnologia che all’inizio, nel 2001, era considerata solo un escamotage per salvare Retequattro dal passaggio sul satellite”, ha spiegato Confalonieri. Perché non mettere lo stesso impegno anche per realizzare una rete broadband all’avanguardia?

Il presidente di Mediaset ha persino citato l’inno degli Inti Illimani – “El pueblo unido jamás será vencido” – per invitare tutti i player, Telecom Italia in particolare, a collaborare anche sul fronte del broadband.

 

L’ad Telecom, da canto suo ha ricordato come il gruppo telefonico abbia già investito 300 milioni di euro per digitalizzare gli impianti, “nell’ottica di avere quattro multiplex digitali e di svolgere un ruolo importante come provider di infrastrutture e servizi”.

 

Sottolineando l’importanza della tecnologia digitale per la convergenza delle diverse piattaforme e per una maggiore diffusione dei contenuti Bernabè ha comunque ribadito che il percorso fatto è sì importante ma lo è ancora di più quello da fare “sullo sviluppo dell’IPTV”.

“Noi – ha ribadito Bernabè – non faremo i produttori e i distributori di contenuti, ma metteremo la struttura tecnologica a disposizione di chiunque voglia operare”. 

È essenziale, dunque, potenziare le attuali strutture a banda larga e puntare sull’ultrabroadband e per farlo, ben vengano le collaborazioni sul modello del digitale.

“E’ un auspicio per noi vitale”, ha concluso Bernabè.

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