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New Media: l’editoria investe sugli smartphone. Utenti disponibili a pagare le ‘news apps’

Mondo


Dopo aver rivoluzionato l’industria dei telefonini, l’iPhone comincia a farsi sentire pesantemente anche nel mondo dell’informazione. Gli utenti del celebre smartphone targato Apple, infatti, non fanno che personalizzare i loro apparecchi con applicazioni – già superati i 2 miliardi di download – e fra i vari videogiochi, mappe ed emulatori alcune delle più popolari sono le ‘news’.

 

In una fase in cui le principali organizzazioni mediatiche cercano disperatamente di strappare un ritorno economico dai milioni di euro investiti nel contenitore digitale, una fetta importante di utenti iPhone si sta, in altre parole, dimostrando disponibile a pagare per le cosiddette ‘news apps’, i prodotti d’informazione.

 

La settimana scorsa la Association of Online Publishers – citata dal Guardian di oggi – ha pubblicato il suo settimo annuario, e fra i nuovi membri figurano colossi dell’informazione britannica come Channel 4 e Bbc. Oltre a ciò, nel volume si mette in luce una notevole crescita d’interesse nel potenziale della piattaforma mobile. L’iniziativa annunciata da Rupert Murdoch nei mesi scorsi, quando ha fatto sapere che sempre più contenuti online delle sue testate sarebbero stati messi a pagamento, ha avuto un certo seguito, se è vero che da un recente sondaggio risulta che circa il 70% degli editori online intende cominciare a incassare dal materiale messo in rete.

 

Materia di incasso, saranno soprattutto i contenuti per la piattaforma mobile, con il 56% degli editori che spiega di avere in cantiere per l’anno futuro applicazioni a pagamento non solo per gli utenti iPhone, ma anche per BlackBerry, Nokia e la futura piattaforma Android della Google. Il numero di cellulari multimediali venduti nel mondo ogni anno dovrebbe aumentare dai 165 milioni di quest’anno ai 423 milioni del 2013, pari a poco meno di un terzo dell’intero mercato di telefonia mobile, stando a un’indagine recente di Wireless Expertise.

 

Fra gli esempi delle applicazioni gratis più diffuse nel mondo dell’informazione, il Guardian cita Time magazine, il Telegraph e il Daily Star, Sky News ma anche i blog come l’Huffington Post o AllThingsDigital. Alcuni editori come il New York Times si sono spinti oltre, permettendo agli utenti di salvarsi gli articoli preferiti o inviare pezzi via mail. La Reuters permette ai lettori di crearsi una raccolta di articoli con una classifica aggiornata dei più letti.

L’applicazione del Financial Times per iPhone è gratis, ma ai contenuti si accede interamente soltanto a pagamento mentre i lettori saltuari hanno diritto ad appena tre articoli ogni mese.

 

E’ stata lanciata in luglio e Rob Grimshaw, direttore marketing di ‘FT.com’, fa sapere che è già stata scaricata da oltre 120mila persone, l’equivalente di un quarto dei lettori del Financial Times nel mondo. Fra i suoi risultati, c’è quello di trainare abbonamenti. “Abbiamo fatto un salto nel buio, ma ne è valsa la pena – spiega Grimshaw – sappiamo che ci sono persone che si abbonano soltanto in funzione della piattaforma mobile, che ormai ci garantisce un flusso regolare di abbonati”.

 

 

 

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